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LA STORIA

Dal '64 a oggi sugli stessi binari È proprio un affare di famiglia

Dalla prima presidenza di papà Luigi ai ventidue anni dell'erede Luca il romanzo della clamorosa escalation culminata nella favola della Diga
Luca Campedelli con papà Luigi, presidente fino al '92
Luca Campedelli con papà Luigi, presidente fino al '92
Luca Campedelli con papà Luigi, presidente fino al '92
Luca Campedelli con papà Luigi, presidente fino al '92

Campedelli-Chievo, un binomio che ha radici profonde; un legame prima discreto, di basso profilo, poi via via più continuo, incisivo e diretto, sempre contrassegnato però da uno stile sobrio, esente da atteggiamenti sopra le righe.
1964. ENTRA GIGI. Luigi Campedelli è un giovane e schivo ragioniere. Il Cardi Chievo è una piccola squadra di paese che gioca in seconda categoria.
La dirigenza è composta da pochi volonterosi amici che si ritrovano nel quartier generale del bar Pantalona. La squadra è finanziata dalla sponsorizzazione della Cardi e in parte dall'auto tassazione dei dirigenti. La conduzione è improntata su pochi concetti: primo non fare debiti, poi si vedrà. Passione, passione e piedi per terra. Quest'anno tocca a Gigi fare il presidente. Sotto la guida di Francesco Broggiato e grazie ai gol di Circa e del solito Vantini la squadra conquista la prima categoria.
1965. GIGI LASCIA. Luigi Campedelli lascia la presidenza a Umberto Bottacini e torna a fare il silenzioso e saggio consigliere e finanziatore.
1970. IN PROMOZIONE. Il Chievo accede al campionato Promozione. Alla presidenza c'è Lodovico Iorio. Luigi Campedelli e soci faticano a imbrigliare l'estroso «Dottore» che ha idee geniali ma strambe, è piuttosto di manica larga e poco... ragioniere nei conti.
1975. IN SERIE D. Con Nicola Ciccolo in panchina (fortemente voluto da Iorio) il Chievo vola in serie D. Il bilancio lievità, così come la partecipazione di Luigi Campedelli, se pure si tiene lontano dal timone. All'ultimo momento prima dell'iscrizione al nuovo campionato Iorio butta per aria i libri e questa volta è Giuseppe Montresor a doversi improvvisare presidente.
1976. TOCCA A BEPPINO. Nel settore semiprofessionistico non sono ammesse le sponsorizzazioni e il Chievo perde il contributo della Cardi.
Tocca a Beppino, fedele fratello minore di Gigi, alzarsi dalla comoda sedia di consigliere e sedersi sulla scomoda poltrona di presidente.
Resterà per quattro anni, spendendo energie al limite dello sfinimento, con tanta pazienza, passione e tenacia. Poi si dedicherà al settore giovanile con altrettanta generosità.
1981. ENTRA LA PALUANI. Scompare la serie D. Il nuovo campionato Interregionale viene accorpato al settore dilettanti. Riammesse le sponsorizzazioni Luigi Campedelli può finalmente giustificare il proprio apporto, abbina il marchio dell'azienda alla squadra, ribattezzandola Paluani Chievo.
1983. C'È GARONZI. L'Ac. Paluani Chievo si costituisce in srl. Luigi Campedelli accoglie in società Saverio Garonzi e volentieri gli affida la ribalta, preferendo profilo più dimesso.
1986. IN C2. Con Carletto De Angelis il Chievo perde lo spareggio con il Bassano ma conquista la C2 a tavolino per una clamoroso illecito dei vicentini. Don Saverio muore tragicamente il 28 marzo e mancherà alla festa. Assume la presidenza il nipote Bruno. Il Chievo deve tornare al nome originario.
La squadra lascia il glorioso Bottagisio per il Bentegodi.
1989. IN C1. Il piccolo Chievo sale in C1, un traguardo che sembrava irraggiungibile. In panchina c'è Gianni Bui, vecchia conoscenza degli sportivi veronesi. Determinanti i gol di Fiorio e Folli, la micidiale F2.
1990. GIGI AL TIMONE. Gli impegni economici si fanno sempre più gravosi. Luigi Campedelli decide di andare in campo da capitano. Opera con oculatezza e competenza sul mercato. Si mostra felice nelle intuizioni. Intravede in Sartori le qualità per diventare un ottimo direttore sportivo.
È orgoglioso delle umili origini del club ma capisce che per diventare davvero una squadra della città (complementare al Verona) il Chievo deve identificarsi con la città stessa: si chiamerà ChievoVerona.
1992. GIGI SE NE VA. Il 15 settembre Gigi Campedelli muore improvvisamente. A Veronello la notizia sgomenta e addolora i giocatori. Tocca a Luca sostituire il padre. Lui è giovane ma ha nel carattere qualcosa che assomiglia al genitore. Lo appoggiano con discrezione il fratello Piero, la riservatissima madre, il fidato e intransigente Renato Tengattini.
1994. LUCA IN SERIE B. Dopo la scomparsa del patron, tutti pronosticano al Chievo un fatale declino. Invece il figlio Luca smentisce tutti in breve tempo, portando la squadra addirittura in serie B, con Alberto Malesani. Nell'ultima partita a Carrara, il 29 maggio, il Chievo riesce per la prima volta a coinvolgere la città, portandosi migliaia di tifosi al seguito.
Segnano Antonioli e Gentilini ed è festa grande. Il 10 dicembre il primo derby col Verona (1-1, pareggio di Gori).
2001. LUCA IN SERIE A. Delneri in panchina è un'altra scommessa vinta da Luca Campedelli. Se la serie B pareva un sogno, la serie A è un miracolo che si realizza dopo un campionato strepitoso.
2002. IN COPPA EUFA. Un'annata straordinaria. All'esordio in serie A la squadra di Del Neri fa 54 punti e finisce al quinto posto dietro Juve, Roma, Inter e Milan, conquistando l'accesso alla Coppa Uefa e sfiorando la Champions League. Delneri resterà fino al 2004.
2006. QUASI IN CHAMPIONS. Con Bepi Pillon il Chievo conquista di nuovo la Coppa Uefa e, dopo le punizioni per Calcipoli, viene classificato al quarto posto e si gioca i preliminari per entrare in Champions.
2007. CHIEVO RETROCESSO. Il Chievo rotola in serie B proprio all'ultima giornata, malgrado il disperato richiamo in panchina di Gigi Delneri.
È la prima grande - e davvero immeritata - delusione per Luca Campedelli.
2008. DI NUOVO IN SERIE A. Nell'estate 2007 Luca Campedelli chiama l'allenatore Iachini che gli regala subito la gioia della promozione.
2014. LUCA FA TREDICI. Dopo annate sofferte sempre con dignità, per la tredicesima stagione in serie A, il Chievo si presenta rinnovatissimo in campo e nei quadri dirigenziali. Se ne va il diesse Sartori.
In panchina resta Eugenio Corini per poi lasciare il posto a Rolando Maran, uno con l'anima Chievo. Una decisione che finora ha pagato il coraggio di Luca Campedelli.

Franco Bottacini

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