<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Corradi e quel Chievo ritrovato «Passato il momento peggiore»

Bernardo Corradi oggi è vice allenatore dell’Italia Under 19
Bernardo Corradi oggi è vice allenatore dell’Italia Under 19
Bernardo Corradi oggi è vice allenatore dell’Italia Under 19
Bernardo Corradi oggi è vice allenatore dell’Italia Under 19

Anche lui vede un po’ di luce. Squarci di sereno. «Il momento peggiore è passato, quel che sembrava impossibile ora può avverarsi», l’assist di Bernardo Corradi, uno dei grandi della storia del Chievo, uno di quelli che ha contribuito a gettare le fondamenta della Favola. L’Inter alle porte rievoca il gol di San Siro davanti a Ronaldo e Vieri, il primo posto e un calcio paradisiaco. «Noi però eravamo impeccabili, il Chievo di oggi non può esserlo. Troppo distanti i valori con l’Inter, a meno che non si giochi la partita perfetta. Quella che a noi è riuscita tante volte», la condizione di Corradi, a 42 anni vice allenatore dell’Italia Under 19, ora secondo di Federico Guidi dopo la parentesi con l’Under 17. Soprattutto papà a tempo pieno. Sempre vicino al piccolo Giacomo che combatte contro un tumore cerebrale. Sta meglio, ma la battaglia sarà lunga. LA VERA FRENATA. Uomo di Federazione adesso Corradi, col Chievo sempre sullo sfondo. I suoi primi passi di una grande carriera da centravanti. «Con Di Carlo è un’altra squadra, il periodo di disperazione è stato superato. Concomitante con l’affaire Ventura, non prima. D’Anna era la continuità, ci stava la scelta della società così come la decisione di cambiarlo quando s’è capito che di una sterzata c’era bisogno. Puoi commettere un errore la prima volta, il problema è stato il mese successivo», l’analisi di Corradi, pure lui spiazzato da quel mese trascorso ad inseguire ad occhi chiusi un obiettivo a lunga gittata, prima che il capitano abbandonasse la nave senza un vero perché. «Quella è stata una vera mazzata», continua Corradi, «ma la società ha dimostrato di aver superato quel periodo. Di Carlo conosce l’ambiente, sa bene che nessuno ha regalato al Chievo quel che ha ottenuto. Tutto è stato conquistato con le proprie ricorse e i propri meriti. Altrimenti non rimani in Serie A tanto a lungo. Anche questa deve diventare un’ulteriore risorsa per l’immediato». L’AIUTO DEL PASSATO. Disegna ogni scenario Corradi, guardando in faccia la realtà fino in fondo. «Dovesse andar male», la sua certezza, «sono sicuro che il Chievo saprebbe rialzarsi in fretta. Come ha sempre fatto, come è già successo. Il suo storico parla molto chiaro. Ricordo i dubbi dei primi nostri passi in Serie A, quel calcio che molti di noi non avevano ancora visto e quegli interrogativi a cui riuscimmo velocemente a rispondere. Ora il Chievo è una certezza, per il suo modus operandi e per quei risultati che ha sempre saputo centrare. La realtà è sotto gli occhi di tutti». Quella prima a San Siro pare distantissima, eppure il suo stacco imperioso nell’area interista e la successiva stoccata di Marazzina davanti a uno stadio incredulo sembrano emozioni dell’altro ieri. Non di 17 anni fa. Nottata magica, una delle tante dell’epoca. VARIANTI CERCASI. Cerca spiragli ora Corradi, al di là degli attaccanti. «Pellissier è encomiabile. Per quel che sta dando sul campo e per come si è posto ad un certo punto a baluardo del Chievo. Capitano vero lui», il primo tassello, a cui ne andrebbero inevitabilmente però affiancati altri. «Io cercherei qualche risorsa aggiuntiva alle punte, il potenziale offensivo andrebbe sorretto sfruttando altre fonti di reddito. Chiedendo magari il sostegno sottoporta anche di difensori e centrocampisti», l’idea di Corradi, aspettando fra gli altri anche e soprattutto il recupero completo di Djordjevic. Ancora a corrente alternata, anche sul prato di Veronello. BISOGNO DI TUTTI. «Nel primo periodo alla Lazio ha fatto grandi cose, ma al di là di quel che è stato Djordjevic deve adesso soprattutto trovare la continuità. Requisito assolutamente necessario. Adesso c’è davvero bisogno di tutti. D’accordo le grandi prestazioni con Napoli e Lazio. Servite a dar punti e a restituire una bella dose di fiducia. Il Chievo sa bene però che la salvezza passa da altre partite, quelle che dovrà cercare di non fallire. Con l’Inter tutti dovranno rendere al meglio e loro sbagliare qualcosa. Altre soluzioni non ce ne sono, visto il divario. Di tempo però ce n’è ancora parecchio, il campionato finisce a maggio. E il nuovo Chievo ha tutto per potersi risollevare». •

Alessandro De Pietro

Suggerimenti