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LA CAPOLISTA

Legnago, l’ora della verità. Derby e sfida per il trono

Momento fondamentale ma non decisivo nella stagione dei biancazzurri . Con il Villafranca un match che sfugge ai pronostici Subito dopo la «sfida delle sfide» con l'Adriese Donati alla ricerca della quadratura del cerchio
Momento felice per il Legnago capolista
Momento felice per il Legnago capolista
Momento felice per il Legnago capolista
Momento felice per il Legnago capolista

Il Villafranca domenica, poi l’Adriese. Il derby e la partita dell’anno nell’arco di una settimana. Non decisiva, ma dal peso specifico parecchio alto.

Ci arriva bene il Legnago, primo in classifica da solo e con tanti punti fermi. Con otto vittorie nelle ultime dodici e tanta energia positiva, la miglior difesa e il morale a mille. Nonostante il pari beffardo di Portogruaro. Come al solito pieno di appunti il quaderno di Massimo Donati. Certezze da rafforzare. E dettagli da aggiustare. Capita anche alla capolista, naturalmente.

Il primo: come riuscire a vincere le partite non proprio pulite. Quelle più difficili da giocare. Il secondo è la ricerca della miglior quadratura offensiva. Specie nel vertice più alto, nella mattonella del centravanti. Dove il profilo ideale sarebbe la miscela fra Rocco e Kouassi. Ma fonderli non si può. In compenso la catena di montaggio sta rifinendo altri giovani prodotti fatti in casa. Più la rosa è ampia meglio è.

Il vivaio

Dall’emergenza il Legnago ha capito una volta di più di poter estrarre molto dal suo vivaio. Da Enrico Meneghetti, già stabilmente in prima squadra ma adesso anche col tagliando in tasca della prima da titolare con tanto di gol. Da attaccante vero, con la girata nell’angolo a Portogruaro. Jolly autentico, capace di andare ovunque. L’ultimissimo della fila è Angelo Castellan, il 2006 più visibile della covata successiva, tanti provini fra i professionisti e l’esordio in D domenica.

In difesa una soluzione in più, seguendo il solco aperto da Casarotti e Travaglini. Tutti e due lontani dalle prime scelte all’inizio. Cresciuti poi velocemente, ora persino indispensabili. Casarotti in mezzo, Travaglini a destra per permettere a Donati di avere davanti il quartetto pesante con Sambou, Van Ransbeeck, Gatto alle spalle della prima punta. Quel che dovrebbe essere già domenica col Villafranca. Ha molte probabilità di farcela Travaglini, fermato da un lieve fastidio nella rifinitura di sabato mattina. Nel derby quasi certamente di nuovo a destra.

Questione aperta in attacco

In attacco resta una questione semiaperta: quella del primo terminale. Il modulo ad una punta non è esattamente il vestito su misura per Rocco, più abituato a spaziare lungo il fronte e ad avere un partner vicino che a far da boa com’è costretto adesso. Nelle ultime due con Clodiense e Portogruaro se n’è avuta un’ulteriore riprova.

Il titolare resta Rocco, il capitano e una delle grandi guide del Legnago al di là della fascia al braccio. Fuori discussione, per la leadership e per quel che ha detto il suo vissuto fra i campi della D. Nove gol già a fine gennaio sono un bel gruzzolo. Più bravo lui per di più a legare i fili del gioco, anche se in certi frangenti sarebbe servita e tanto anche la fisicità di Koaussi. Con meno codici tattici in tasca di Rocco, ma in grado di permettere al Legnago di alzare la palla e rifugiarsi quando necessario in manovre più sbrigative. Come ha richiesto l’aspra battaglia di Portogruaro, com’è stato a Montebelluna quando Kouassi è partito fra i primi undici. In teoria fortissimo ma senza riuscire ad esprimere, se non a sprazzi, tutto il suo potenziale. Com’è stato nei gol pesantissimi ad Este e Cjarlins Muzane. Di talento e di forza.

Serve ancora un ultimo scatto però, prima di essere davvero a regime. Bei problemi, in ogni caso. Ma per vincere le volate punto a punto dev’essere tutto quasi perfetto. Per forza. E il Legnago, oggi più che mai, deve stare sul pezzo.

Alessandro De Pietro

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