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Amato mio

PISA Un lampo allo scadere nella notte buia di Pisa: il Chievo parte forte ma si ritrova a un certo punto sotto di due (euro) gol, vede le streghe ma riesce a rintracciare tutte le energie possibili e immaginabili per il generosissimo finale fino a riacciuffare il pareggio, quasi allo scadere, premiato dai gol di Djordjevic e di un favoloso Ciciretti. È l’incubo che si trasforma in una mezza festa, la rabbia rimarginata grazie all’orgoglio. E la soddisfazione di aver rimesso in carreggiata una serata in severissima ascesa, macchiata tra l’altro da un grave episodio a sfondo razzista. Quella dell’insulto di Michele Marconi, a fine primo tempo, rivolto a Joel Obi. Frase brutta quanto stupida quel «la rivolta degli schiavi», pronunciata dopo un contrasto, che ha ovviamente inasprito la tensioni del campo e gettato una luce sinistra così sul giocatore del Pisa come sull’arbitro Santoro. Insensibile, quest’ultimo, anche ai ripetuti, scandalizzati, legittimi richiami dei giocatori di Aglietti. Così ferito, il Chievo, da sentirsi in dovere di rilasciare un comunicato ufficiale per stigmatizzare l’accaduto. Un gigantesco neo, quello di cui spra, su una gara che sul piano tecnico ha invece regalato spettacolo e prodezze di categoria superiore. Confermando come il Chievo, a dispetto del buco nero in cui si era ritrovato a un certo punto, ha mezzi tecnici, anima, risorse importanti cui fare ricorso anche dalla panchina. Un cuore grande così, in ogni caso, senza il quale sarebbe stato impossibile - al di là della superiorità numerica maturata nell’ultimo quarto d’ora - venire a capo di un rebus tanto complesso. Indirizzato e appesantito dalle due perle che avevano spinto avanti i padroni di casa: prima il velenoso, violentissimo sinistro a giro di Gucher in apertura di match; poi la botta dal limite di Mazzitelli pochi minuti dopo l’avvio della ripresa. Due mazzate che per molti avrebbero avuto il sapore della sentenza. Non per questo Chievo che Aglietti ha ridisegnato in corsa - profittando di soli due slot - lanciando nella mischia Ciciretti e Djordjevic (sostituti di Giaccherini e Margiotta, entrambi in serata assai rivedibile) prima di richiamare anche Palmiero, Fabbro e il «deb» D’Amico. Determinante, quest’ultimo, prima nel provocare l’espulsione di Siega (doppio giallo) e poi nell’appoggiare sul piede di Ciciretti il pallone del pari. Punto decisamente guadagnato quindi questa volta. Con una postilla che una punta di incompiutezza la lascia, vista l’inerzia presa dal confronto nell’ultima mezz’ora. E quella sensazione - con i gialloblù assoluti padroni delle operazioni - che con l’andar del tempo sarebbe potuto maturare persino un clamoroso sorpasso. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Arioli

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