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Chievo, stretta sul tecnico. C’è Mignani davanti a tutti

Gioco delle percentuali Michele Mignani, in pole per la panchina del Chievo
Gioco delle percentuali Michele Mignani, in pole per la panchina del Chievo
Gioco delle percentuali Michele Mignani, in pole per la panchina del Chievo
Gioco delle percentuali Michele Mignani, in pole per la panchina del Chievo

Volata finale. Mercoledì o giovedì al massimo il Chievo avrà il successore di Alfredo Aglietti. Gli ultimi dubbi verranno sciolti fra oggi e domani. Quindi le conseguenti riflessioni, poi l’investitura. Il più vicino a metter piede a Veronello resta Michele Mignani, uno scudetto sul petto a 19 anni compresa una presenza, contro il Lecce, nella Sampdoria di Boskov, Mancini e Vialli nel 1991 campione d’Italia. In Serie A poi al Siena, sul finire di una carriera vissuta per lo più in B ma spesso con la fascia di capitano al braccio passando da GB Fabbri ai tempi della Spal fino a Orrico e Pioli, incrociando pure Gigi Simoni e restando a fianco soprattutto di Papadopulo. Di Mignani, desiderio forte pure del Bari, non c’è nulla da scoprire. Almeno agli occhi di Giorgio De Giorgis che l’ha visto crescere fin dai tempi della alla Doria. Il punto più alto la finale dei playoff di C del 2018 persa col Cosenza guidato in mediana da Palmiero, fresco regista del Chievo appena rientrato al Napoli. Il file di Mignani è già archiviato, senza niente da dover togliere o aggiungere da qui alla decisione finale. Con lui arriverebbe anche il suo fidatissimo vice Simone Vergassola, anche lui ligure ma di La Spezia, insieme al Siena e a Modena. Altro soldato della Samp e poi mediano al Torino. Mignani finora è davanti a tutti ma senza ulteriori margini di manovra, quelli che invece hanno sia Massimo Carrera che Massimo Pavanel. Capitoli tutti e due aperti, mentre a meno di clamorosi ed improbabili rilanci è archiviato il discorso legato a Stefano Vecchi che ha ormai chiuso col Feralpisalò sulla base di un biennale. La firma ancora non c’è, ma il contratto è ormai pronto. Ultime telefonate Nei prossimi due giorni il Chievo riparlerà di nuovo con Carrera, già incontrato in sede la scorsa settimana. Con lui il suo agente Andrea D’Amico, ulteriore collante della trattativa. Dialogo interessante, la giusta apertura, la sensazione di avere davanti un grande professionista. Puntiglioso ma anche elastico, figlio di un’esperienza infinita fra i picchi da giocatore con la Juventus fino a diventare un fedelissimo di Conte anche con l’Italia e mettersi poi in proprio trionfando in Russia con lo Spartak Mosca ma anche accettando la patata bollente del Bari in Lega Pro in una stagione da tempo compromessa. Con Carrera verranno messi sul piatto obiettivi, idee tattiche, programmi nel medio periodo. Il Chievo vuole una figura solida, uno bravo a condurre in porto la barca anche con la tempesta. Con spalle larghe e mestiere a sufficienza per indirizzare dalla propria parte ogni soffio di vento in un campionato in cui certo le sicure pretendenti all’alta classifica saranno altre e ci sarà da soffrire. Quel che vuole il Chievo è un allenatore che produca bel calcio ma che costruisca soprattutto un gruppo disposto a dare in campo tutto e anche di più. Punti tutti a favore di Carrera, ma un altro contatto fra le parti sarà comunque necessario. Terza pista Piace anche la concretezza di Pavanel, così come la sua capacità di saper lavorare coi giovani e di affrontare di petto ogni questione. Come fu ad esempio all’Arezzo, salvo per miracolo, ma anche alla Triestina che perse la B nell’ultimissimo spareggio contro il Pisa. Pavanel sa creare squadre ordinate e arcigne, figlio del 4-3-3 ma non solo. A Salò ha fatto molta strada, anche nei playoff, meritandosi la considerazione del Chievo ma pure della Spal così come della Sambenedettese. Indietro rispetto a Mignani e Carrera, ma la sua candidatura non va trascurata, specie ora che il quarto candidato è ormai lontanissimo. Con Vecchi infatti, concluso il ciclo al Sudtirol, c’era stato qualche contatto telefonico ma niente di vincolante. Nulla che gli ha vietato di flirtare col Feralpisalò. Vecchi è uomo Inter, che non a caso s’è fatta sentire spendendo per lui buone parole come fa in questi casi ogni società che ha avuto a lungo alle proprie dipendenze un prospetto di qualità in rampa di lancio che ha vinto molto con la Primavera e traghettato due volte la prima squadra dopo gli esoneri di De Boer e Pioli lanciando talenti come Zaniolo, Bonazzoli, Radu, Kouame, Dimarco e Pinamonti. Tenuto in considerazione fino all’ultimo, ma ormai quasi certamente i prossimi due anni Vecchi li vivrà a Salò. La lista s’assottiglia sempre più. Mignani è sempre davanti a tutti, ma Carrera è lì ad un passo. E Pavanel non è così distante. •.

Alessandro De Pietro

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