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LA NUOVA AVVENTURA

Con Nicolas Frey più Lorenzo Squizzi, il nuovo Chievo profuma d’antico

Pienone al casting del Payanini Center e Luciano dal Brasile studia il ritorno in campo. I piani del club
Anche Nicolas Frey ieri era al Payanini
Anche Nicolas Frey ieri era al Payanini
Anche Nicolas Frey ieri era al Payanini
Anche Nicolas Frey ieri era al Payanini

La coda fuori dal Payanini Center, la lunga fila per registrarsi. Più di cinquecento ragazzi hanno chiesto di provare per il Chievo 2021.

 

Da tutta Verona, da Siena, da Reggio Calabria, dalla Sicilia. Non ci sarà posto per tutti ma i messaggio è stato bello forte. Il marchio ha ancora un certo appeal anche se la versione è tutta nuova e solo dalla Terza categoria si può ripartire. Sempre col gialloblù sulle maglie, come hanno anche chiesto i tifosi in questi giorni. Senza settore giovanile perché di tempo ce n’era poco, giocando le proprie partite forse di sabato, probabilmente sul terreno di via Sogare e iniziando il 26 settembre anziché il 19. Giusto per avere una settimana in più, perché fino a ieri pomeriggio di giocatori il Chievo non ne aveva neanche uno.

 


Uno potrebbe arrivare dal Brasile, perché Luciano non vede l’ora di prendere l’aereo da Rio e tornare a correre sul campo. La corsa è sempre parecchio fluida, i tempi notevoli. Anche a 45 anni. Oggi si replica. Altra selezione, sempre dalle 16.30. Poi si tireranno le prime somme.

 


Vecchie colonne Il parcheggio è stracolmo, oltre ogni aspettativa. C’è anche Nicolas Frey, altra leggenda di Veronello, anche lui nel cuore del disegno dell’amico Pellissier. C’è Lorenzo Squizzi, uno che non se n’è mai andato ed ora a seguire i portieri del prossimo Chievo 2021.

 


Da lontano osserva Riccardo Allegretti, l’anno scorso alla Primavera del ricco Monza e ora all’ultimo gradino della scala del calcio. «Mi piacerebbe diventare una pietra importante. C’è grande entusiasmo, sono molto motivato. E la velocità con cui tutto questo è stato creato rende tutto ancor più affascinante. Non credo», il pensiero di Allegretti, «ci sia una via ben precisa per arrivare a raggiungere il sogno mio di allenare ad alti livelli. Preferisco affiancarmi alle persone delle quali mi fido. E Pellissier è una di queste. Conta poco la categoria, conta come si fanno le cose. Abbiamo già le idee abbastanza chiare, col tempo lo saranno ancora di più. Poi ci vogliono tanto lavoro e tanta passione. Quel che a noi certo non manca. Adesso però bisogna costruire la squadra».

Riccardo Allegretti al Payanini
Riccardo Allegretti al Payanini


Sogno e realtà Il via vai è continuo. Pellissier è lì, con tutti gli altri. «Mi sembra di essere tornato in famiglia, quel che per la verità più mi mancava. Vogliamo risalire il prima possibile, vedremo quale strada percorrere. Sfrutteremo quest’anno», il piano di Pellissier, «per costruire la società, nel frattempo capiremo il da farsi. Non ho creato il Chievo 2021 per far del male al vecchio Chievo. Sia chiaro. L’ho fatto semplicemente per rivedere il Chievo in un campionato della Figc. Mi piace sognare, sono sempre stato un sognatore. Anche grazie a quel Chievo che adesso non c’è più. Ha ragione Campedelli quando dice che ne esiste uno solo. Il suo. Questo naturalmente non potrà mai esserlo ma quel Chievo adesso non esiste. Così è. Ai tifosi dico che non sarà facile fare il tifo in Terza categoria, dopo un passato splendido fra Serie A, Serie B e Serie C. Ma noi ci siamo. E non ci fermeremo».

 

Escluso ogni teorico dialogo con Campedelli. «Per difenderlo ho perso degli amici», chiude Pellissier. «Per lui dovrò, credo, cambiar tenore di vita, perché anche economicamente a causa sua ho perso tanto. Rispetto quel che ha fatto ma una volta che subisco un torto grande io non torno indietro. Ed ora voglio solo guardare avanti».

Alessandro De Pietro

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