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Dal nonno al figlio al nipote: i Cugola, portieri per vocazione

Da Loris fino a Matteo e Leonardo: quando il ruolo è questione di dna
In porta col Nogara Matteo, Leonardo e Loris Cugola
In porta col Nogara Matteo, Leonardo e Loris Cugola
In porta col Nogara Matteo, Leonardo e Loris Cugola
In porta col Nogara Matteo, Leonardo e Loris Cugola

Tra tutti i ruoli, nel gioco del calcio, quello del portiere è il più affascinante e, dal punto di vista psicologico, il più difficile da interpretare. Non è facile capire cosa spinge un giovane che si avvicina a quello che è considerato il gioco più bello del mondo, a scegliere una posizione in cui, per novanta minuti, si gioca da soli contro tutti.

 

Portieri per vocazione

Contro gli avversari, ovviamente, e talvolta contro gli stessi compagni, quando una loro leggerezza o disattenzione può mettere un attaccante avversario in condizione di ferire, cambiando il corso di una partita, naturalmente dopo aver superato l’ultimo baluardo: l’estremo difensore, appunto. Scrittori, psicologi e giornalisti spesso hanno cercato di spiegare questo ruolo eroico e solitario.

Un ruolo di casa nella famiglia Cugola, per la terza generazione impegnata a difendere la porta del Nogara. Il primo è stato Loris, il patriarca, classe 1946, un’istituzione nel suo paese, che a soli vent’anni esordì in Serie A con il Venezia, alcuni anni dopo il suo trasferimento dal Nogara. Poi molti campionati tra C e D, prima del ritorno a casa nel 1978, da dove era partito. Appese le scarpe al chiodo, dà anima e corpo alla causa del Nogara: da allenatore, dirigente e preparatore dei portieri (cosa che saltuariamente fa tuttora).

 

Di padre in figlio...

«Ho solamente cercato di mettere la mia esperienza al servizio della Società del mio paese», spiega lui, «cercando di trasmettere la passione per il calcio ai tanti ragazzini che si avvicinano a questo sport meraviglioso».

Una passione che ha trasmesso al figlio Matteo, classe 1972, che così spiega perché ha scelto il ruolo di portiere: «Me lo ha fatto amare mio papà fin da piccolo, quando cominciai a dare i primi calci al pallone. Probabilmente volevo emularlo. Poi ho fatto tutte le giovanili del Nogara fino ad arrivare alla prima squadra, dove ho giocato per quasi tutti gli anni Novanta. Dopo aver smesso, sono rimasto nella Società come preparatore dei portieri, cosa che faccio tuttora».

 

...e di figlio in figlio

Come spesso succede anche in altri ambiti, il contagio non ha risparmiato Leonardo, 13 anni, figlio di Matteo e nipote di Loris, che ha appena esordito nel campionato riservato ai giovanissimi, difendendo la porta del Nogara, naturalmente. «Ho cominciato giocando in altri ruoli», spiega lo stesso Leonardo, «ma poi, una volta provato a stare in porta, non ho più smesso. Senza dubbio i consigli ricevuti in casa sono stati fondamentali a spingermi in questa direzione». Grazie a Leonardo, che spera di arrivare in alto come il nonno, la saga dei Cugola continua. •.

Giordano Padovani

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