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Chievo, spunta Gregucci Ma Alvini rimane in quota

Vent’anni di carriera Angelo Gregucci, prima panchina (da vice) nel ’98, oggi lavora nello staff di Roberto Mancini
Vent’anni di carriera Angelo Gregucci, prima panchina (da vice) nel ’98, oggi lavora nello staff di Roberto Mancini
Vent’anni di carriera Angelo Gregucci, prima panchina (da vice) nel ’98, oggi lavora nello staff di Roberto Mancini
Vent’anni di carriera Angelo Gregucci, prima panchina (da vice) nel ’98, oggi lavora nello staff di Roberto Mancini

Tante strade, tutte aperte. Una porta ad Angelo Gregucci, nello staff di Roberto Mancini con l’Italia e prima ancora alla Fiorentina, al Manchester City, all’Inter e allo Zenit, reduce ora dai mesi all’Alessandria in Lega Pro fino all’esonero di gennaio. Per lui parlano le 267 panchine di Serie B, parecchie delle quali piuttosto datate a parte la parentesi di due anni fa con la Salernitana. La prima esperienza nel 2003 al Venezia, quindi il primo round a Salerno, il breve segmento di Lecce, la lunga striscia al Vicenza poi Atalanta, Sassuolo e Reggina fino al 2012 prima di immergersi soprattutto nel mare della Lega Pro oltre i periodi dorati a fianco di Mancini, per una vita gestito da Giorgio De Giorgis, che sta ora coordinando la ripartenza del Chievo e che di Gregucci sa naturalmente tutto. Priorità e scadenze Il tasto del nuovo allenatore non è ad oggi però una scadenza così ravvicinata. Prima c’è molto altro da fare. Prima la società deve garantirsi delle basi per la nuova stagione. Il resto arriverà solo in un secondo momento. Gregucci, 57 anni il prossimo 10 giugno, è stato difensore centrale di Serie A soprattutto con la casacca della Lazio ma anche con Torino e Reggiana, dove ha cominciato a studiare da tecnico fino all’incrocio con Mancini di cui è stato sempre uno dei più stretti collaboratori. Fino alla decisione di iniziare a camminare da solo. Venuto dal basso Le consultazioni vere il Chievo le comincerà fra qualche giorno, per adesso Gregucci è nome sull’agenda così come quello del cinquantunenne Massimiliano Alvini, in uscita dalla Reggiana e con mercato per adesso solo nell’alta Serie C. Il profilo è interessante, come racconta anche il suo percorso impreziosito dalla vittoria dei playoff e la promozione in B senza però essere riuscito ad evitare la retrocessione alla fine di un campionato in cui la sua manovra spigliata, sempre aggressiva e spesso anche bella a vedersi anche contro i più forti è diventata ben presto suo inconfondibile marchio di fabbrica. Partito dalla gavetta come tanti suoi colleghi toscani, fino ad entrare fra i professionisti con la forza del suo credo senza troppi compromessi. Alvini ha già salutato la Reggiana, in lacrime dopo il ritorno immediato in Lega Pro ed un biennio comunque entrato nella storia. Pausa di riflessione ora, come il Chievo che però verso di lui presto potrebbe cominciare a guardare con grande interesse. Altro candidato che De Giorgis conosce benissimo, in una lista in questo momento apertissima. Senza troppi vincoli, se non qualcuno. L’identikit Il Chievo vuole un simil Aglietti, uno che ad una discreta esperienza unisca personalità, una buona proposta tecnica, la capacità di guidare con autorità lo spogliatoio e l’elasticità di capire le esigenze della società che alla fine del mercato è sicura di riuscire ad allestire un organico al livello dello scorso campionato senza poterlo assicurare invece ora. Non ci sono particolari paletti tattici, nessuna dipendenza da moduli o principi se non la condizione essenziale di un calcio propositivo oltre che equilibrato. Com’è quasi sempre stato. Nessuna preclusione per la difesa a cinque, punto fermo di Gregucci e Alvini, un cambio per certi versi storico per chi come il Chievo s’è sempre appoggiato su linee a quattro anche leggendarie. Moro, D’Angelo, D’Anna, Lanna su tutte. Esclusa la strada del tecnico solo temperamentale, quindi profili alla Bisoli o alla Cosmi. Ci vuole un giusto mix, anche per telecomandare quelli che saranno i tanti giovani che dovrebbero popolare l’organico. La legge dell’ex Per una volta, almeno stavolta, il Chievo vorrebbe anche staccarsi dalla legge dell’ex, dalla panchina negli ultimi tempi spesso affidata a chi è passato da Veronello da calciatore. Vedi D’Anna, Corini, Maran e Marcolini. Condizione che escluderebbe a priori Longo e Legrottaglie. Mentre Stefano Vecchi, impegnato nei playoff di C, è in odore di rinnovo col Sudtirol dove sta inseguendo la Serie B. Il ventaglio è ampio, fedele ad un mercato non più con le regole di un tempo come dimostra il giovane Maresca ad alimentare i propositi di Serie A del Parma o l’esperto Tesser che ricomincerà dalla Lega Pro del Modena con una proprietà tutta nuova. E Aglietti? La Reggina è pista valida, con un contratto che non andrà oltre l’annuale e obiettivi ancora tutti da definire più qualche punto di domanda lungo il cammino. Col fiato corto non c’è solo il Chievo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro De Pietro

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