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intervista Stefano Magrini

«Con Rebaudengo l'errore più grande E oggi mi terrei Grbic»

Stagione 2016-17, Verona batte 3-0 Modena. Grande gioia di Stefano Magrini, dietro il broncio di Uros Kovacevic
Stagione 2016-17, Verona batte 3-0 Modena. Grande gioia di Stefano Magrini, dietro il broncio di Uros Kovacevic
Stagione 2016-17, Verona batte 3-0 Modena. Grande gioia di Stefano Magrini, dietro il broncio di Uros Kovacevic
Stagione 2016-17, Verona batte 3-0 Modena. Grande gioia di Stefano Magrini, dietro il broncio di Uros Kovacevic

Sereno mai: o felicissimo, o arrabbiatissimo. Sempre in movimento. Le mezze misure non fanno parte del suo mondo. Passionale, spesso oltre le righe. Durante le partite alzavi lo sguardo sulle tribune ed era là, in piedi, a esultare come un pazzo o a imprecare come un dannato. Non le mandava a dire, i tifosi di Modena ne sanno qualcosa. O lo amavi o lo odiavi, Stefano Magrini, il vulcanico presidente (della Bluvolley e poi della Nbv) lasciava sempre il segno. E adesso lascia il timone della pallavolo. Saluta e torna a dedicarsi alle sue aziende e alla sua famiglia.

Come è nata l’idea di cedere il titolo? Una decisione maturata da parte dei soci dopo un anno di pandemia, complicato. Per quel che mi riguarda posso dire che dopo 11 anni, 5 da socio e 6 da presidente, era arrivato il momento di lasciare. Anni belli, entusiasmanti, dove sono state fatte tante belle cose, magari anche tanti errori. Però 11 anni sono tanti. Ho tolto risorse alla mia famiglia e tempo alle mie aziende. È arrivato il momento di cambiare. Non posso più dedicare tutto mio tempo, ed è stato tantissimo, alla pallavolo. In un momento così difficile per lo sport c’è bisogno di impegno e dedizioni totali. Che sarà il compito che dovranno assolvere i nuovi soci.

Il passaggio del titolo ha incontrato qualche resistenza in Lega... La cessione era regolare e non c’era nessuna ragione per cui non andasse in porto.

Forse ha pesato il passaggio del titolo dalla Bluvolley alla Nbv dell’anno scorso. Ma c’è una differenza che è sostanziale. Quello di quest’anno comporta il distacco dei vecchi soci.

L’anno scorso invece, che scopo ha avuto l’operazione? Quello di fare entrare dei nuovi soci, che poi non sono però arrivati.

Per evitare che i debiti della Bluvolley pesassero su di loro? Esatto, proprio così.

Perché poi i nuovi soci non sono arrivati? Queste persone hanno comunque contribuito in modo importante. Alla fine non sono entrati per questioni legate al loro lavoro.

Il bilancio di questi undici anni? Riconosco di avere fatto molti errori ma non si possono non fare delle considerazioni importanti: a livello sportivo abbiamo portato Verona ai vertici della pallavolo anche se non abbiamo raggiunto l’obiettivo della finale scudetto. Ma la Challenge l’abbiamo vinta, abbiamo fatto una semifinale di Cev e soprattutto abbiamo fatto crescere il settore giovanile. Giulio Magalini per esempio ci è stato richiesto da diverse big ma non dimentichiamoci altri due giocatori del nostro vivaio come Davide Signorini e Murilo Massafeli, che nei prossimi due, tre anni potranno salire ad alto livello.

E la Bluvolley che fine farà? Continuerà a gestire il minivolley per i ragazzi fino ai 13 anni. E le giovanili? Passano alla nuova società.

L’errore più grande? Purtroppo è stato quello di rompere con Piero Rebaudengo.

Cos’era successo? All’epoca Giani voleva avere mano libera sulla parte sportiva ma Rebaudengo, giustamente, voleva poter dire la sua anche per contenere un po’ le ambizioni della società.

L’ingaggio di Djuric creò la frattura alla Bluvolley? Sì, proprio così.

Costava troppo per le casse di Verona? Esatto.

In quegli anni Verona però era all’apice... Vero, ma col senno di poi Rebaudengo aveva ragione. Bisognava procedere per piccoli passi, gestire meglio gli investimenti.

Tanti anche i cambiamenti a livello manageriale dopo l’addio a Rebaudengo. Tanti i motivi: Bianchini ha scelto di tornare in politica, poi non abbiamo più trovato una persona capace di gestire la società.

E la rottura con Giani? Intanto parliamo di un amico. All’epoca aveva tutta la squadra contro, cosa bisognava fare?

Cioè? Si erano create tre fazioni tra i giocatori, c’erano grandi tensioni all’interno dello spogliatoio e anche lui si era reso conto che non poteva gestire una situazione del genere. È stata una scelta condivisa.

Il cambio Grbic-Stoytchev? Non lo rifarei, terrei Grbic.

Come è maturata la decisione? C’era troppo permissività all’interno dello spogliatoio. Alcune situazioni creavano tensioni tra i giocatori.

Cambiamenti che sono costati cari, avete dovuto onorare il contratto di chi andava via e poi pagare quelli che arrivavano... Vero, fatto però a fin di bene sperando di risollevarci.

Perché la rottura con Calzedonia? Il Gruppo di Veronesi ha deciso di non investire più nel volley. Ma devo solo ringraziare perché siamo cresciuti così tanto anche grazie a lui.

Quale era il main sponsor che sarebbe dovuto arrivare? Dhl. Era praticamente fatta. Avevamo l’ok dei country manager Italia e Europa. Mancava solo l’ok di quello mondiale, che ha bloccato l’operazione per via della pandemia.

Alla fine il bilancio economico con il volley? Personalmente ci ho rimesso quattro milioni di euro, carte alla mano. Io e Corsini ci abbiamo rimesso tanto.

Si dice che ultimamente in società non corresse buon sangue. Ma no, non è così. Quando ci sono più soci possono esserci degli screzi, chiaro. Mancava solo un po’ di serenità.

Il ricordo più bello? La semifinale a Lisbona in Challenge contro il Benfica, in un palazzetto incandescente, in un centro sportivo storico. La vittoria e poi la cena coi tifosi. Indimenticabile.

Quello più brutto? Sono due: l’addio di Giani dopo la sconfitta contro Sora. E i play off con Perugia: due match point per andare in semifinale falliti e quell’errore dell’arbitro. Saremmo andati sull’8-4. C’erano 5400 persone al palazzetto. Eravamo all’apice. Da lì in poi il declino. Aver fallito il passaggio del turno causò una perdita di investimenti di 500mila euro.

Magrini resterà nel mondo della pallavolo? Io e Corsini non facciamo più parte della società ma faremo da sponsor.

I giocatori da portare sempre con sé? A livello umano Aidan Zingel e Mitja Gasparini, persone davvero fantastiche.

Quello che ha deluso di più? Djuric per il suo rendimento sportivo.•.

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