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«Sogno le Olimpiadi Voglio vincere tanto Verona scelta giusta»

Verona Volley festeggia un punto al Forum FOTOEXPRESSLa grinta di Rok Mozic, carburante per tutta la squadra FOTOEXPRESS
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È la sorpresa assoluta della Superlega. All’esordio nel nostro campionato, al primo anno in Italia, lo schiacciatore sloveno Rok Mozic, 20 anni compiuti a gennaio, con 425 punti domina la classifica dei bomber per distacco su campioni del calibro di Abdel-Aziz (409) e Leon (398), lasciandosi alle spalle giocatori come Kazyiski, Leal, Ngapeth, Patry e via, via tutti i top player che impreziosiscono le domeniche dei palazzetti. Un talento sul quale avevano messo gli occhi in tanti ma nessuno si aspettava che esplodesse così in fretta. Per lui adesso è il momento della verità: tre gare alla fine della regular season e Verona ha bisogno dei suoi punti per essere tranquilla. Finale di stagione al cardiopalma, con cinque squadre racchiuse in tre punti per la salvezza. Da qui si capisce quanto il campionato sia competitivo e noi di sicuro dobbiamo fare qualche altro punto per essere tranquilli. Siamo a quota 24 come Cisterna, che giocherà però con Ravenna e credo che vincerà. Noi giovedì abbiamo Piacenza e dobbiamo fare quello che sappiano. Poi c’è la Lube e quindi Monza. Tre gare difficili dove comunque cercheremo di raggiungere il nostro obiettivo. Due partite al Forum per Verona, dove è dura per tutti. Una grande differenza tra le partite in casa e quelle in trasferta, come mai? Tutte le squadre giocano meglio in casa. Noi in casa però abbiamo vinto sette partite contro le due in trasferta. Una bella differenza. Al Forum siamo pericolosi per tutti, anche per le big. E a fare la differenza è di sicuro il pubblico, ci dà tanta carica. Siamo giovani e anche quando siamo in difficoltà sentiamo il sostegno dei tifosi, la loro energia ci dà forza. E quando vinciamo, vederli tutti in piedi ad applaudire, è davvero bellissimo E loro ti adorano. Mi piace giocare per loro e a loro piace sostenermi. Questo rende le partite in casa così speciali. Io cerco sempre di scaldare il pubblico e così il pubblico fa con me. Il tuo modo di esultare ha contagiato la squadra. Quando siamo in casa ci piace esultare a più non posso, per infiammare l’ambiente, per creare tanta energia. I tuoi compagni di squadra hanno iniziato a esultare come te. Sì, vero. Sentono l’energia positiva che si crea. Ed è bello che ora tutti ci mettano tanta passione. Il gesto che fai dopo un muro vincente cosa significa? Che hai seppellito l’avversario? Qualcosa del genere. Tipo: da qui non si passa, ti ho seppellito. È un gesto un po’ scherzoso anche se qualche volta gli avversari se la prendono ma finita la partita poi tutti amici come prima. Ci si lancia sguardi di fuoco attraverso la rete, ma fa parte del gioco. Comunque non lo faccio mai rivolto a loro, lo faccio verso il pubblico e soprattutto per me stesso e per caricarmi a mille. Al primo anno in Italia, così giovane, sei il bomber della Superlega davanti a un campione come Leon. Un exploit pazzesco. Sapevo che la Superlega era uno dei migliori campionati al mondo. Non sapevo però cosa aspettarmi. Giocando con la nazionale slovena ho avuto una grande opportunità per crescere e immaginarmi cosa avrei trovato in Italia. Ma non avevo idea di come sarebbe stato il mio livello: in Slovenia ho fatto bene ma il campionato non può essere messo a confronto con quello italiano. E sono contento di come sta andando, anche sorpreso di giocare bene quasi ogni partita. Ma questo è solo il primo anno e forse gli avversari non mi