<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Jensen, futuro gialloblù «Il campionato più bello. A Verona per crescere»

Verona festeggia un punto FOTOEXPRESS
Verona festeggia un punto FOTOEXPRESS
Verona festeggia un punto FOTOEXPRESS
Verona festeggia un punto FOTOEXPRESS

Giovani al potere. Mads Jensen è il futuro, il talento danese che apre le porte a una nuova fase di Verona. Dalla prossima stagione la società, come ha anche rivelato il presidente Stefano Magrini, dovrebbe puntare sulla linea verde e l’opposto di 209 centimetri che il 24 aprile compirà 22 anni sarà un po’ la punta di diamante di questo nuovo inizio. Arrivato a Verona a metà novembre con il difficile compito di sostituire Stéphen Boyer, si è subito messo in mostra nonostante fosse alla sua prima esperienza in Italia e in un campionato di alto livello. Tesserato il 21 novembre è sceso in campo il giorno dopo contro Padova con un buon 54% in attacco. La sua gara più brutta, invece, in gara 1 nel preliminare dei play off contro Milano. Una giornata no, che di certo non intacca il suo talento. Vital Heynen, l’allenatore di Perugia, ha detto che nei prossimi anni sentiremo molto parlare di lui e l’Nbv se lo augura con tutto il cuore. Heynen ha parlato davvero molto bene di te. Sono lusingato per le sue parole, è un grande allenatore con tanta personalità e sono davvero super felice. Ma credo che dovrò lavorare ancora tanto per diventare un grande giocatore. Intanto però mi godo queste parole. Che idea ti sei fatto del campionato italiano? Il livello è davvero molto alto, penso sia il campionato più competitivo al mondo. Sono arrivato qui senza molta esperienza e ci ho messo un po’ ad ambientarmi e a prendere le misure ma qui si gioca una pallavolo davvero al top. Come mai avevi fatto tutta la preparazione di inizio stagione a Verona? Conosco Rado Stoytchev da qualche anno, almeno tre, mi aveva notato nel team giovanile della nazionale danese e quest’estate mi ha chiesto se volevo unirmi alla squadra per la preparazione e io ho accettato subito. Forse la tua partita più brutta ai play off contro Milano, cosa è successo? Eri teso o non stavi tanto bene? La partita contro Milano, sì, lo so. È vero. No, non ero né stanco né particolarmente agitato. A dire il vero non so cosa sia successo. Qualche volta in questo sport succede che semplicemente non te ne vada dritta una. Specialmente per me che non ho tanta esperienza a questo livello. Ho fatto qualche errore di troppo in attacco e al servizio e poi una cosa tira l’altra in un circolo vizioso è andato tutto storto. Non c’è una ragione in particolare, solo una serie di circostanze negative e sfortunate. Una giornata no, insomma. Come è stato l’inserimento nella squadra e nell’ambiente, c’è qualcuno con cui hai legato in particolare modo? Molto bene dire, ci sono giocatori con tanta esperienza come Matey (Kaziyski) o Thomas (Jaeschke) che mi hanno aiutato parecchio. Ma in generale mi trovo bene con tutti, siamo un ottimo team e vado d’accordo con tutti. Ho passato un po’ di tempo insieme ad Asparuh (Asparuhov) anche fuori dal campo, anche perché siamo più vicini come età. I tuoi propositi per la fine della stagione e per la prossima? La stagione non è ancora chiusa, ci sono i play off per il quinto posto che mettono in palio la partecipazione alla Challenge cup e penso che sarà importante fare bene. Per quel che mi riguarda personalmente lavorerò con lo stesso atteggiamento e energia giorno dopo giorno come ho fatto fino ad ora sperando che i risultati per me ma anche per la squadra arrivino di conseguenza. L’importante è continuare a lavorare con la giusta mentalità. Tecnicamente, dove ti senti più forte e dove invece dovresti migliorare? Sono giovane e ho ancora tante cosa da imparare e devo migliorare molto, anche perché credo ci sia sempre qualcosa su cui lavorare. Dal punto di vista tecnico, mi sento più sicuro in battuta, mentre in attacco e a muro ho bisogno di crescere ancora tanto. Viste le tue doti di attaccante e la tua altezza, come mai avevi iniziato a giocare come palleggiatore? Sono sempre stato un palleggiatore, da quando avevo dodici anni credo. Anche perché non sono sempre stato così alto anche rispetto ai miei coetanei. Poi, attorno ai 15, 16 anni, mi sono alzato tantissimo e alla fine ho fatto il cambio di ruolo e credo in meglio. Comunque sono sempre stato palleggiatore, sin da piccolo. Sei molto alto, da chi hai preso a casa? I miei sono alti, ma non come me. Mio papà è 1.90, mia mamma 1.76. Sono più alti della media ma non come me e onestamente non saprei dire da chi abbia preso. Prima di venire a Verona eri all’università negli Usa, cosa stavi studiando? Studiavo matematica e economia. Ci racconti un po’ di te? Come è nato il tuo amore per la pallavolo, hai fratelli, sorelle? Ho due fratelli più giovani che non giocano a pallavolo. A dire il vero nessuno in famiglia ha mai giocato a pallavolo e per me è stato un caso che abbia iniziato. Ero a scuola, facevo nuoto ma ero davvero pessimo e uno dei miei compagni di classe giocava a volley e il papà era il coach del team del posto e mi ha chiesto se volevo provare. Avevo circa 10 anni e da allora non ho più smesso. Fidanzata? Sì, ho una fidanzata in Danimarca Cosa fai nel tempo libero? Mi piace molo leggere, mi piacciono i libri e in generale mi piace imparare sempre cose nuove. E ovviamente mi piace frequentare gli amici, uscire con loro, rilassarmi. Come ti trovi a Verona? Verona è una città bellissima, la più bella città dove abbia mai vissuto. Mi piacciono la cultura, le persone, il cibo. La vera grande differenza per me è la lingua, non sono in tanti a parlare inglese e quindi per me è fondamentale imparare l’italiano, che non è affatto semplice. Ma lo farò anche perché mi serve per giocare e per allenarmi. Hai avuto modo di girare un po’? Sì, sono stato sul lago di Garda, bellissimo. Verona è stupenda perché in mezzora sei sul lago, in un’ora e mezza arrivi a Venezia, e vicinissimo ci sono anche le colline e le montagne. È un posto ideale, il posto perfetto. •

Marzio Perbellini

Suggerimenti