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la lettera dopo il ko a Montebelluna

Caldiero, il presidente scrive alla squadra: «Una sconfitta vergognosa»

Ma il giudizio di Berti non ha nulla a che fare con il risultato: «Non posso accettare di assistere a 95 minuti di proteste e comportamenti indecenti nei confronti di avversari e terna arbitrale»
Filippo Berti
Filippo Berti
Filippo Berti
Filippo Berti

«Una sconfitta vergognosa». Tuona il presidente Filippo Berti dopo il rovescio patito dal Caldiero a Montebelluna. Parole che spiazzano considerando il carattere mite e posato del massimo dirigente della società termale. Ma quel «vergognosa» non ha nulla di tecnico, non è riferita alla prestazione offerta dai ragazzi di Cacciatore e, per assurdo, sorvola tranquillamente anche sul risultato finale.

Il messaggio

Il messaggio che il presidente Berti ha recapitato a tutta la squadra compreso lo staff tecnico si concentra su altri aspetti che premono di più alla società. «Per quello visto a Montebelluna e non mi riferisco al risultato - scrive Berti nella chat della squadra - ci dobbiamo vergognare. Dobbiamo imparare a stare zitti ed ognuno deve fare il proprio compito. Non posso accettare di assistere a 95 minuti di proteste e comportamenti indecenti nei confronti di avversari e terna arbitrale. Portiamo in giro il nome di un paese e di una società sportiva e quel poco che abbiamo fatto negli anni è stato anche grazie ad un comportamento civile. Meglio che tutti facciamo un esame di coscienza ed una riflessione su quanto accaduto. Purtroppo non è la prima volta e da oggi non verranno più accettati questi comportamenti, in caso contrario prenderemo seri provvedimenti».

Le decisioni arbitrali

Un autentico sfogo quello del presidente, presente come sempre, sulle tribune dello stadio San Vigilio di Montebelluna. Berti non entra, dunque, in questioni tecniche ma ci tiene a ribadire una linea di comportamento che, indubbiamente a Montebelluna, ha vacillato. Complici, sia chiaro, alcune decisioni della terna arbitrale che hanno mandato su tutte le furie l'entourage del Caldiero. Ad iniziare da una mancata espulsione a metà della prima frazione per il baby Scappin autore di un'entrata criminale su Braga nemmeno sanzionata con l'ammonizione da parte del direttore di gara. Per finire con l'episodio del rosso diretto a Baldani, azione viziata in maniera evidente da un fuorigioco dell'ex Virtus Verona Carlevaris. In mezzo anche l'espulsione per proteste dalla panchina di Cherubin, con l'assistente che ha ammesso a fine gara di aver confuso il colpevole, con Cherubin assolutamente estraneo alle proteste.

Scusanti che il presidente Berti, evidentemente, non accetta. Vuole più tranquillità, meno frenesia, più educazione. E in un calcio sempre più urlato e sguaiato il comportamento del massimo dirigente del Caldiero appare singolare. Ma forse dirigenti come Filippo Berti al calcio, di ogni categoria, mancano tantissimo.

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Sandro Benedetti

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