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Serie D

Sona e Chievo, tutto finito? «Grazie, ma non si poteva continuare»

Le parole di Marco Pacione scrivono la parola fine sul progetto nato in estate
Il Sona in campo contro il Lumezzane
Il Sona in campo contro il Lumezzane
Il Sona in campo contro il Lumezzane
Il Sona in campo contro il Lumezzane

ChievoSona si o no? La risposta non c’è. S’inseguono a corrente alterna le voci di una fusione prima conclamata e poi negata.

 

Il nome cambiato due volte

La realtà è che a ad oggi nessun accordo è mai stato ufficializzato e che la nuova denominazione sociale (ChievoSona) annunciata a suo tempo da un comunicato stampa della società del Sona è poi stato riposto in un angolino con tanto di passo indietro da parte dei dirigenti scaligeri pronti però a sottolineare che il nome era stato autorizzato dalla Covisod il 15 luglio scorso. Al cospetto del pressing degli avvocati del tribunale di Verona, curatori del fallimento della Ac ChievoVerona, il presidente del Sona Paolo Pradella aveva quindi deciso di fare un passo indietro e chiedere alla Covisod di tornare all’origine: vale a dire solo Sona.

 

Le parole di Marco Pacione

Una vicenda finita lì anche se poi la compagine rossoblù si allena regolarmente al Bottagisio Center di Chievo.

A mettere quella che sembra, (ripetiamo e sottolineiamo il verbo sembrare) una pietra tombale sulla fusione sono state le parole di Marco Pacione intercettate a margine della presentazione del Vigasio. In quella sede l’ex dirigente del Chievo ha dichiarato che «abbiamo lavorato per poter continuare con il Sona . Hanno dato il massimo della disponibilità ma non si sono create le condizioni per continuare. Saremmo comunque sempre grati al Sona».

Sull’intera vicenda Gianmarco Valbusa, il plenipotenziario del Sona ascolta e con garbo si limita a dichiarare. “Il curatore fallimentare ci ha chiesto di togliere il nome Chievo dal Sona. Tutto il resto sono chiacchiere. Chi vivrà vedrà. Di certo il tempo è galantuomo”. E la telenovela continua. 

Stefano Joppi

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