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«Andiamo a riprenderci i punti persi»

Corrado Di Taranto
Corrado Di Taranto
Corrado Di Taranto
Corrado Di Taranto

Un occhio al Cosenza, uno ancora al Monza. La rabbia non è passata. «Adesso dobbiamo recuperare i punti persi, quindi vincere la prossima. Quel che è successo sabato l’han visto tutti. Siamo ancora scottati e delusi», il punto di Corrado Di Taranto, direttore generale del Chievo intervenuto ieri a «Che aria tira», in diretta su RadioVerona e TeleArena. A mente fredda è tutto più chiaro. «Sono uno che continua a credere nella serietà e nella correttezza del mondo arbitrale ma oggi c’è un aspetto nuovo che è la loro incapacità di dirigere una partita senza il supporto elettronico per quelli che scendono dalla Serie A alla B. Il Chievo per sua storia», puntualizza Di Taranto, «è sempre stato contro il Var, ma più che non essere favorevole Luca Campedelli ne fa più che altro una questione di principio. La verità è che in questo momento la tecnologia è necessaria. Col Monza si vedeva che l’arbitro era in attesa di suggerimenti dai suoi assistenti e dal quarto uomo». Riavvolge il nastro Di Taranto, resta a sabato. Al confronto negli spogliatoi. «Appena finita è stato molto bravo il direttore De Giorgis. Ha parlato lui con gli arbitri. C’ero anch’io. Sul fallo del possibile rigore ha detto che il giocatore del Monza aveva toccato prima il pallone col ginocchio e solo dopo con la mano. Sui due fuorigioco ritengo effettivamente più difficile la prima chiamata, ma la seconda è ingiustificabile. Il regolamento dice che nel dubbio la bandierina va tenuta abbassata. Difficile pensare che sia giusto così». Il ballo c’è tantissimo, risalire farebbe tutta la differenza del mondo. «Noi ci stiamo giocando delle chance importanti in un campionato in cui abbiamo dimostrato di essere una delle squadre che giocano meglio e che meritano di stare lì. Però ce lo devono permettere», l'amarezza di Di Taranto, che un confronto seppur veloce con gli arbitri l’ha avuto proprio lunedì. «Ero in assemblea a Roma, ho salutato il nuovo presidente Trentalange. Gli ho augurato buon lavoro, senza andare oltre. Questo è un momento di transizione. Per ora fermiamoci al dossier, poi in seguito ragioneremo sul da farsi. La Serie A, per noi ma come per qualsiasi società, può cambiare tante prospettive. Il valore di una promozione», l’ulteriore fermo immagine di Di Taranto, «è importante anche in un momento in cui ci si sta dividendo i proventi futuri legati ai diritti televisivi che, pur essendo inferiori rispetto agli altri campionati europei, sono comunque superiori all’ammontare di quelli attuali». Prepara la ripartenza il Chievo. Cosenza il primo scoglio, martedì il Pordenone in un ciclo di sei partite in poco più di tre settimane. «Se prima potevamo anche accontentarci di un pareggio, è chiaro che adesso», accelera Di Taranto, «dobbiamo far necessariamente tre punti a Cosenza per restare in linea con le prime e poter ancora ambire alla promozione diretta. Questo è un periodo determinante. Guardiamo a noi stessi, come ci dice sempre Campedelli. Io qualche difficoltà in più a non guardarmi attorno ma probabilmente ha ragione lui. Resta il fatto che il Chievo può dire la sua fino alla fine», annuncia. «Il campo lo ha detto ripetutamente». •

A.D.P.

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