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Djordjevic l’ago della bilancia Ciciretti l’esterno che serviva

Le sue verità. Il nuovo Chievo e quello di ieri. Il mercato e le scelte. Giorgio De Giorgis scopre le carte. A bocce ferme ormai. Fra una trattativa e l’altra, fra rimpianti e certezze. La direzione sportiva è in mano sua, la decisione presa da tempo. L’orientamento chiaro, gli orizzonti delineati. «La rosa è stata rinforzata e ampliata», la prima fotografia di De Giorgis, «anche prendendo qualche giovane di prospettiva. Soddisfatto in generale di come è andata, insoddisfatto per non aver aggiunto un attaccante». Cosa non è andato? Venerdì avevamo preso Trotta, con tanto di accordo sia con lui che col Frosinone. Sabato invece lui ha manifestato qualche indecisione. E domenica è andato in Portogallo. Con Trotta abbiamo lasciato andare Moncini, un’altra opzione che abbiamo preso in considerazione. Come Di Carmine che ha preferito invece restare in Serie A. Domenica sera eravamo a buon punto con Pettinari, che pareva ad un certo punto libero ma che poi è tornato a Lecce. Quanto vale il Chievo? Il valore aggiunto sarà Aglietti, bravissimo a ricompattare un gruppo che s’era sfaldato nel periodo di inattività. Troppa diffidenza. Siamo andati avanti e, pur essendo in pochi, abbiamo raggiunto un grande risultato. Con un gruppo allargato, con la mano del mister, con la forza del gioco ora si può far bene. La squadra è competitiva. Djordjevic ha avuto solo il problema degli infortuni, ma per la categoria è un centravanti di primissima fascia. De Luca è una certezza, Fabbro ci ha dato più di quel che ci saremmo aspettati. E attenzione a Rovaglia, che ha avuto anche richieste dalla Serie A. Punteremo su di lui. Di quanto s’è alzato il livello con Ciciretti? Volevamo un mancino che potesse giocare a destra. C’era Ricci, c’era Carretta. E c’era lui. C’era bisogno di un esterno che sapesse anche cucire il gioco. Uno di palleggio, proprio come lui. Diverso da Canotto, quindi complementare. Lontani i primi due posti? E quali sono le prime due? Non credo siamo ora da Serie A diretta, ma non vedo oggi chi possa esserlo. Cinque o sei squadre in teoria hanno qualcosa più di noi. Il Chievo è leggermente sotto con altre due o tre. L’ago della bilancia? Djordjevic, lui in B può segnare venti gol. Pucciarelli tornerà quello di Empoli? Il problema è suo, lui ha qualità per giocare anche in diversi ruoli. Giochi sgombro, giochi come sa. È uno di noi. L’acquisto mancato? Mi sarebbe piaciuto avere Kargbo della Reggiana, ma anche Asencio del Genoa. Più finalizzatore. Avevate messo in preventivo la cessione di Semper. E invece… Martedì scorso avevamo l’accordo con Osti e Ferrero per la sua cessione alla Sampdoria, il giorno dopo è saltato tutto. Poi c’è stato il Genoa. Avevo i documenti già in sede. Con la base di mezzo milione di prestito e tre di obbligo di riscatto ma solo dopo il primo febbraio. Per il bilancio avremmo però avuto una minusvalenza di un milione, visto che l’abbiamo riscattato ad uno e mezzo. Allungherete e spalmerete il contratto di Obi? Dipende da lui. Noi abbiamo il problema mensile dello stipendio suo, di Djordjevic e di Giaccherini ma anche la fortuna di averli perché in campo fanno la differenza. Quei contratti se li sono meritati nel tempo, ora proveremo ad abbassarli e ad allungarli. A tutti e tre. Giudizio sulla difesa? Un reparto così può restare insieme anche due o tre anni. Abbiamo tenuto Leverbe che aveva offerte dalla Francia, abbiamo preso Gigliotti. E aspettiamo Vaisanen che non è proprio l’ultimo arrivato visto che farà gli Europei con la Finlandia. Avete scommesso su Viviani… Una volta vidi una sua partita. Il Brescia stava vendendo Tonali. Pensai che la società fosse fortunata ad avere in casa il suo sostituto per di più della stessa età. Lui e Zuelli sono più di un’alternativa a Obi e Palmiero. Verità: cosa non è andato fra lei e Pellissier? Lui è la storia del Chievo, non mi permetto di parlarne. Mi limito a dire che noi due non abbiamo rapporti. Non dipende da me quel che farà Pellissier. Dipende dalla proprietà e quindi dal presidente. Passo indietro: le sue prime radici a Veronello? Faccio l’agente dalla stagione 1989-1990 ed uno dei miei grandi amici era Giovanni Sartori. Fu lui a presentarmi D’Anna e Marcolini ad esempio. Ho avuto dieci anni Mandelli, ho avuto Moretto e D’Angelo. Tutto partì da lì, quando il presidente era ancora Gigi Campedelli. Sette allenatori negli ultimi otto anni. Sarà Aglietti l’uomo della continuità? Aglietti mi ricorda Maran, ha le sue idee ma si fa andar bene tutto. Capisce le necessità della società. E quest’anno potrà lavorare ancora meglio. L’anno scorso il mercato l’abbiamo un po’ subito, questo invece è figlio delle nostre scelte.

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