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Piani di fusione

Clivense a San Martino? Vertice caldo in Comune

Sergio Pellissier
Sergio Pellissier
Sergio Pellissier
Sergio Pellissier

Appuntamento a metà mattina. Obbligatorio passare dal Comune di San Martino. Attorno alle 11 Sergio Pellissier ed Enzo Zanin entreranno per la prima volta al municipio di piazza del Popolo per incontrare il sindaco Giulio Furlani, in passato anche assessore allo sport, per ufficializzare l'intenzione della Clivense di unirsi al San Martino Speme ma anche per ascoltare le condizioni che l'amministrazione ha sempre preteso per avvallare il disegno di una società fra i propri confini.

Regole a cui la Clivense dovrà in teoria sottostare fino in fondo. A partire dal criterio di appartenenza. Indispensabile che «San Martino» sia incluso nella denominazione sociale. Necessario che l'organico, anche della prima squadra, sia composto almeno per il trentacinque per cento da giocatori residenti in paese.

Il grande nodo Nessuna acquisizione quindi se i paletti resteranno questi, solo una fusione che permetterà comunque alla Clivense di scavalcare tre categorie saltando dalla Seconda all'Eccellenza ma senza speranze di poter acciuffare la Serie D. Il San Martino, ultimo nel girone B di Interregionale, non ha infatti grandi chance di riavere il titolo perduto sul campo. Non è proprio quel che s'aspettava Pellissier che ha a lungo inseguito la D e avrebbe preferito rilevare una società più che condividerne le stanze. Senza però avere lui a questo punto il coltello dalla parte del manico, costretto a ricavarsi una finestra già occupata dopo aver sperato, invano, che la Figc l'ammettesse in sovrannumero come erede naturale del Chievo. Opzione valida la scorsa estate, ma non ora. Tanto più che l'articolo 52 delle norme organizzative interne della Figc in fondo è nato per ridare il calcio alle città rimaste senza. Non certo il caso di Verona, già presidiata da Hellas e Virtus.

Impianto perfetto L'accordo col San Martino è in gran parte fatto, in discesa soprattutto grazie all'opera del direttore generale Diego Dal Forno oltre che dal presidente Alessandro Sabaini. Assecondare i parametri fissati dal Comune sarà il vero lasciapassare per il definitivo via libera e poter giocare le partite interne all'impianto di Borgo della Vittoria, l'ideale col suo capiente parcheggio per accogliere un numero di tifosi superiore alla media d'Eccellenza. Nella struttura convivono pure l'atletica e il baseball, oltre al San Martino Giovani coi suoi 250 tesserati. Lo spazio per ospitare la Clivense c'è ovviamente tutto com'è stato l'anno scorso col San Martino, con quattro campi compreso il sintetico e un'organizzazione ormai radicata.

Il vero bivio L'obiettivo della Clivense è vincere il campionato, nella stagione in cui la previsione era quella di vincere invece la D ed essere a maggio in Lega Pro. Traguardo spazzato via dalla chiusura della Federcalcio e l'impossibilità di unirsi a un club di Interregionale dopo i tentativi fatti con Caldiero e Villafranca. Il budget sarà fuori concorso per l'Eccellenza, anche grazie alla chiusura del crowdfunding a quota 735.876 euro, con settecento sottoscrizioni e un piano che prevede addirittura l'ingresso in Serie A nel 2028. Pur partendo da un gradino più basso della D. Volesse tornare a Verona la Clivense potrebbe, da regolamento, cambiare sede già fra un anno. Lasciando un gran vuoto a San Martino, scenario da preventivare o da escludere già oggi. La fusione è vicina, l'ultima benedizione dovrà darla il padrone di casa. Quindi Furlani. .

Alessandro De Pietro

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