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L'attesa

Chievo, il giorno più lungo. Domani ci sarà il verdetto

Una lunga storia Il presidente del Chievo, Luca Campedelli
Una lunga storia Il presidente del Chievo, Luca Campedelli
Una lunga storia Il presidente del Chievo, Luca Campedelli
Una lunga storia Il presidente del Chievo, Luca Campedelli

La domenica dei sospiri. Del tempo che non passa più, dell’udienza al Collegio del Coni che pare lontanissima. Eppure il gong è per le quattro di domani pomeriggio. Due o tre ore dopo il Chievo potrebbe essere di nuovo in Serie B, negata dalla Figc dopo la relazione della Covisoc per inadempienze ancora tutte da accertare per le leggi statali.

 

Magari anche al Tar, in caso di esito negativo. Aspetta e spera il Cosenza, da ultima delle retrocesse naturale terzo interessato al processo e ringalluzzito dall’interesse di Claudio Lotito che dopo Lazio e Salernitana vorrebbe ulteriormente espandere il suo impero. Anche se la vera partita, al Coni, è quella fra il Chievo e la Federcalcio.

 

Punti di domanda. Il Coni dovrà verificare la correttezza delle decisioni della Figc già lacunosa nel processo del 2018 coi suoi calcoli sballati in eccesso, quasi di trenta milioni, nel quantificare plusvalenze stimate fra l’altro sulla base di portali sportivi e nulla più, oltre a sbagliare i termini entro i quali poteva essere ascoltato il presidente Luca Campedelli.

 

Quando la richiesta della Procura di quindici punti di penalizzazione si assottigliò a tre. Stavolta la Covisoc, organo contabile interno alla Figc, ha bocciato il Chievo per un documento mancante che probabilmente non era neanche essenziale presentare e per la decadenza di un pagamento risalente a gennaio quando le regole sull’iscrizione al campionato sono state ufficializzate nel comunicato 252 di maggio. Quindi dopo.

 

Come poteva il Chievo rispettare a gennaio parametri resi noti successivamente? La questione relativa a certe rateizzazioni poi è uniformabile al normale diritto di un contribuente a poter beneficiare di dilazioni e di cartelle sospese com’è stato negli ultimi tempi fra decreti e nuove norme. Se il campo di battaglia è tributario vale la riserva di legge. Entrando quindi in un’altra sfera, ancor più alta, che non è quella della Figc.

 

Speranze, non ricordi Ognuno fra i suoi pensieri oggi, con la sede di via Galvani chiusa e Veronello deserto. Infinita la vigilia di Campedelli, così come quella di Corrado Di Taranto che al Chievo arrivò da stagista fino a diventare segretario ed ora direttore generale. Più tutti gli altri, fino all’ultimo dei dipendenti perché in ballo ci sono anche normali posti di lavoro.

 

In sospeso, nella sua Saronno, Marco Zaffaroni che fra tante difficoltà ha disegnato le prime linee del Chievo così come Lorenzo Squizzi e Gigi Posenato che a Veronello ci sono da una vita. Altra categoria i giocatori, molti dei quali a Pieve di Cadore hanno evitato i veri contatti per timore di infortuni. Per non evitare rischi, ma consci che domani il Chievo potrebbe di nuovo essere in B. Sarà la domenica delle speranze più che dei ricordi, di quel che sarà più che di quel che è stato.

 

Come sarà per tutti quelli che del Chievo hanno fatto parte in passato, dai tempi dei dilettanti fino alle cime della Serie A. Da chi come Malesani ha messo le prime basi, fino a Delneri, Di Carlo, Pioli, Pillon e tutti gli altri. Fino ai campioni del mondo Barzagli, Perrotta e Barone, fino a tutti gli altri grandi di allora. Tutti quelli che videro da vicino il preliminare di Champions e vissero le trasferte di Coppa Uefa.

 

Quelli che vinsero a San Siro contro l’Inter di Ronaldo e Vieri così come chi ha messo, anche in silenzio, la sua minuscola mattonella per il bene della causa e la realizzazione di una realtà ancora adesso unica. Il Chievo ha ottime argomentazioni, ha eccellenti professionisti, ha saldato molti debiti e pagato tutti i giocatori fino alla mensilità di maggio come si doveva. Gli elementi per spuntarla ci sono. Al Coni l’ardua sentenza. •.

Alessandro De Pietro

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