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Chievo, rimonte e sorrisi L’X-Factor però è un freno

Il portiere del Venezia Lezzerini anticipa De Luca lanciato verso la rete FOTOEXPRESSViviani (di testa) offre a Gigliotti l’assist dell’1-1 col Venezia
Il portiere del Venezia Lezzerini anticipa De Luca lanciato verso la rete FOTOEXPRESSViviani (di testa) offre a Gigliotti l’assist dell’1-1 col Venezia
Il portiere del Venezia Lezzerini anticipa De Luca lanciato verso la rete FOTOEXPRESSViviani (di testa) offre a Gigliotti l’assist dell’1-1 col Venezia
Il portiere del Venezia Lezzerini anticipa De Luca lanciato verso la rete FOTOEXPRESSViviani (di testa) offre a Gigliotti l’assist dell’1-1 col Venezia

Rimontati o rimontanti, il prodotto non cambia. Segni particolari? L’affezione al pareggio. Effetti? Il vertice del campionato che - al di là delle due partite ancora da recuperare - si è fatto giornata dopo giornata più lontano. Il Chievo rifà i conti. Scopre qualche lacuna in più su e giù per il campo, rivede le stime di una difesa meno imperforabile ma conferma di avere sette vite. Mai defunto, al di là delle apparenze, finché arbitro non fischi tre volte. Era successo dieci giorni fa a Pisa (con recupero addirittura dallo 0-2) ed è capitato di nuovo mercoledì al Bentegodi - ultima gara del 2020 - col Venezia, con quell’1-1 acciuffato a recupero abbondantemente inoltrato. La sintesi? Zona playoff smarrita ma vicina. E una trasferta a Cremona, dopodomani, da non sbagliare. Poi quei due confronti rimasti per strada - a Vicenza e in casa contro il Cittadella - da adoperare come una catapulta per scavalcare quanti più concorrenti possibili. PASSO LENTO. L’aspetto positivo, rispetto all’ultimo mese di campionato, ha a che fare con la continuità. Smaltita la rocambolesca sconfitta di Frosinone il Chievo si è rimesso in sesto, steccando un paio di volte l’acuto senza però mai perdere il contatto col risultato. Il limite? Dopo il successo, pulito, sulla Reggina, sono arrivate quattro patte di fila (Spal, Empoli, Pisa e Venezia) tutte diverse l’una dall’altra ma tutte legate a qualche piccolo motivo di rammarico. I meriti? Quello di non aver mai ceduto neppure di fronte a rivali qualificate confermando, in almeno tre circostanze, la bontà dell’impianto di gioco. La sintesi? La squadra ancora promette ma non... mette le ali e, per quanto l’andatura delle battistrada non sia così travolgente, resta oggi a dieci punti dalla vetta e tre dalla zona playoff, agganciata ora anche da Pordenone e Brescia. Un peccato aver dilapidato gran parte del patrimonio accumulato fino ai primi di novembre, un conforto sapere di possedere ancora abbondanti margini di crescita. Misurata sui singoli così come sul collettivo. Altra nota positiva, come detto, quella dell’inversione del trend delle rimonte: malissimo aveva portato il finale di gara contro Pordenone e Lecce. A Pisa e contro il Venezia il vento è improvvisamente girato a favore. Che la brezza abbia deciso di spirare per il giusto anche in prospettiva? IL MESE DELLE VERITÀ. Come già detto, scritto e letto quello di gennaio può trasformarsi nel mese della svolta. Utilissimi potrebbero rivelarsi alcuni ritorni (vedi Vaisanen, cambio pesante dietro) e addirittura fondamentali i progressi di giocatori chiave rimasti finora semi nascosti (Ciciretti, Margiotta) o convalescenti (Giaccherini e D’Amico su tutti). Aglietti poi conta sulla completa maturazione di ragazzi rivelatisi nei mesi scorsi (come Viviani e De Luca) e di altri in via di consacrazione (Zuelli). Senza contare le auspicabili conferme da Canotto, in chiara ascesa prima dell’infortunio patito con la Spal. Il resto potrebbero combinarlo le imminenti operazioni di mercato, che dovrebbero orientarsi su un paio di ricambi in più in difesa e, soprattutto, su un bomber che riesca davvero a capitalizzare la grande mole di lavoro espressa dalla squadra. In questa ottica la partita di lunedì a Cremona, ultima prima della sosta del campionato, diventa la vetrina perfetta per Filip Djordjevic, la cui esplosione tra i cadetti non si è mai materializzata. Nessun dubbio in assoluto sulle virtù del serbo, pesantemente condizionate però da numeri troppo modesti. Quella dello «Zini» sarà tappa da all-in: tutte le energie rimaste da spremere in 90’ ad alta intensità. Un colpo di spugna su possibili, ulteriori rimpianti per affrontare più serenamente anche le (brevi) vacanze previste per gennaio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

FR. AR.

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