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Chievo, servono cuore e gol E «Aglio» chiama Djordjevic

Filip Djordjevic a caccia di gol: domani l’occasione a CastellammareEmanuel VignatoEmanuele Giaccherini
Filip Djordjevic a caccia di gol: domani l’occasione a CastellammareEmanuel VignatoEmanuele Giaccherini
Filip Djordjevic a caccia di gol: domani l’occasione a CastellammareEmanuel VignatoEmanuele Giaccherini
Filip Djordjevic a caccia di gol: domani l’occasione a CastellammareEmanuel VignatoEmanuele Giaccherini

Ora o mai più. Il momento di Djordjevic, stavolta non si scappa. A riposo a Cremona, nella mischia magari più lucido di tanti altri domani. Ad aspettare il Chievo la rabbia della Juve Stabia, spalle al muro ancora più pericolosa. In uno stadio che sa farsi sentire anche a porte chiuse, in un ambiente infuocato nonostante il silenzio. Solo apparente però. I playoff sono a rischio, il quintultimo posto neanche così distante, il tempo delle mezze intenzioni concluso. Il peso è tutto su Djordjevic, rimasto al gol col Cosenza di quattro mesi fa e a quello di Ascoli di cinque giorni prima. Uno dei pochi a non rendere al massimo fra le mani di Aglietti che di attaccanti ne ha fatti esplodere e rigenerati molti. Da Caputo a Di Carmine, da Seferovic a La Mantia, da Favilli ad Orsolini. Sempre a trovare la chiave giusta per tutti. Avvio col botto, due lampi. Poi il vuoto. E Djordjevic di nuovo nella penombra. Tocca a lui, spesso anonimo e chiamato adesso a camminare più che mai con le sue gambe. Perché il serbatoio di Giaccherini e Vignato non può essere infinito fra scatti, controscatti e partite una dietro l’altra. Djordjevic non è nemmeno fra i primi 30 marcatori della Serie B, falla ormai cronica ma con quattro occasioni per invertire leggermente la tendenza. A partire da domani. Uno spiraglio ancora c’è, d’obbligo entrare nelle prime otto. Poi non si sa mai. Doveroso provarci. A settembre, svaniti gli effetti del paracadute e senza promozione, le conseguenze della caduta potrebbero farsi sentire ancora di più. ANIMA DA RITROVARE. L’undici del Chievo sarà competitivo, ventaglio più ampio di Cremona perché Segre si riprenderà il posto da mezzala ed Esposito quello da regista. In attesa di Obi, i cui miglioramenti sono continui ma il tempo non tantissimo per rischiare di catapultarlo nella battaglia di Castellammare dove servirà gente pronta e disposta a tutto. Ci penserà Garritano, silenzioso ma preziosissimo, a far da valore aggiunto. Facesse anche gol sarebbe di altra categoria, ma averne in B di giocatori così. Partito in sordina, poi sempre più convincente. Aglietti non ha moltissimo ma il pieno recupero di Di Noia è già tanto e l’autorità con cui Zuelli ha preso in mano il centrocampo lunedì rappresenta un’ulteriore certificazione di qualità più la certezza che nel rush finale la spinta potrà venire anche da lui. Bisogna stringere i denti, quel che il Chievo ha sempre saputo fare meravigliosamente. Soprattutto quando s’è trovato spalle al muro. Lo racconta la storia, lo testimoniano 17 stagioni di Serie A e non solo. Specie quando il gioco si faceva duro. Come sarà domani con la Juve Stabia ma anche con Cittadella, Benevento e Pescara. Di quell’ardore passato di tracce non ne sono rimaste molte, ma il ceppo da qualche parte a Veronello deve pur esserci. SENZA DOMANI. Impossibile gestire le energie, ma incanalarle sui binari giusti si deve. Come dovranno per forza fare Dickmann e Renzetti, senza troppi aiuti alle spalle o possibilità di turnover. Chiamati a spingersi e a sdoppiarsi, quasi a moltiplicarsi. Come sarà per Giaccherini, a cui non si potrà però chiedere ancora per molto di andare su e giù sulla sinistra come se fosse un ragazzino. A 35 anni tutto cambia, anche per uno come lui. Meglio circoscrivere il campo, meglio centellinare le serpentine e gestirsi come solo i grandi sanno fare davvero. E poi c’è Vignato, promesso sposo al Bologna che sta pensando di parcheggiarlo altrove. Il mercato può aspettare, mai come nelle prossime quattro il suo apporto sarà determinante. Non si scappa. Di varchi davanti alla Juve Stabia ne avrà molti, dovrà solo aggredirli come non mai. Ne va di una stagione intera. Premerà la Juve Stabia. D’inerzia soprattutto, provando a disordinare la contesa e a vivere di seconde palle. Ogni azione è in ballo una fetta di salvezza, playout da evitare ma anche Trapani e Cosenza da tenere a debita distanza, lontani tre e quattro punti là dove c’è la retrocessione diretta senza appelli. Finiti da tempo anche per il Chievo. •

Alessandro De Pietro

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