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Bandiera gialloblù

Luciano: «Chievo, sorpresa playoff. E io torno in Brasile ad allenare»

Luciano Siqueira de Oliveira, 45 anni, bandiera del Chievo FOTOEXPRESS
Luciano Siqueira de Oliveira, 45 anni, bandiera del Chievo FOTOEXPRESS
Luciano Siqueira de Oliveira, 45 anni, bandiera del Chievo FOTOEXPRESS
Luciano Siqueira de Oliveira, 45 anni, bandiera del Chievo FOTOEXPRESS

Luciano è la storia. Luciano è la memoria. Luciano è un pezzo di Chievo. Fisico da fondista, a 45 anni. Il brasiliano a breve tornerà a casa sua. «Vado in Brasile per stare vicino alla famiglia» ammette «ma anche perchè vogliamo iniziare ad allenare. Il rammarico è di non averlo fatto qui al Chievo. Voglio partire dai giovani, darmi questa possibilità».

 

Intanto, Lucio macina chilometri. Ogni giorno. Un razzo per chi lo vede sfrecciare per le strade della città. «Ringrazio Dari Meneghini che mi ha fatto riscoprire il piacere della corsa. E tutti i ragazzi che mi hanno accolto nella Km Sport (squadra Fidal). Una gioia correre con loro».

 

Luciano, chi vince il campionato di B? «Empoli e Lecce. Con i pugliesi che potrebbero anche arrivare primi».

E poi ai play off? «Il Monza, sulla carta, può andare in A. Ma al momento il valore della rosa non si è visto fino in fondo sul campo».

E il Chievo? «Sarà la grande sorpresa dei play off».

Perché? «Perchè ha l’allenatore giusto e gli uomini giusti. Poche volte ho visto il Chievo andare in difficoltà sul piano del gioco contro gli avversari. È successo con Empoli, Spal e Lecce».

Cosa manca ancora per la A? «Un bomber da 15 reti a stagione. Fino agli ultimi venti metri il Chievo ha tutto quello che serve. Poi inizia a faticare».

L’uomo al quale non rinunciare? «Garritano. Mi rivedo in lui. Non rinuncia mai a puntare l’uomo. Spesso lo salta. Servono giocatori così. Anche Semper, però, ha avuto una grande crescita. Importante avere un portiere che ti dà sicurezza».

Il simbolo oggi chi è? «Obi. Uno che se non c’è, avverti tantissimo la sua mancanza. Porta tutta la sua esperienza. Di uno così non si può farne a meno».

Aglietti? «Il mister è entrato nei meccanismi del Chievo. La passata stagione ha portato la squadra a sfiorare la promozione. Aglietti ha dato un gioco. Propone un calcio bello da vedere. Interessante».

Il miglior calcio della cadetteria chi lo propone? «Il Venezia di Zanetti è pazzesco. L’Empoli ha grande qualità. Ma io scelgo Corini».

Genio è la sorpresa tra i tecnici? «Genio è una certezza. Un allenatore di spessore, di grande qualità, pronto per qualsiasi cosa. Lo sta dimostrando sul campo. Mi ricorda tanto Delneri. Sempre propositivo. Si può difendere, attaccando. Mi diverto a vedere giocare il suo Lecce. Ha fatto il salto di qualità. Riesce a trasmettere tutto se stesso al gruppo. Lo faceva anche da giocatore. Adesso lo fa da allenatore».

Luciano, la nostalgia in un ricordo? «La notte di San Siro, la nostra vittoria contro l’Inter di Vieri, Ronaldo, Recoba, Zanetti. Quel giorno mi hanno scelto come miglior giocatore della partita. Quel giorno abbiamo fatto la storia. Anzi, siamo entrati nella storia. E certe cose sono destinati a restare per sempre».

Simone Antolini

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