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Chievo, incognite a sinistra. Garritano nì, c’è Di Gaudio?

Francesco Renzetti al rientro dopo il doppio stop forzato FOTOEXPRESSTotò Di GaudioGigi Canotto
Francesco Renzetti al rientro dopo il doppio stop forzato FOTOEXPRESSTotò Di GaudioGigi Canotto
Francesco Renzetti al rientro dopo il doppio stop forzato FOTOEXPRESSTotò Di GaudioGigi Canotto
Francesco Renzetti al rientro dopo il doppio stop forzato FOTOEXPRESSTotò Di GaudioGigi Canotto

Settimana diversa dalle altre. La ferocia giusta, la tensione necessaria, la necessità di dover giocare a Cosenza una grande partita. E di vincerla. Qualche ammaccatura il Chievo ce l’ha, ma nessuna vera crepa. Qualche scricchiolio a sinistra ma niente di che. Renzetti sta bene, tornato a correre a pieno regime dopo la contrattura degli ultimi giorni che l’ha tenuto in un angolo contro il Brescia e il Monza. Aglietti l’ha osservato a fondo negli ultimi giorni, per l’ultimo visto prima del via libera. Tutto è filato liscio. Troppo importante Renzetti, pedina silenziosa ma con domani alla presenza numero 377 in Serie B. Meglio averlo dalla propria parte uno così. Più arduo pretendere di rivedere subito Garritano, non proprio del tutto a posto dopo il colpo subito da D’Alessandro sabato contro il Monza. Il primo vero allenamento ieri pomeriggio, tagliando sufficiente per lasciargli un posto libero sul charter in partenza alle 15.30 di oggi dal Catullo in direzione Lamezia Terme. La sua marcia di avvicinamento è stata una corsa in salita, ma Cosenza è roba sua e il San Vito la sua seconda casa. Magari andrà in panchina perché martedì c’è il Pordenone, fra dieci giorni il Vicenza e soprattutto perché al top non può essere. Ma intanto Garritano c’è. Indubbiamente un’altra buona notizia. TANTE VIE. Anche il Chievo c’è. Il lavoro duro ha spazzato via la delusione delle ultime due sconfitte. D’obbligo ripartire ancor più affamati, ma l’abitudine a rialzarsi certo non manca. Lo racconta la storia. Aglietti ha davanti un ampio ventaglio e tutte le scelte possibili e immaginabili in attacco dove De Luca e Margiotta oggi sono davanti agli altri. Proprietari della prima linea. Complementari, in grado di aggredire l’area, di assicurare fisicità anche davanti ai tre centrali del Cosenza, di garantire al Chievo pure il gioco aereo, di essere se necessario più sbrigativi senza dover troppo osare col fraseggio. Se De Luca è stato il primo ad arrivare a destinazione subito dopo è toccato a Margiotta, a Veronello proprio perché all’ultimo istante sfumò Trotta che oggi il Chievo si troverà per la prima volta da avversario. Prima o poi doveva succedere. TANTE OPZIONI. Fabbro, titolare una volta sola nelle ultime sei, non è più il collante indispensabile dei primi mesi in una trequarti che può popolarsi però anche coi movimenti a stringere di Ciciretti che dal Chievo è stato preso per essere suggeritore ma anche fine architetto. Anche per infittire la ragnatela. Come Giaccherini, la chiave per passare dal 4-4-2 al 4-2-3-1 com’è stato fin dall’inizio a Cremona prima e a Vicenza poi. La soluzione è sempre lì, a portata di mano, specie adesso che fra le linee potrebbe sistemarsi pure Di Gaudio. Più esterno di sinistra, ma in grado di andare ovunque quando la sua autonomia salirà di un altro gradino. Fermo alla mezzora con la Reggiana, prima degli spezzoni con Brescia e Monza. Da quella parte però dovrebbe andare Canotto. L’ala verticale del Chievo. Il cambio di passo dovrà darlo lui. Ma la differenza potrebbero farla ancora una volta quelli che entreranno nel corso della contesa. Senza trascurare che la versione agile è freccia perfettamente spendibile anche dal primo minuto. È il bello di avere tante strade davanti. PENSIERI VARI. A Cosenza avrebbe quasi certamente giocato Gigliotti, tornato in panchina col Monza ma ora fermo fino al Vicenza per l’espulsione di sabato. D’obbligo quindi la conferma di Rigione e Leverbe, tutti e due senza turnover ormai da cinque partite che diventeranno sette fra domani e martedì sera. In teoria ci sarebbe Vaisanen, ma è un anno che il finlandese non va in campo. Senza Gigliotti non è la stessa cosa, con la rotazione fra i centrali di fatto azzerata da un mese. Prima l’infortunio, poi la squalifica. Non ci voleva. Ha ampia scelta invece Aglietti in mediana, dove Viviani potrebbe prendere il posto di Obi vicino all’intoccabile Palmiero per sempre eroe di Cosenza che nel 2018 guidò alla promozione e allo storico ritorno in Serie B del 2018 dopo la finale di Pescara contro il Siena. Al di là degli uomini sarà però soprattutto una questione di spirito. Di coraggio, di lucidità, di equilibri. Il tocco in più dovrà mettercelo Aglietti, dopo giorni non semplicissimi spesi anche per far assorbire al gruppo la scottatura di sabato. Il Monza ha lasciato il segno ma tutto è durato lo spaizo di un attimo. E Cosenza è diventata, all’improvviso, una vera finale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro De Pietro

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