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«L’arma in più di WithU ? Squadra intercambiabile»

Dario Simoni con Radostin Stoytchev  FOTOEXPRESS
Dario Simoni con Radostin Stoytchev FOTOEXPRESS
Dario Simoni con Radostin Stoytchev  FOTOEXPRESS
Dario Simoni con Radostin Stoytchev FOTOEXPRESS

Ad agosto saranno 8 anni che lavora fianco a fianco a Rado Stoytchev. Dario Simoni è il braccio destro del coach bulgaro dal 2014 quando divenne il suo vice al Trentino Volley. Da allora le loro strade non si sono più separate: hanno lavorato insieme a Modena e poi a Verona, dove sono arrivati nel 2019 quando sulle maglie c’era ancora il nome di Calzedonia e la società era la Bluvolley, trasformata poi in Nbv Verona. Quindi, con i nuovi soci, hanno visto nascere la Verona Volley e, dopo l’arrivo del title sponsor, il prossimo anno guideranno la WithU Verona, squadra ambiziosa e con obiettivi importanti: nel giro di pochi anni, conferma Simoni, vogliono scalare la classifica e andare a giocare per lo scudetto. È stato allestito un sestetto molto interessante. Questa è proprio la parola giusta, interessante. Direi che è un sestetto da scoprire. Credo che con tanto lavoro potremo ottenere degli ottimi risultati. Ci sono giocatori di prospettiva ma dovranno dimostrarlo. È una squadra abbastanza intercambiabile. Può modificare assetto ma mantenere un livello comunque più o meno uguale. L’idea in sostanza era proprio questa. In ogni ruolo siamo praticamente intercambiabili e quindi possiamo addirittura poter cambiare tutta la squadra. Questo è un valore aggiunto. Il sestetto appare molto promettente in attacco. Come sta in ricezione? Mozic lo scorso anno ha pagato lo scotto di partecipare alla Superlega per la prima volta e doveva fare esperienza. Che comunque sta maturando anche con la nazionale. Ci aspettiamo un passo in avanti da parte sua. Keita forse dovrà adattarsi come ha fatto Mozic l’anno scorso, ma è decisamente interessante. Perrin, invece, è un ottimo ricevitore. La squadra ha centimetri in più, un altro valore aggiunto. Decisamente, dovremmo riuscire a farci sentire molto di più a muro. Ma è tutto concatenato perché servirà anche una buona battuta. E sulla carta la squadra appare più incisiva anche al servizio. Sì, dovremmo essere cresciuti parecchio. Fondamentale determinante per la fase break. Se gli avversari sono staccati da rete le percentuali di cambio palla scendono drasticamente. In caso contrario non c’è muro che tenga. Con la battuta buona le cose possono davvero cambiare molto. Sono tutti mattoni per il futuro. Il nostro obiettivo è questo. Fare un bel passo avanti già quest’anno. Avere giocatori giovani è stato fatto nell’ottica di costruire qualcosa di importante nei prossimi anni. Fare un passo alla volta decisivo, perché gli acquisti di quest’anno ci dicono che dovremo fare meglio della scorsa stagione per poi, l’anno successivo ancora, proiettarci verso traguardi ancora più significativi. Stoytchev parla di giocarsi lo scudetto nel giro di due anni. Sì, Rado è così, è un allenatore abituato a lottare per vincere. Non dice che vinceremo lo scudetto, ma vuole essere pronto in poco tempo almeno per giocarcelo. E gli acquisti fatti vanno in questa direzione. Giocatori giovani, magari poco conosciuti ai più, ma molto importanti. Come è stato Mozic lo scorso anno. Che ha fatto un campionato incredibile. Mozic è chiamato a confermarsi, ma non sarà semplicissimo. No, ma ci sono tutti i presupposti perché succeda. Rock non ha solo qualità tecniche e fisiche, ha pure la mentalità vincente. Tanti anni come vice di Stoytchev, avete due personalità apparentemente molto diverse, con i giocatori sembrate un po’ il poliziotto cattivo, Rado, e quello buono, tu. Qual è il segreto di tanta longevità professionale? Rado mi ha sempre detto: non voglio lavorare con chi mi dà ragione e con me ha trovato quello che cercava. Discutiamo praticamente tutti i giorni. Ci scontriamo molto. Ma si è sviluppato negli anni un profondo rispetto reciproco. I nostri litigi vertono solo sul lavoro, sugli aspetti professionali, non hanno nulla di personale. E questo l’ho imparato da lui: mi aveva fatto capire che tutti i suoi interventi, anche con i giocatori, riguardavano solo aspetti del gioco. Non erano mai assolutamente indirizzati alla persona. Mai. E questo fa la differenza, non ci si può arrabbiare, non ci si può offendere perché è fatto a fin di bene. Jensen è un esempio. È partito come un giocatore timido e a forza di essere sollecitato da Rado si è trasformato in un altro giocatore. È diventato un vero trascinatore. Io non ci avrei ma creduto, ma è successo grazie a Rado che come un martello pneumatico ha continuato a battere sempre sullo stesso aspetto fino a ottenere quello che voleva. Tra l’altro ora se ha risolto i problemi alle ginocchia dovrebbe spiccare il volo. Se tutto funziona come dovrebbe, Mads sembra aver capito quale è la direzione. Secondo me anche la nostra crescita come squadra è dipesa molto da lui, nel senso che Mozic ha fatto un campionato straordinario ma quando giocava bene anche Jensen la squadrava andava il doppio. E l’opposto russo Sapozhkow com’è? Devo dire che in questo caso l’ha seguito principalmente Rado, se n’è occupato lui. Rado è sicuro che farà bene, credo che abbia trovato un altro coniglio nel cilindro. Un ragazzo di 220 centimetri che sarà molto utile. E Cortesia con Mosca che coppia di centrali sono? Corte alla Nations League si sta comportando molto bene. Mosca secondo me invece ha tutte le caratteristiche per diventare un grande centrale. Ha ottime qualità tecniche e fisiche e credo che giocatori italiani così vadano sempre valorizzati.•.

Marzio Perbellini

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