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Così piccole... e fragili. Chievo verso Ascoli per l’ennesimo ruggito

Alfredo Aglietti guida il Chievo verso Ascoli FOTOEXPRESSPalmiero e Mogos contro Beruatto durante il recupero di martedì tra Vicenza e Chievo
Alfredo Aglietti guida il Chievo verso Ascoli FOTOEXPRESSPalmiero e Mogos contro Beruatto durante il recupero di martedì tra Vicenza e Chievo
Alfredo Aglietti guida il Chievo verso Ascoli FOTOEXPRESSPalmiero e Mogos contro Beruatto durante il recupero di martedì tra Vicenza e Chievo
Alfredo Aglietti guida il Chievo verso Ascoli FOTOEXPRESSPalmiero e Mogos contro Beruatto durante il recupero di martedì tra Vicenza e Chievo

Problema risolto. Con le piccole il Chievo non stecca più. Il grande male dello scorso campionato, 15 punti appena nelle 12 partite contro le ultime sei, s’è trasformato in un assoluto punto di forza. In una base solidissima. Solo l’Empoli, con 21, ha fatto meglio dei 20 del Chievo contro le ultime nove. Ventitré, quindi la migliore di tutte, se però Aglietti dovesse vincere domani ad Ascoli. Un cammino quasi immacolato, macchiato solo dai pareggi alla prima a Pescara e martedì nel derby col Vicenza. Altra musica rispetto all’ultima Serie B, gettata al vento anche per quelle esitazioni contro le squadre di terza fascia non sempre giustificabili dal classico teorema per cui la più debole s’arrocca all’indietro e allora trovar spazi è una mezza impresa. Quattro sconfitte in sei gare e la miseria di quattro punti contro le ultime tre Livorno, Juve Stabia e Trapani furono lo specchio della passata stagione e il riassunto più sbrigativo ma anche una delle letture più efficaci dei limiti del Chievo. La musica adesso è diventata un’altra, ma anche la rosa è un’altra. E il talento. Più quel senso del dominio attraverso il possesso palla che alla lunga non può non premiare. Per quel che s’è seminato magari s’è raccolto anche poco, ma il terreno è parecchio fertile. E i margini notevoli. ZERO RISCHI. I numeri dicono che la B sarà ancora una volta spaccata in due. Tranne il Brescia e la solita deludente Cremonese nella parte destra della classifica ci sono le matricole Reggina, Vicenza e Reggiana, il Pescara graziato ad agosto ai playout, il Cosenza preso per i capelli dopo un finale folle più Ascoli ed Entella che hanno chiuso i conti rispettivamente con due e tre punti sul quintultimo posto. Quasi indispensabile fare il proprio dovere fino in fondo con le piccole. Il compito che d’altronde stanno eseguendo anche le altre. Il Cittadella ne ha raccolti 19 su 33, il Lecce 17 su 29, la Salernitana 17 su 31 ma con il bonus da potersi giocare domani col Pescara quartultimo, la Spal solo 16 su 32 ma con la possibilità concreta di toccare quota 19 dovesse battere la Cremonese domenica sera, il Monza 14 su 31 ma col jolly di lunedì sera col Brescia ancora in tasca. Solo due i gol subiti dal Chievo contro quelle che lottano per la sopravvivenza. Di Gori a Vicenza e di Brunori con l’Entella. Senza per il resto mai soffrire davvero, col risultato spesso e volentieri in tasca con largo anticipo. Differenze nette, a volte abissali. La spaccatura è evidente, così come la realtà di un cammino in cui la differenza non potranno che farla pure gli scontri diretti, là dove però il Chievo fino ad ora ha pagato dazio. Con sei punti appena nei sei duelli con le prime otto in attesa della verifica, la settima, col Cittadella di mercoledì al Bentegodi. Strategica anche per arrampicarsi fino al vertice. DRITTI ALLA META. L’autostima è medicina potentissima e il Chievo adesso ne ha tanta. Spesso e volentieri padrone del campo, anche con le più forti. Quasi sempre con prestazioni non proprio proporzionali al risultato spesso striminzito. Com’è stato ad esempio col Brescia, in una contesa controllata a proprio piacimento dall’inizio alla fine. Le frecce nell’arco di Aglietti non si contano, tanto che il Chievo è andato a segno con quattordici giocatori diversi e pur nell’amarezza del pari col Vicenza martedì ha raccolto l’ottavo risultato utile di fila anche se con appena tre vittorie. Davanti Ascoli e Pescara a cavallo fra la fine dell’andata e l’inizio del ritorno, con cinque pericolanti nelle prossime sette calcolando pure Reggiana, Brescia e Cosenza. Ha personalità il Chievo, garantita dalla qualità gioco e da una mentalità vincente sempre più marcata. Dai ritmi regolati da Palmiero alle volate di Renzetti e Mogos, dai colpi di Garritano e Ciciretti al peso di Obi. Più carte di riserva parecchio pesanti fra Margiotta, Giaccherini e Viviani, l’aggiunta di Gigliotti in difesa e la regolarità di Semper, ora uno dei migliori giovani portieri sulla scena. Con automatismi sempre più solidi e le numerose vie create per arrivare in porta. Con la quarta miglior difesa e sette partite su 17 senza subire gol. Senza più gli incubi di un tempo. Delle due rimonte da brividi subite con la Juve Stabia, le beffe al Bentegodi con Venezia e Livorno, la rovinosa caduta di Trapani, i pareggi con Ascoli, Entella, Pescara e Cosenza. Tutto alle spalle ormai. Adesso il Chievo ha altri valori. Altra consapevolezza. Altra fiducia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro De Pietro

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