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LA NUOVA REALTÀ

Clivense, Pellissier: «Voglio vincere il girone. L’esperienza ci aiuterà»

Sergio Pellissier, a sinistra, con l’allenatore Riccardo Allegretti e Enzo Zanin
Sergio Pellissier, a sinistra, con l’allenatore Riccardo Allegretti e Enzo Zanin
Sergio Pellissier, a sinistra, con l’allenatore Riccardo Allegretti e Enzo Zanin
Sergio Pellissier, a sinistra, con l’allenatore Riccardo Allegretti e Enzo Zanin

La nuova Clivense Sm è a due categorie dalla Lega Pro e quindi dal professionismo, un gradino sotto la tabella di marcia ma tutto sommato non è neanche andata poi così male. «Il progetto rimane sempre quello», assicura Pellissier, «a dir la verità credevo di essere in Serie D già la scorsa estate ma un’annata di Terza categoria ci ha comunque insegnato molto. Non butto via niente io. E la stessa Eccellenza, dura e difficile com’è, ci aiuterà ulteriormente a crescere. Eravamo in realtà pronti per la D, ad un certo punto abbiamo dovuto cambiare i programmi in corsa ma siamo comunque a buon punto». La Clivense da San Martino non dovrebbe muoversi, pur tenendosi aperte altre porte.

 

«Non siamo vincolati a San Martino, ma si può lavorare insieme», il punto di Pellissier che ha già approvato a grandi linee l’impianto di Borgo della Vittoria dove la Clivense ha pure organizzato fa dei provini per giovani prospetti. Voleva libertà totale Pellissier, da qui la necessità di definire l’acquisizione del San Martino più che la fusione, da sempre solo soluzione di riserva. «Lo dovevamo prima di tutto agli oltre settecento soci che hanno avuto fiducia nel nostro disegno. Bisogna andare in una certa direzione», il passaggio obbligato di Pellissier «consapevoli della nostra dimensione attuale ma anche con la necessità di mantenere certi standard societari. Sportivi e non». Sulla prossima Eccellenza il pensiero è fin troppo chiaro: «Il calcio mi ha insegnato che se scendi in campo solo per non perdere hai già perso in partenza», spiega Pellissier. «Vedremo la composizione dei gironi, sarà comunque un campionato equilibrato ed insidioso. Ma noi vogliamo vincerlo».

 

Conto alla rovescia Del vecchio San Martino rimarrà solo Alessandro Sabaini, l’ultimo presidente, in un consiglio di amministrazione a tre retto naturalmente da Pellissier ed Enzo Zanin. Rispetto alla precedente struttura societaria non ci saranno più Giuliano Canova, leggendario mediano e capitano del San Martino, più il direttore generale Diego Dal Forno. «La piazza merita di più, merita una squadra di livello che possa frequentare un calcio di categoria superiore a quel che era nelle nostre possibilità», il manifesto di Dal Forno, per anni figura-chiave della dirigenza. La Clivense manterrà anche la Seconda categoria conquistata sul campo, costretta però a cambiare denominazione senza poterla inglobare quindi nella società d’Eccellenza. L’Under 19 regionale sarà guidata da Walter Curti, reduce dall’esperienza con la Juniores Nazionale del Sona, bandiera del Chievo che nel 1994 conquistò la B con Malesani in quel gruppo capitanato proprio da Zanin. La Clivense Sm d’Eccellenza si radunerà il 29 luglio per le visite mediche, il 31 il primo allenamento della stagione al Payanini Center dove la squadra rimarrà per la preparazione senza andare in ritiro.

 

Onore e rispetto In paese il calcio sarà garantito dall’opera del San Martino Giovani, ma quei colori nerazzurri che hanno a lungo furoreggiato fra Interregionale ed Eccellenza non ci sono più. Il magazziniere della Clivense presto metterà da parte per sempre quelle storiche maglie. Beniamino Vignola, uno dei più grandi talenti della storia di Verona e vice di Platini alla Juventus, a San Martino c’è stato a lungo vincendo due volte la Promozione. La prima volta nel 1992, saltando il primo torneo d’Eccellenza e salendo direttamente in Interregionale. Le sue punizioni all’incrocio sono ancora poesia negli angoli di Borgo della Vittoria e nel mitico campo «Ugo Pozzan», prima che lo tradisse un ginocchio alla prima giornata d’Eccellenza.

 

«Questo passaggio di consegne è naturalmente una corposa iniezione di carburante», la premessa di Vignola, «ma al tempo stesso sotto il profilo sportivo e romantico non si può non tornare indietro e guardare con grande rispetto alla storia del San Martino e al calcio che ha saputo produrre. Chi ha beneficiato soprattutto di questa operazione è stata la Clivense che altrimenti sarebbe rimasta confinata in Seconda categoria». E chi due: «Giusto che Pellissier e Zanin alimentino le proprie idee, giusto però sarebbe anche che il San Martino non venisse del tutto dimenticato»

Alessandro De Pietro

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