conoscevano ancora bene. Adesso che mi hanno studiato un po’ di più sanno dove attacco da certe posizioni e sta diventando più dura e nelle prossime stagioni dovrò dimostrare quello che valgo. E comunque nella classifica dei bomber ti sei messo alle spalle Leon e Abdel-Aziz. Quando vedi i tuoi idoli dietro di te è una grande soddisfazione. Ma devo anche dire che per me sono più importanti i risultati di squadra di quelli personali. Quando giochi bene Verona vince, se giochi male perde. Vero, quando gioco male è più difficile per tutti. Mi ricordo a Padova, ho giocato davvero male. Credo di aver fatto 5 punti. Abbiamo perso male 3-0. Una delle peggiori partite. Come con Perugia o a Vibo. Quando non faccio tanti punti perdiamo. Ma mi piace avere questa responsabilità, avere questo ruolo, essere il leader della squadra. Non senti troppa pressione addosso, soprattutto adesso che Verona deve salvarsi? Quando sono sotto pressione gioco anche meglio. Non è un problema. Quando inizia la partita penso a giocare e a vincere. Ma devo anche dire che la società non mi mette ansia addosso né a me né ai compagni. Ci dicono solo: sapete quello che dovete fare. La tua scelta di non giocare in un top team si è rivelata vincente. Sì, una scelta davvero azzeccata. Di cui sono molto contento. Qui sono sempre in campo, sono uscito solo due volte. Coach Stoytchev mi ha dato una grande opportunità, mi ha dato tanta fiducia e di questo gli sono molto grato. E se gioco così bene lo devo anche lui. Fossi andato a Perugia o alla Lube di sicuro non avrei avuto tutta questo spazio. Adesso però tante big ti vogliono. Cosa farai nel tuo futuro? Sì, mi hanno visto, mi vogliono ma io ho un altro anno di contratto qui e probabilmente mi fermerò. Mi piace il progetto, la squadra, lo staff, la città. Qui sto bene e sono vicino a casa. Ora penso solo agli ultimi tre incontri della stagione e poi si vedrà ma credo che mi fermerò. Vediamo. Quali sono stati i tuoi giocatori di riferimento? Di certo i compagni di squadra della nazionale come Gasparini, Urnaut, e poi Ngapeth e naturalmente Leon, che per me è il giocatore più forte al mondo. Con Ngapeth ci sono stati sguardi di sfida... Ah credo che fosse particolarmente motivato contro di me perché lo avevo murato in Vnl. E poi c’è tutta la faccenda tra Modena e Rado che ha messo pepe sulla partita. Se pensi al futuro, che sogni vorresti realizzare. Giocare alle Olimpiadi, vincere lo scudetto in Italia e fare la Champions. Ovviamente vincere il più possibile in ogni competizione. Quando devi prendere decisioni importanti nella tua vita, con chi ti consulti? Sicuramente con mio papà, era il mio coach quando ero più giovane. Mi segue sempre, viene qui ad ogni partita. Quando ho problemi mi consulto con lui. Anche se in passato ci siamo scontrati molto visto che era il mio allenatore ed era molto esigente. Da me pretendeva il doppio rispetto agli altri. E poi abbiamo avuto molte discussioni perché non mi piace perdere e quando perdevo mi arrabbiavo tantissimo. Ma adesso è il mio più grande supporter. Sei cresciuto molto al servizio. Uno dei fondamentali dove sono migliorato di più durante il campionato. Quando la squadra si è fermata per il covid siamo rimasti io e Magalini e ci siamo allenati tantissimo al servizio. E infatti sono arrivati i 5 ace con Taranto e 5 ace con Padova. E anche quando il momento è delicato non ho paura. Come contro Milano. Hai chiuso il match con un ace. Una gioia pazzesca, incredibile. Tutti in piedi. Dove devi crescere? Al servizio, troppi errori. In ricezione e a muro. Direi in tutti i fondamentali. •.

Marzio Perbellini

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