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Chievo e Lecce con vista A «Aglietti e Corini, due assi»

Alfredo Aglietti, seconda stagione alla guida del Chievo FOTOEXPRESSDavid Di MicheleMarco Zamboni
Alfredo Aglietti, seconda stagione alla guida del Chievo FOTOEXPRESSDavid Di MicheleMarco Zamboni
Alfredo Aglietti, seconda stagione alla guida del Chievo FOTOEXPRESSDavid Di MicheleMarco Zamboni
Alfredo Aglietti, seconda stagione alla guida del Chievo FOTOEXPRESSDavid Di MicheleMarco Zamboni

Il Paradiso non può attendere. Il Lecce pensa alla A. Il Chievo la sogna. Un punto (giallorossi a 15 ma con una partita in più) li separa in classifica. La vetta non è poi così lontana. E venerdì al Bentegodi sarà faccia a faccia per impavidi. Con invitato speciale: Genio Corini. Oggi dreamaker dei pugliesi, ieri cantore di favole al Ceo. Ragioniamo: quanto vale questa partita? Riflessione da consegnare a due doppi ex. Un attaccante, David Di Michele. Ed un difensore, ancora in attività, Marco Zamboni. Ed è proprio dal ricordo del guardiano veronese, classe ’77, che parte l’analisi della sfida. «Chievo-Lecce è la mia partita. Chievo è l’inizio, Lecce è il ricordo». RICORDO PER SEMPRE. Era il 13 giugno 1999. Zambo aveva ventun’anni. «E al Bentegodi, proprio contro il Chievo, conquistai la promozione in A con il Lecce. Grazie anche ad un mio gol». Maglia numero due, palla recuperata in zona difensiva. Appoggio ed inserimento. Tempi perfetti. Campolonghi, attaccante dei salentini, la spara in porta in diagonale dalla destra. Gianello respinge corto. E Zamboni, che aveva dato seguito alla sua corsa, la tocca per primo e ribadisce in rete. «Annata fantastica» ricorda. Oggi Marco gioca ancora in serie D al Sona. «Gli anni passano, si lotta con gli acciacchi. Ma la voglia resta». E il Chievo di Aglio? «Partenza brillante. Aglietti ha dato equilibrio. C’è un’idea di calcio. I risultati arrivano. E in serie B serve avere qualità sposata ad un progetto di gioco». Sospira Zamboni. «Sarebbe bello anche andarle a vederle dal vivo queste partite. Ma è ancora tutto chiuso». Corini è reduce da uno squillante 7-1 rifilato dal suo Lecce alla Reggiana. Sorpreso? «Del Genio? Macché. Lui è allenatore da sempre. Vede prima degli altri. Lo ha già dimostrato nelle sue precedenti esperienze. Chievo-Lecce è sfida tra aspiranti protagoniste». David Di Michele, classe ’76, oggi allena l’under 17 del Frosinone. Allenatore, pure lui, in attesa di tornare in campo quando arriverà il via libera. Al Chievo è passato nella stagione 2012-2013. In panca c’era proprio Corini Ma l’intreccio fu breve con David), arrivato in corsa a sostituire Di Carlo. EREDITÀ. «Corini ha trovato l’eredità di Liverani a Lecce. Riproporsi, ripartire, dare una nuova dimensione non era facile. Ma Genio si è posto nel modo migliore. Confermando l’intelligenza calcistica che ha sempre dimostrato da calciatore. Il Lecce deve e può recitare da squadra destinata a reclamare un posto tra le grandi». E Aglietti? «Navigatore esperto, anche in acque tempestose. Ha dimostrato di essere l’uomo giusto nel posto giusto. Ha meritato fiducia, i numeri gli stanno dando ragione. Il Chievo sa farsi apprezzare per gioco e per efficacia». Assi a confronto. «Genio raffinato, Aglio pratico. Ma si arriva allo stesso risultato». Il Chievo «ha vissuto due, tre stagioni di profondo cambiamento. Ma ha saputo riprendersi. E il grande merito di Aglietti è stato quello di dare il via alla mutazione. E il suo Chievo ha cambiato pelle. L’esperienza aiuta. Ma serve essere anche comunicatori. E Alfredo è allenatore che ricerca e trova l’equilibrio». Non solo Genio e Aglio, però, dentro a questa partita. Ci sono figuranti, comparse, protagonisti. Pure le stelle. «Garritano» esclama Di Michele, «oggi è il trascinatore del Chievo. La ciliegina sulla torta, il giocatore che ha saputo rivelarsi determinante nei momenti della verità. Il Chievo e il Lecce hanno nobiltà pregressa. I tempi cambiano, certo, e a volte possono farti dimenticare chi sei. Ma credo che la bravura di questi due club sia quella di saper riemergere subito. Si sfidano in A. Si sfideranno per la serie A». Cambia poco, pur cambiando molto. «Chievo è piazza ambita. Significa che il passato parla a suo favore». •

Simone Antolini

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