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Chievo, fuori le punte Aglietti cerca partner per bomber De Luca

Variabile Mogos: l’esterno rumeno esulta dopo il gol segnato una ventina di giorni fa al PescaraManuel De LucaFrancesco MargiottaFilip DjordjevicMichael FabbroAlfredo Aglietti si sbraccia dalla panchina del Rigamonti FOTOEXPRESS
Variabile Mogos: l’esterno rumeno esulta dopo il gol segnato una ventina di giorni fa al PescaraManuel De LucaFrancesco MargiottaFilip DjordjevicMichael FabbroAlfredo Aglietti si sbraccia dalla panchina del Rigamonti FOTOEXPRESS
Variabile Mogos: l’esterno rumeno esulta dopo il gol segnato una ventina di giorni fa al PescaraManuel De LucaFrancesco MargiottaFilip DjordjevicMichael FabbroAlfredo Aglietti si sbraccia dalla panchina del Rigamonti FOTOEXPRESS
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De Luca e un altro. Margiotta più di Fabbro, ma ogni scenario è ancora aperto. Djordjevic, titolare a Brescia dopo un mese e mezzo, numeri alla mano oggi è l’ultima opzione. Lontano dai grandi giochi per il Monza. Almeno dall’avvio. Gol cercasi, già da sabato dopo il digiuno del Rigamonti. A casa il Chievo si sente più tranquillo, a segno nelle ultime 17 al Bentegodi. In un modo o nell’altro la via si trova, anche se l’attacco di Aglietti, esterni e mezzepunte esclusi, arriva a dodici. Quattro De Luca e Margiotta oltre a Garritano, tre Djordjevic, uno Fabbro. Punto. Brescia ha riacceso un’antica spia, spenta nell’ultimo periodo dall’esplosione di De Luca e da grandi risultati ma tornata a lampeggiare domenica sera quando s’è prodotto troppo per non pensare che sarebbe bastato poco per cambiare la storia della partita. Ci aveva provato il Chievo, in un mercato in cui non s’è mosso nessuno alla fine. Da Moncini a Pettinari, fino a Cerri. Tanto che la grande Spal s’è dovuta accontentare di Asencio. L’equilibrio Aglietti l’ha comunque trovato, magari non proprio confortato fino in fondo dalle cifre ma la miscela, di volta in volta, sta funzionando. L’INTOCCABILE. Col Monza sarà la prova del nove per De Luca, a riposo a Brescia dopo quattro gare di fila da titolare condite dai gol a Cittadella, Pescara e Salernitana. L’ultimo tagliando che gli serviva per salire su un altro piano, prima ancora fra le riserve ad Ascoli quando Aglietti scelse Fabbro e Margiotta. Non si tocca adesso De Luca, una media da bomber autentico considerate le ultime uscite dopo i primi mesi spesi a carburare, a farsi largo alle spalle degli altri, ad accontentarsi di un ruolo marginale. Un’altra presenza rispetto a Djordjevic, tanto campo coperto, quel mix di fisicità, tecnica e velocità ad ingolosire il Chievo che vede il ragazzo crescere giorno dopo giorno senza ancora sapere fin dove potrà arrivare. De Luca ha timbrato il cartellino in ogni modo: di potenza, da opportunista, di testa, d’astuzia. Abbastanza per sentirsi al sicuro, soprattutto dovesse continuare così. Anche se la media, un gol ogni quasi tre partite, non è proprio quella di un cecchino. DUE PER UNO. Lui mette d’accordo tutti. Prima e seconda punta, passato da alternativa a Fabbro a proprietario della zona vicina a De Luca. L’ultima firma un mese fa nel derby col Vicenza, a bocca asciutta nelle ultime sei volte ma col colpo sempre in canna sia aggredendo l’area che riempiendola. Con gli stessi gol di De Luca e un po’ di minuti in meno, con un’andatura anche leggermente più veloce del compagno. L’ultimo tassello aggiunto al mosaico è diventato in fretta uno dei più strategici, rispolverato in Svizzera da svincolato quando il mercato era finito ma uno in più bisognava prenderlo per forza. Scelta vincente non solo nel rapporto qualità-prezzo. Adesso però c’è bisogno di qualcosa in più. TANTO ALTRO. Sta bene con tutti Fabbro, in corsa con Margiotta per un posto fra i primi undici. Col Monza di facce ce ne vorranno molte, compresa quella difensiva che parte da lontano. Dall’opera faticosa sui costruttori di gioco avversari, nel pressing, in tutto il resto. La casella a lungo occupata da Fabbro è in realtà la cabina di regia, in cui Aglietti può cambiar modulo aggiungendo una mezzapunta in più, soprattutto Giaccherini, senza avere troppi scompensi. Fabbro è fermo alla gioia col Pordenone, 102 giorni fa, unica impennata in un mare di scatti, accelerazioni, recuperi, ripiegamenti e tutto quel che serve al gioco di squadra che poi il vero talento lo delocalizza andando da Garritano e Ciciretti. Chiave di lettura estendibile anche per sabato. SEGNALE CERCASI. Resta Djordjevic, giusto un girone fa a ritagliarsi il suo giorno di gloria proprio a Monza. Doppietta e vittoria, la terza di quattro di fila. Dopo essere stato anche capitano, ma soprattutto ancora necessariamente il primissimo terminale di Aglietti che di attaccanti ne ha fatti lievitare tanti sotto le sue mani. Scommessa non ancora vinta. Le scelte ormai sono fatte, dopo averlo aspettato a lungo. Una goccia nel deserto l’urlo di Pisa, il terzo della sua annata. Troppo poco per chi almeno in doppia cifra doveva entrarci ad occhi chiusi. Per chi l’attacco avrebbe dovuto reggerlo quasi da solo, per di più in un’orchestra fatta di possesso palla, dominio del gioco e fasce sempre belle pulsanti. A Brescia è rimasto ancora a metà strada. Col Monza inizialmente starà a guardare. Ma la partita sarà lunga. E non si sa mai. •

A.D.P.

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