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Chievo, chi sbaglia sbanda E ai rigori passa il Catanzaro

Jonathan Morsay, tra i più positivi ieri, contrastato da un avversario FOTOEXPRESSManuel De Luca esulta dopo il gol del momentaneo 1-0 gialloblù
Jonathan Morsay, tra i più positivi ieri, contrastato da un avversario FOTOEXPRESSManuel De Luca esulta dopo il gol del momentaneo 1-0 gialloblù
Jonathan Morsay, tra i più positivi ieri, contrastato da un avversario FOTOEXPRESSManuel De Luca esulta dopo il gol del momentaneo 1-0 gialloblù
Jonathan Morsay, tra i più positivi ieri, contrastato da un avversario FOTOEXPRESSManuel De Luca esulta dopo il gol del momentaneo 1-0 gialloblù

La corsa muore all’ora di cena, sul calcione sballato di Julian Illanes che spreca l’ultimo rigore - altissimo - di una serie infinita e chiude prematuramente l’avventura del Chievo in Coppa Italia. Poco prima era stato Palmiero a farsi respingere la conclusione da Branduani inaugurando - maluccio - la serie dal dischetto. Imprecisioni determinanti per decretare l’8-7 definitivo e mandare in estasi il Catanzaro, imprevisto padrone al Bentegodi. Dunque proiettato al terzo turno della manifestazione. Quello che gli permetterà a fine mese di battersi sul campo del Genoa, dove i gialloblù avrebbero potuto confrontarsi col grande ex Rolando Maran. Fatale per Aglietti e compagnia si è dunque dimostrato il primo ostacolo, fastidioso ma non certo proibitivo. E fatali, più dei meriti del Catanzaro, gli errori di De Luca e compagni, a lungo in controllo del match ma troppo teneri al cospetto del portiere avversario e un tantino svagati nel difendere su una delle rare, rarissime occasioni costruite dal nemico. Così dopo il vantaggio dello stesso De Luca, arrivato poco prima dell’intervallo, Seculin è stato prima costretto ad inchinarsi al colpo di testa di Martinelli e poi, vanamente esauriti pure i supplementari, anche alla crudele batteria dei calci di rigore e a una battaglia di nervi che ha finito per premiare i calabresi, probabilmente meglio attrezzati, sul piano nervoso, a cogliere la ghiotta occasione. Il dispiacere del Chievo parte insomma da lontano per consumarsi lungo 120’ di assalto costante, non sempre efficace, a tratti confuso. Quel che resta, a ripassare le annotazioni minuto per minuto, sono però soprattutto leggerezze di mira, la lucidità non sempre esemplare, un paio di grandi interventi di Branduani e il palo di Palmiero arrivato nel secondo tempo supplementare. Rimpianti enormi acuiti dalla sopravvenuta superiorità numerica (rosso a Riggio alla mezzora della ripresa) neutralizzata solo al 117’ dall’espulsione comminata anche a Cotali. Insomma: netto predominio territoriale - peraltro atteso contro una squadra di C - a prescindere dal turnover di Aglietti, la pressione esercitata con intensità intermittente, il fiato sospeso delle poche centinaia di tifosi finalmente tornati al Bentegodi ma usciti sconfitti e scornati. Le note liete? A prescindere dal risultato il ritorno a casa di Andrea Seculin, che aveva tra l’altro illuso di poter forzare le sorti della serata con una gran parata su Bayaye, durante i tiri di rigore. E poi la riscoperta vena di Morsay il quale, al di là di qualche veniale errore di misura, ha messo più volte in crisi il nemico accelerando improvvisamente e servendo un paio di assist di lusso. Uno fra tutti quello che, al 31’ della ripresa, aveva liberato De Luca solo al limite dell’area avversaria. Nella ripresa è emerso un paio di volte pure Manuel Pucciarelli, dato sempre sulla lista dei partenti ma bravissimo, già ai supplementari, a rubar palla agli avversari e a liberare Grubac in area. Pregevole, nella circostanza, la serie di dribbling e finte dell’attaccante. Troppo tenera la sua conclusione. E alla fiera dello sperpero è d’obbligo iscrivere anche Manuel De Luca, chiamato a dare un turno di riposo a Djordjevic: bello il gol (tocco di prima su traversone di Palmiero appena sfiorato da Fabbro), non altrettanto un paio di esitazioni - sempre a ridosso di Braduani - che avrebbero potuto dare tutt’altro sviluppo al romanzo di serata. Adesso però azzerare moccoli e dispiacere: dopodomani è di nuovo campionato. E contro la Salernitana sarà indispensabile correggere il tiro, onde scongiurare un altro «mea culpa» collettivo. •

Francesco Arioli

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