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Intervista all'ex allenatore

«Verona può arrivare in alto. Magari tra le prime quattro». Parola di Tex De Cecco

Matteo Tex De Cecco festeggia la conquista del campionato con Tsvetan SokolovMatteo Tex De Cecco in posa con la coppa
Matteo Tex De Cecco festeggia la conquista del campionato con Tsvetan SokolovMatteo Tex De Cecco in posa con la coppa
Matteo Tex De Cecco festeggia la conquista del campionato con Tsvetan SokolovMatteo Tex De Cecco in posa con la coppa
Matteo Tex De Cecco festeggia la conquista del campionato con Tsvetan SokolovMatteo Tex De Cecco in posa con la coppa

Dalla Russia con furore. Matteo Tex De Cecco, storico vice allenatore di Verona, in panchina per sei stagioni con Bruno Bagnoli, Andrea Giani e Nikola Gribc, è rientrato in Italia dopo due anni e mezzo alla Dinamo Mosca dove è stato il secondo di Konstantin Bryansky. Terminata per ora la sua avventura in Russia, attualmente si sta preparando con la nazionale slovena assieme a Mark Lebedew in vista del Mondiale. Troverà il bomber di WithU Verona Rok Mozic e potrà riabbracciare anche altri ex gialloblù come Alen Pajenk, Toncek Stern e Mitja Gasparini.

 

Come è stata la tua esperienza in Russia?

Dal punto di vista sportivo è stata la mia miglior esperienza professionale. La più importante che abbia mai fatto. Abbiamo vinto due volte il campionato. Abbiamo vinto la coppa di Russia e il secondo anno siamo arrivati in finale, poi abbiamo conquistato la Supercoppa di Russia e la Cev. Su sei finali ne abbiamo vinte cinque. Meglio di così era davvero difficile immaginarlo, anzi, abbiamo fatto un’impresa considerato il budget, buono ma non stratosferico come per esempio quello che ha San Pietroburgo. Mi sono lasciato in ottimi rapporti con la società, i giocatori e l’allenatore Bryansky, che tra l’altro ora è il nuovo coach della Russia.

 

La guerra che impatto ha avuto sulla tua vita?

La difficoltà più grande per quel che mi riguarda è stata quella di non sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo. Appena ho capito che ci sarebbero state tensioni ho mandato a casa la famiglia, giusto due giorni prima che scoppiasse il conflitto. Il primo periodo, il primo mese, è stato durissimo perché non sapevamo cosa dovevamo fare, non si capiva nulla, le sanzioni impattavano sulla vita di tutti, il rublo era in caduta libera e hanno chiuso i conti correnti agli stranieri. Poi le cose sono migliorate. Il rublo è risalito e i conti sono stati riaperti. Credo che adesso ci sia solo una banca sanzionata. Il problema è che non si poteva più viaggiare verso l’Europa o verso il resto del mondo se non attraverso la Turchia o la Serbia.

 

Che idea hai di questa guerra?

La guerra è sempre una tragedia, da qualsiasi lato la si guardi. Poi, se dobbiamo cercare le ragioni di questo conflitto, penso che servirebbero approfondimenti evitando semplificazioni e strumentalizzazioni.

 

Ti sei mai sentito in pericolo?

No, quello no.

 

Perché non ti sei fermato?

Io in Russia mi sono trovato benissimo e mi sono lasciato in ottimi rapporti con la Dinamo Mosca, con la società e con l’allenatore. Semplicemente, adesso, in questo periodo storico è complicato per uno straniero tornare là e avere la famiglia là. Più avanti si vedrà.

 

Verona ha preso dallo Yugra-Samotlor Nizhnevartovsk l’opposto Maksim Sapozhkov, che giocatore è?

Arriva dalle giovanili dello Novosibirsk, ci ho giocato contro anche in coppa e fisicamente è mostruoso. Un gigante. Chiaramente è un po’ acerbo, al primo anno da titolare ha fatto grandi partite e prestazioni meno brillanti. Si è alternato con l’altro opposto Litvinenko. Avrà bisogno di tanto Stoytchev. Comunque fa impressione fisicamente. Se costa il giusto è un buon prospetto, bisognerà vedere quanto riuscirà a migliorare in un campionato così competitivo come quello italiano. Potrebbe anche essere una bella sorpresa.

 

Mozic lo alleni con la Slovenia.

Un talento incredibile, se troverà continuità in ricezione e al servizio diventerà un top player mondiale. Ragazzo empatico, educato e intelligentissimo. Ha margini infiniti e il lavoro di Stoytchev si vede. Cresciuto molto, fa dei numeri incredibili e quando è coinvolto emotivamente nel gioco è inarrestabile, ogni palla che tocca è un punto. Tanta, tantissima energia positiva.

 

Keita farà bene?

Non lo conosco, ovviamente so che ha fatto benissimo in Corea, anche se si tratta di un campionato diciamo di terzo livello. Se ne parlava da tempo, in molti gli avevano messo gli occhi addosso. Sarà interessante vedere cosa farà in Italia perché la Superlega è sempre la prova del nove per qualsiasi giocatore. Se sei bravo, sei bravo, se non lo sei, non lo sei e punto. L’Italia non fa sconti e ti presenta sempre il conto.

 

E c’è anche Perrin, la scorsa stagione in Russia al Lokomotiv Novosibirsk.

Un giocatore di equilibrio, tecnico. Batte bene, attacca palla veloce ma anche palla alta, ha tanti colpi in repertorio e non è male in ricezione. Ragazzo maturo ed equilibrato. Per Verona sarà un bel dilemma assegnare le maglie da titolare.

 

Parlando del campionato, è Piacenza la squadra che ha fatto il mercato più ricco?

Piacenza ha fatto una campagna acquisti mostruosa. Ha Simon, il centrale più forte al mondo. Poi ha Leal e Lucarelli. E Romanò, un gran prospetto. Senza dimenticare Recine in panchina. Poi bisognerà vedere come andrà il sistema di gioco. Comunque è di sicuro la società che ha speso di più.

 

Un mercato che ti è piaciuto?

Quello di Milano, molto equilibrato e intelligente con Ebadipour e Loser.

 

Perugia e Lube?

La Lube più o meno resta dello stesso livello, ha preso Nikolov, giocatore giovane ma con tanto talento e interessantissimo. Perugia è migliorata perché ora ha uno degli schiacciatori più forti in Europa, Semeniuk. Da vedere come si ambienterà e come andrà con Leon, ma sulla carta Perugia ha una batteria di schiacciatori paurosa.

 

Trento?

Ha mantenuto quello che aveva l’anno scorso e in più ha preso un ottimo elemento, Dzavoronok.

 

Campionato italiano sempre competitivo?

Forse un po’ meno dello scorso anno, la Vibo che è retrocessa era molto attrezzata e mi pare che chi lotterà per non retrocedere non sia allo stesso livello. Padova si è staccata dal gruppetto perché è cresciuta. Ha preso ottimi elementi. Un bell’opposto e una batteria di schiacciatori più forte dello scorso campionato. Siena, Taranto e Cisterna secondo me sono un po’ dietro.

 

E Verona?

Verona se becca il sestetto giusto può anche arrivare tra le prime quattro. Perugia, Civitanova, Trento e Piacenza hanno qualcosa in più, ma infilarsi lì non è impossibile. Piacenza è un cantiere e Civitanova potrebbe aver perso qualcosa. Verona secondo me è molto vicina, ma davvero molto vicina. 

Marzio Perbellini

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