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Chievo in ballo: si «gioca» il 14 luglio

Luca Campedelli presidente del Chievo dal 1992
Luca Campedelli presidente del Chievo dal 1992
Luca Campedelli presidente del Chievo dal 1992
Luca Campedelli presidente del Chievo dal 1992

Tutto in un giorno, il 14 luglio. Quando il Chievo prima saprà se la camera di consiglio escluderà o meno Valerio Perotti e Giuseppina Luciana Barreca, ritenuti incompatibili perché già legati a precedenti provvedimenti nei confronti della società all’interno della giustizia sportiva della Figc, e successivamente se verrà confermata la sospensione del provvedimento del Tar trasferendo ogni verdetto al Consiglio di Stato. Già composti due modelli di collegio, a seconda che la ricusazione venga accolta o respinta. Ricevuto velocemente il mandato dai curatori fallimentari Renzo Panozzo e Luca Toninelli, l’avvocato Stefano de Bosio non ha fatto altro che riprendere la sua marcia. Per il Chievo la decisione spetta ad un collegio del tutto neutrale. Per la legge chi ha deciso nel grado precedente non può farlo anche in quello successivo, ma la chiave vera sarà capire se la camera interpreterà il verdetto dello scorso anno non come un primo grado perché già anticipo di appello. La domanda però è una: come poteva essere così se la sentenza vera non c’era ancora stata? La partita si gioca proprio all’interno di questo margine di discrezionalità, terreno difficile da decifrare. Senza Perotti e Barreca il Chievo si sentirebbe più sereno, molto meno invece in caso contrario. Dovesse il Consiglio di Stato dar ragione alla teoria di de Bosio e quindi procedere la sentenza nel merito potrebbe arrivare a settembre secondo tempi già scanditi, anche se il codice di procedura amministrativa prevede che il Consiglio di Stato possa decidere per la parte cautelare ma anche nel merito già nello stesso giorno. E quindi il 14 luglio, velocizzando di parecchio tempi già molto lunghi. L’equivocità del provvedimento contro il Chievo, escluso dalla B e coi giocatori svincolati dalla Figc per i legali del club senza aver tenuto conto fino in fondo delle norme emergenziali del periodo, potrebbe prevedere persino il passaggio direttamente alla Corte Costituzionale, in quanto la normativa tributaria non poteva non aver previsto la sospensione delle rateazioni pre esattoriali. Da qui la possibilità di ricorrere alla Suprema Corte. Entrando in una sfera che andrebbe al di lá del caso del Chievo e che toccherebbe tutti i contribuenti che in periodo di pandemia erano in rateazione pre esattoriale, se la sono vista decadere salvo poi vedersi arrivare cartelle con il 30 per cento di aumento di imposta. Fra undici giorni l’ennesima data della verità, in una battaglia che va avanti da un anno. Il Chievo nel frattempo ha valutato i danni, e quindi l’eventuale risarcimento, in 140 milioni di euro. La Federcalcio dal canto suo, nell’ultimo consiglio federale, ha rassicurato Claudio Lotito che aveva ipotizzato la creazione di un fondo accantonamento rischi come cuscinetto, idea ben presto spazzata via dalle rassicurazioni dei legali Figc.•. A.D.P.

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