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«Aglietti ha il tocco magico E Fabbro è dentro la Favola»

Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSEnrico Franchi, storico difensore del Chievo
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSEnrico Franchi, storico difensore del Chievo
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSEnrico Franchi, storico difensore del Chievo
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSEnrico Franchi, storico difensore del Chievo

Una vita al Chievo. Una vita da Chievo. Enrico Franchi, veronese classe ’73, ha vissuto gli anni più intensi del club della Diga. Dalla C alla A, per un sogno diventato realtà. Un ciclo destinato, nel tempo, a rinnovarsi. E a Veronello, l’ex difensore del Ceo, ha visto passare anche Alfredo Aglietti. L’uomo che oggi è guida carismatica della vice capolista del torneo cadetto Franchi, il contatto con Aglietti (stagione ’99-2000 ndr) è stato breve ma intenso «Certo. Alfredo era metodico, geniale a modo suo. Dotato di apprezzabile tecnica. Dinoccolato, con un incedere tutto suo. Ma in grado di stupire sempre». Ieri come oggi? «Te ne accorgevi ancor di più da avversario. Penso ai nostri incroci, quando lo abbiamo trovato che era all’Hellas o alla Reggina. Aglietti è sempre stato quello del... colpo in canna. Dal cilindro ti estraeva sempre una giocata». Il tocco magico gli è rimasto anche da allenatore? «Pare proprio di sì. Premetto: non vivo lo spogliatoio. E quindi devo limitarmi ad analizzare, come tanti, quello che vedo. Ma la sensazione è proprio la stessa: Aglietti vive anche di intuizioni, di lampi, di illuminazioni. Il suo Chievo è organizzazione e fantasia». Chi lo dice? «Lo dice anche il campo. Mi pare che la nuova squadra, al via della stagione, fosse stata accolta da un certo scetticismo. Annacquato subito proprio dai risultati del campo. La B non regala, devi essere pronto a battaglie sempre diverse. Aglietti ha un’idea di gioco, ha dato solidità alla squadra. Il Chievo si propone in maniera credibile». Può vincere il campionato? «Comunque vada, può divertire e dare credibilità a tutto quello che sta facendo. Siamo appena all’inizio. Le incognite sono tante, troppe. Inutile sbilanciarsi. Le premesse, però, sono molto buone». Lei dice: Aglietti è mister sorpresa. Ma non sempre le intuizioni dell’artista arrivano subito a destinazione «Può non essere facile, capire, questo è vero. Ma Aglietti ha gestito in maniera brillante la sua prima stagione al Chievo. E si è giocato alla grandissima i play off. In fondo, è stato costretto ad arrendersi solo allo Spezia. Che si è preso la serie A. E poi: quest’anno ha saputo ripetersi. Trovando da subito vittorie convincenti, punti ed una nobile posizione di classifica. Credo che il miglior Aglietti, intendo come allenatore, lo stiamo vedendo proprio nella sua avventura veronese. In passato ha vissuto stagioni altalenanti. Da quando è a Verona il bilancio è più che positivo». Dove ha preso credibilità «Il Chievo è credibile. Ed è lo specchio del suo allenatore. In campo vedo una squadra equilibrata. E Aglietti mi pare stia riuscendo a trarre il massimo dai suoi giocatori. Cosa che non sempre riesce a tutti». Un esempio su tutti? «Fabbro. La nuova favola da raccontare. Un ragazzo che poteva essere di passaggio, che non necessariamente avrebbe dovuto lasciare il segno. E che adesso, invece, pare essere imprescindibile per questa squadra. Io ho vissuto da dentro il Chievo che viveva la sua Favola. E che creava favole nella Favola. Fabbro, a modo suo, sta raccontando la sua di favola. Lo fa con forza, umiltà. Lo fa grazie anche alla fiducia che gli è stata accordata dall’allenatore». Ma lei crede ancora nelle Favole? La più bella da chi le è stata raccontata? «Da Alberto Malesani. Il precursore del tutto. Il mister ha dato il via. Poi il Chievo ha continuato a correre. Malesani è sempre stato avanti. Vedeva lungo. E con la forza delle sue idee ha contribuito a rendere grande il Chievo. Per me, lui, è il Chievo. Il primo nome che mi viene in mente quando mi chiedono: raccontami un po’ che cos’era il Chievo...». •

Simone Antolini

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