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Chievo-Figc, guerra aperta E l’ultimo atto si avvicina

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Luca Campedelli, presidente del Chievo (fotoExpress)
Luca Campedelli, presidente del Chievo (fotoExpress)
Luca Campedelli, presidente del Chievo (fotoExpress)
Luca Campedelli, presidente del Chievo (fotoExpress)

Il Consiglio di Stato è dietro l’angolo. Di sicuro la prossima settimana, in teoria anche domani. Il Chievo vuole giocarsi al meglio l’ultima carta, dopo i verdetti negativi di Figc, Coni e Tar e il salto immediato all’altro grado di giudizio. I giocatori oggi sono liberi di accasarsi altrove, svincolati dalla Federcalcio nonostante la diffida del Chievo che alla Figc contesta soprattutto i tempi della decisione. Un provvedimento «illegittimo» per i legali della società, in contrasto con l’ipotesi ventilata dal presidente federale Gabriele Gravina di una Serie B a 21 squadre col Chievo iscritto in sovrannumero, dopo la riammissione del Cosenza, come la stessa Federazione aveva ipotizzato nella propria difesa al Tar del Lazio in caso di accoglimento dell’istanza cautelare a seguito della camera di consiglio fissata del 6 settembre.

 

Più nel dettaglio, chiarisce la nota di via Galvani, «la stessa Federazione, nelle proprie difese, aveva ipotizzato che, in caso di accoglimento dell’istanza cautelare a seguito della camera di consiglio fissata per il 6 settembre, il ChievoVerona potesse essere iscritto in sovrannumero al campionato di serie B. L’illegittimo provvedimento è evidentemente contrastante con questa ipotesi». Com’è possibile però senza calciatori? È l’ennesima battaglia del Chievo contro la Figc, quasi a mani nude ma con la ferma intenzione di far valere fino in fondo i propri diritti. Se n’era parlato al Tar in effetti, s’era prospettata l’idea di una B allargata e concessa nel caso di parere favorevole alla collegiale dove il Chievo invece non andrà per come è finito il primo round. Meglio andare oltre. Il Consiglio di Stato è l’ultimissimo gradino. Poi bisognerà davvero pensare quel che dovrà essere il passo successivo.

 

Il Chievo oggi è senza calciatori. Scappati tutti, alla ricerca della miglior occasione possibile. Anche quelli delle giovanili, a caccia di un posto in cui continuare a coltivare la propria passione e magari alimentare quel grande sogno iniziato proprio fra le mura del Bottagisio. Dalla Primavera all’Under 15, al di là della prima squadra. Tutti lontani, tutti slegati dal Chievo. Silenzioso Veronello, a lungo ineguagliabile laboratorio inaugurato dai primi Anni Novanta dal genio di Malesani dove ogni urlo era una spinta verso il calcio del domani. Dove resteranno per sempre sulle due trequarti di difesa il solco del giropalla di difesa guidato da Maran e D’Angelo, la forma già post sacchiana del 4-4-2 espressa nel suo massimo splendore anche nell’alta Serie A da Delneri che non a caso venne chiamato poi dal Porto per sostituire Mourinho. Una catena alimentata da tutti gli altri, anche quando il Chievo non era più l’indemoniata squadra che batteva le grandi e che contestava alle big anche il posto in Champions League. È calato da un pezzo il ritmo del Bottagisio, uno dei centri sportivi più moderni del calcio italiano i cui campi si stanno velocemente svuotando. Si fermerà a 17 il numero di campionati del Chievo in Serie A, un miracolo dal 2001 al 2019 in cui solo le grandi e l’Udinese seppero far meglio. Sembra una vita fa.

 

Riprendere è durissima, rialzarsi ancor di più. La diffida è servita a poco, la Figc ha tirato dritto dopo le dura posizione assunta non solo al Collegio di Garanzia del Coni e successivamente al Tar. Sempre a far valere la sua teoria della perentorietà della scadenza del 28 giugno rispetto alla tesi del Chievo davanti a norme tributarie e seconde rateizzazioni possibili. La storia è nota, anche perché quasi agli sgoccioli. Ha sempre vinto la Figc.

Al Consiglio di Stato magari il Chievo potrà far valere di più le sue ragioni rispetto a quel che è stato al Tar, ma di illusioni è bene non farsene. Un piano per il domani ancora non c’è. Nessuno ci ha ancora pensato. Nemmeno Luca Campedelli, immerso in prima persona nella prossima e ultima tappa nella giustizia sportiva e non. Stavolta al Consiglio di Stato, mentre ieri Veronello era terribilmente vuoto. La ripartenza dalla Serie D sarebbe praticamente certa, visti i trascorsi del Chievo degli ultimi decenni. Sempre ad altissimo livello. Capitolo non ancora toccato però, per il Chievo la ripartenza è diventare la ventunesima della prossima B. Quella dei diritti tv mai così sostanziosi, mai così allettanti. Altra grande beffa, se dovesse davvero finire così. 

 

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Alessandro De Pietro

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