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Alle 14 in campo

Chievo, rialzati e combatti. A Lecce fuori unghie e cuore

Gigi Canotto in campo dal 1’?
Gigi Canotto in campo dal 1’?
Gigi Canotto in campo dal 1’?
Gigi Canotto in campo dal 1’?

Lo smacco sembra digerito, i graffi leniti dal tempo e dalle analisi, dalle prese di autocoscienza e dal lavoro. Che resta uno degli unguenti più efficaci e funzionali. Il lunedì buio col Vicenza, insomma, è ricordo sempre più remoto. Indispensabile che sia così se si intende affrontare con la testa giusta l’impegno di oggi, ancora più tosto, almeno sulla carta.

 

Perché il Chievo di Alfredo Aglietti in calendario ha il testa a testa con il Lecce di Eugenio Corini (altro ex, dopo Di Carlo) allo stadio di via del Mare. Avversaria di valore assoluto che giusto nell’ultima giornata si è rimessa a marciare con grande autorevolezza (4-0 a Reggio Emilia) e che comunque, malgrado qualche passaggio a vuoto, ha vinto tre delle ultime cinque sfide.

 

LE SCORIE ALLE SPALLE. Aglietti, interpellato come di consueto dal suo ufficio stampa poco prima della partenza per la Puglia, distribuisce rassizurazioni: «Stiamo bene, le scorie del Vicenza sono superate e la rosa è praticamente al completo, posto che perdiamo Djordjevic per un risentimento muscolare al polpaccio», il suo esordio al microfono. «Al Vicenza non dobbiamo più stare a pensare più di tanto, il campionato va avanti e noi dobbiamo essere pronti a una partita importante come quella di Lecce». Senso pratico e fine delle litanie, in sintesi.

 

Metabolizzata la parentesi grigia, è necessario tornare a pensare al futuro: «L’ho detto più di una volta: dobbiamo pensare partita per partita, gara per gara. Ci sono dei momenti positivi e ce ne sono altri meno positivi, incidenti di percorso e partite giocate meno bene come ci è successo lunedì ma non per questo bisogna perdere convinzione.Non bisogna perdere certezze ma continuare ad avere la continuità nel credere in noi stessi». Di più: «Non è che si possa pensare di tenere il ruolino che avevamo fino a qualche settimana fa. C’è stata qualche sconfitta di troppo concentrata negli ultimi tempi - questo è vero - ma è vero anche che se le stesse sconfitte fossero state dilazionate nel tempo i punti sarebbero sempre quelli», la risolve.

 

CATEGORIA SUPERIORE. Che il Lecce fosse, già ad agosto, tra le più accreditate aspiranti al ritorno in A non è propriamente un mistero. Ovvio quindi che Aglietti etichetti la partita come «difficile, impegnativa contro una squadra forte, che ha un organico sicuramente da categoria superiore contro la quale però noi ce la possiamo giocare». Considerando con attenzione il fatto che si scontrano il miglior attacco della B contro la seconda migliore difesa: «Anche questa è una chiave di lettura visto che siamo a dieci, undici partite dalla fine e i numeri sono frutto del lavoro svolto durante l’anno. Ma è anche riduttivo fermarsi lì». Quindi «noi dovremo cercare di essere propositivi, ribattere colpo su colpo con le nostre armi e cercare di rimanere attenti e concentrati, sapendo che davanti troveremo attaccanti importanti come quelli che ha il Lecce».

 

SCOSSA ALL’ATTACCO. Difficile prevedere cosa Aglietti potrebbe cambiare nell’undici di partenza. Quello nel quale potrebbero farsi largo Canotto a destra, Fabbro davanti, magari Leverbe dietro. Con i riflettori accesi sugli attaccanti gialloblù, spesso in cerca della brillantezza perduta: «Ho sempre detto che i nostri giocatori le risposte le devono trovare in loro stessi», spiega Aglietti,«e che per i nostri attaccanti questa è una grande occasione visto che giocano in una squadra che produce tanto».

 

Tanto per meglio charire: «I dati dicono che il Chievo ha il secondo miglior possesso palla della B ed è primo come numero di occasioni create e per numero di cross. Chiaro che giocare in una squadra come questa per gli attaccanti può essere una fortuna ma loro devono anche avere una determinazione e magari un entusiasmo maggiore. Devono sapere che l’occasione capita, dopo di che devono essere bravi a farsi trovare pronti. Poi non sempre si segna, ci stanno l’errore tecnico e l’errore di lettura, ma io vorrei vedere una maggiore convinzione nell’attaccare la porta e nel pensare positivo». Limiti che «a volte vedo anche in allenamento». Lì bisogna progredire «anche perché il gol poi porta entusiasmo, convinzione. Ma il gol non arriva da solo. Te lo devi andare a cercare». •

Francesco Arioli

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