<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Alle 21 al Picco

Chievo, non fermarti stasera!
La corsa alla finale passa dalla Liguria

L'attesa in un bar di La Spezia (Fotoexpress)
L'attesa in un bar di La Spezia (Fotoexpress)
L'attesa in un bar di La Spezia (Fotoexpress)
L'attesa in un bar di La Spezia (Fotoexpress)

La verità, tutta la verità. In novanta minuti o forse più. Il Chievo deve difendere un sogno, il suo. La serie A passa anche da La Spezia e adesso, chi si ferma è davvero perduto. Alfredo Aglietti, però, ha dimostrato a tutti che le vie del signore sono davvero infinite. E il Chievo si è fatto uomo, ha ripreso in mano il suo destino, ha vinto le ultime tre partite di campionato, si è preso un pass per i play off e ha cambiato faccia.

 

SVOLTA. Non era scontato. Molti aspettavano segnali confortanti dal taumaturgo Aglietti. Che non ha deluso le attese, consegnando nuove verità al suo Chievo. Squadra che rinasce giocando, che non si cura di chi non c’è, che non tradisce paura, che ha imparato pure a farsi assistere dalla Dea Bendata. E questo non guasta mai. Oggi il Chievo può guadagnarsi il diritto di giocarsi la finale play off, che consegnerà al vincitore l’ultimo passo per la serie A. La situazione è chiara: i ragazzi di Aglio hanno battuto due a zero al Bentegodi lo Spezia dell’ex Vincenzo Italiano (dopo avere eliminato l’Empoli nella corsa alla A). Ai liguri per ribaltare il destino della sfida servono due gol in più degli avversari. In tutti gli altri casi passa il Chievo. Che a questo punto può vincere, pareggiare e perdere con un gol di scarto. Due risultati e mezzo a favore. Anche se Aglio penserà soprattutto a costruire che a distruggere.

 

ATTEGGIAMENTO. Il Chievo non è fatto per aspettare o per specchiarsi nel gioco altrui. Lo ha dimostrato ampiamente nelle sfide vinte, seppur con fisiologica sofferenza, contro Cittadella, Benevento, Pescara e Spezia. Il “nuovo“ Chievo ha un’anima ribelle. Non si accontenta. Rischia il giusto, sfida, batte e contro batte. Il “nuovo“ Chievo formato play off pare avere trovato una dimensione che per buona parte del campionato era sfuggita dalle mani della squadra che in principio era stata affidata a Marcolini e che in corso d’opera è passata sotto la gestione Aglietti.

 

OBBLIGO. La serie A rappresenta una sorta di viaggio obbligato verso la rinascita. Il club di Luca Campedelli ha bisogno di trovare un equilibrio sul piano tecnico e pure innesto di denaro fresco (grazie all’eventuale promozione) che permetterebbe di trovare sollievo e nuove vie da seguire nello sviluppo di una strategia per il futuro prossimo. Fondamentale, dunque, non sbagliare la sfida di stasera. Gara complicatissima, perché lo Spezia è ferito ma non certo morto. E il Chievo sa di dover ballare.

 

SCELTE. Tutto fatto, o quasi, per quanto riguarda le scelte di campo. Il Chievo è corto ma ha energia che pare non esaurirsi mai. Semper è diventato ultimo baluardo del sogno. Ipnotico per gli avversari, in piena trance agonistica. La linea difensiva è filastrocca da recitare a memoria. Dickmann, Leverbe, Rigione e Renzetti. In mediana, nell’ultima sfida vinta contro lo Spezia, erano partiti titolari Segre, Obi ed Eposito. Tenendo conto, però, dell’assenza di Garritano, che torna, invece, stasera nel giro dei titolari. E il dubbio sta proprio qui. Davanti non si discutono Djordjevic e Vignato. Mentre Ceter potrebbe lasciare il posto proprio a Garritano, che così avrebbe modo di agire in posizione più avanzata. L’alternativa? Se Ceter resta al suo posto, Garritano potrebbe essere ricollocato in mediana, con il sacrificio di Esposito. Ma sono dettagli per questo Chievo che ha imparato ad esaltarsi nelle difficoltà. Chi passa stasera troverà in finale una tra Pordenone (vincente in gara uno) e Frosinone. La corsa A alla è ancora lunga. •

Simone Antolini

Suggerimenti