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Anticipato a mezzogiorno il verdetto del Coni

Chievo, il giorno della verità. E il Cosenza resta in agguato

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Chievo e Cosenza. Avversari anche per l'accesso alla serie B
Chievo e Cosenza. Avversari anche per l'accesso alla serie B
Chievo e Cosenza. Avversari anche per l'accesso alla serie B
Chievo e Cosenza. Avversari anche per l'accesso alla serie B

A mezzogiorno, non più alle quattro di pomeriggio. Il Collegio del Coni ha corretto l’agenda, anticipando i tempi dell’udienza. Cambia poco, se non l’attesa. Comunque infinita, in un clima quasi irreale. Sul tavolo c’è la storia del Chievo e la sua stessa vita. Ora fuori dalla Serie B ma con tante argomentazioni valide per tornarci già oggi e in via definitiva domani quando il Consiglio Federale non farà altro che ratificare la decisione.

La partita è più contro il Cosenza che contro la Figc a cui non resterà eventualmente che prendere atto dell’errore della Covisoc, suo organo contabile, nell’escludere il Chievo dal campionato. Battaglia vera, fino alla sentenza. E forse anche oltre, perché il contenzioso potrebbe trasferirsi presto in altri tribunali.

 

Prima lo stato. L’argomento è cavilloso e le proprie motivazioni oltre ad essere racchiuse nel ricorso andranno spiegate bene. Passaggio per niente scontato in un quadro così complicato. Se il diritto è logica al Chievo è stato negato il beneficio ad una rateazione di imposte che partirà dal primo di settembre. Con una domanda che non può essere evasa prima del 31 agosto perché le procedure sono bloccate. Legge dello Stato, non della Covisoc che invece ha fissato il suo ultimo giorno utile al 28 giugno. Proprio in concomitanza con la scadenza della presentazione delle domande di iscrizione. Il Chievo farà le sue deduzioni, il Cosenza le sue controdeduzioni dopo aver richiesto l’accesso agli atti che hanno poi determinato il parere della Covisoc. Il punto? La commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche nel bocciare il Chievo sarebbe rimasta ferma alla normativa precedente che non prevedeva lo slittamento dei termini per i versamenti. Al di là di ogni interpretazione, al di là di ogni obiezione. Al Coni giuristi di grande profilo, anche nella materia tributaria. Il vero nocciolo della questione, più dei paletti della Federcalcio. Un’assicurazione in più per chi come il Chievo si sente sicuro di aver rispettato ogni passaggio nella maniera corretta, come ha ribadito dopo la stangata della Covisoc.

 

Fiato sospeso. La giusta fiducia, ma anche l’ovvio timore. Il Chievo s’è rinchiuso in sede in queste settimane, pensando solo a far valere le proprie ragioni. In questo momento fuori dalla Serie B, fuori dal calcio professionistico in caso di verdetto avverso oggi ma comunque nell’ordine delle idee di sconfinare, dovesse servire, anche al grado del Tar, al tribunale amministrativo regionale, dove le carte potrebbero cambiare ancora. E al limite inoltrarsi fino al Consiglio di Stato. Il percorso è ancora lungo. In ballo anche le domande di Carpi, Novara, Sambenedettese, Casertana e Paganese a far tremare l’attuale geografia della Lega Pro. Il Coni può entrare nel merito, come ha fatto ad esempio nella diatriba fra Juventus e Napoli cancellando il provvedimento della Figc e facendo valere la forza delle norme statali. La materia è diversa, ma la riserva di legge vale per il campo sanitario ma pure per quello tributario.

Carte su carte. E date da verificare, fra un paletto e l’altro in pieno periodo di pandemia. Con maggiori concessioni e aperture che devono valere anche per il Chievo. La corsa da vincere non è comunque facile, il Coni dovrebbe d’altronde ribaltare la decisione del Consiglio Federale del 15 luglio dopo il secondo parere negativo della Covisoc. Ma la Figc è già inciampata altre volte, come certificato successivamente dallo stesso Collegio di Garanzia. Questione di regole, ma non sempre quelle del calcio collimano con quelle statali. La chiave è tutta qui. Tempo scaduto, a Roma è tutto pronto. Il Chievo vuole giustizia, rivuole la Serie B. E ricominciare a scrivere la sua storia.

Alessandro De Pietro

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