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Il crowfunding

La Clivense in impennata, nel mirino i 350 mila euro. All'orizzonte una squadra di nuovi investitori

Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital, Enzo Zanin, Sergio Pellissier e Alberto Medici
Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital, Enzo Zanin, Sergio Pellissier e Alberto Medici
Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital, Enzo Zanin, Sergio Pellissier e Alberto Medici
Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital, Enzo Zanin, Sergio Pellissier e Alberto Medici

Il prossimo scalino a 350mila euro. Il crowdfunding della Clivense continua a crescere. Goccia dopo goccia, oltrepassando sabato quota 330mila e quindi il doppio dell'obiettivo minimo fissato in 150mila. Non è più una marcia speditissima come nelle prime ore, ma con 45 giorni di campagna ancora aperta i margini per ampliare la base di soci tanto cara a Sergio Pellissier ci sono tutti.

Duecentosessantasei le sottoscrizioni, compreso chi nel disegno della Clivense ha investito diecimila euro e quindi la quota minima per elevarsi alla fascia B. La più alta, al di là di successivi scaglioni ma con vantaggi per lo più limitati ad una percentuale di sconto nell'acquisto delle quote rispetto a chi è o sarà socio di fascia C versando dai 250 ai 999 euro. Non c'è però solo il crowdfunding, leva mossa soprattutto per dare forma a quel modello di famiglia allargata dove il sostenitore si senta partecipe della vita del club. All'orizzonte altri investitori, necessari per dare forma ad un progetto che prevede la Serie A già nel 2028. A partire dal salto immediato dalla Seconda categoria conquistata sul campo alla Serie D da raggiungere poggiandosi anche ad un anno di distanza del punto 10 dell'articolo 52 delle norme organizzative interne della Figc che apre una finestra alle nuove realtà in grado di assicurare continuità sportiva al posto di quella decaduta.

Quindi il Chievo, comunque ancora attivo seppur con sole squadre giovanili delle fasce d'ingresso. Iniziare a rispettare l'ambiziosissima tabella di marcia significa entrare subito in D, in una stagione in cui la Clivense ha previsto l'immediato ingresso fra i professionisti e quindi in Serie C già nel 2023. C'è un milione di euro di budget per vincere il campionato, una cifra notevolissima per il più alto livello dei dilettanti. C'è chi in Lega Pro c'è andato anche con molto meno, così come chi ha fallito pur spendendo molto. Sarà come sempre la competenza a fare la vera differenza, ma prima la Clivense ha bisogno di rassicurazioni da parte della Figc con cui il dialogo resta fitto in attesa di avere fra le mani il vero verdetto.

L'ammissione della Clivense deve passare da una manifestazione di interesse del Comune di Verona che dovrà valutare il piano della società e poi dare il suo benestare alla Federcalcio. Ci vorrà tempo. Troppo presto ora, con una stagione ancora in corso e paletti da fissare fino in fondo. Il ventaglio resta ampio, compresa una risalita possibile tramite l'acquisizione del titolo sportivo di un'altra società secondo un travaso non nuovo nelle categorie minori. La Clivense ha preparato varie opzioni, ma prima di tutto pronta a versare la quota di mezzo milione a fondo perduto per far parte della prossima Serie D. Cifra fissata lo scorso agosto dal presidente federale Gabriele Gravina. Messa già in preventivo dalla Clivense. Ha puntato in alto Pellissier. Parecchio anche. Deciso a vincere la partita più complicata ed elettrizzante di tutte..

Alessandro De Pietro

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