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Bruno Bagnoli

Bruno Bagnoli, direttore tecnico del settore giovanile di Verona Volley
Bruno Bagnoli, direttore tecnico del settore giovanile di Verona Volley
Bruno Bagnoli, direttore tecnico del settore giovanile di Verona Volley
Bruno Bagnoli, direttore tecnico del settore giovanile di Verona Volley

Bruno Bagnoli resta al timone del settore giovanile anche di Verona Volley come direttore tecnico. Lo storico allenatore della Marmi Lanza (ma, restando alla massima serie, anche di Modena, Trento, Padova, Sora e Siena) ha firmato per tre anni. Due i capisaldi del suo progetto: «Mantenere la qualità sulla nostra filiera, una squadra per ogni categoria. E lavorare in sinergia con le realtà del territorio collaborando realmente e non a parole. Che significa esportare il nostro know-how e scambiarci i giocatori per avere una base la più larga possibile». Si può fare? Diverse società tendono solo a fare il loro interesse di cortile. Invece è importante capire che bisogna pensare di fare giocare un ragazzo promettente nella migliore situazione possibile per il suo futuro e affinché sviluppi le sue qualità. Per avere la chance di emergere i ragazzi devono poter allenarsi bene, giocare in un contesto stimolate, a un buon livello e partecipare alle fasi provinciali, regionali e magari nazionali. Verona Volley ha la struttura per valorizzare un giocatore interessante. Togliendo gli elementi migliori alle società però perdono competitività. Noi possiamo riversare alle società tutta una serie di altri giocatori che non vengono utilizzati nelle varie categorie della prima divisione, serie B o C e quant’altro. Il settore giovanile di Verona volley come sarà composto? Intanto il contesto è di alto livello. Sempre con un preparatore atletico professionista che è anche osteopata, un fisioterapista, due allenatori in palestra e una squadra per ogni categoria. Una under 19 che fa la serie C, una under 17 che fa la serie D, poi under 15, under 13, tutta la filiera. E quando i giocatori escono dall’under 19 cerchiamo di farli giocare a un livello ancora più alto sfruttando la serie B sul territorio. Con il Dual faremo una squadra interessante con diversi nostri giovani per dare uno sbocco ai ragazzi in questa categoria. Una squadra femminile? L’anno scorso avevamo una under 13. Quest’anno diventerà una under 14 ( i maschi restano col dispari le femmine sono tornate col pari). Tutta la base partendo dal minivolley potrà così avere uno sbocco sia nel maschile sia nel femminile. Come è composta la struttura? In prima persona gestiremo 5 squadre e 90 ragazzi. Avremo 8, 10 allenatori con un preparatore atletico e un fisioterapista. E c’è una struttura dirigenziale che seguirà tutta la parte amministrativa. Ci saranno poi altri 50 ragazzi che saranno gestiti con altre società con le quali collaboriamo sul territorio. La provincia di Verona ha un movimento con numeri importanti. Anche grazie al presidente provinciale Fipav, Stefano Bianchini, che fa sì che ci siano manifestazioni di carattere nazionale e internazionale. Per la pallavolo femminile i numeri sono strepitosi, più difficile per il maschile. Perché? Ci sono tante realtà sportive di alto livello: calcio basket, rugby, pallamano e tutte in serie A. La pallavolo di solito viene praticata dalle medie in poi e fa fatica a reperire soggetti interessanti perché sono di solito già assorbiti dalle altre realtà. Verona volley ha giovani interessanti? Qualche giocatore interessante ce l’abbiamo come Murilo Massafeli che metteremo a giocare con il Dual, è un 2004. Si allena anche con la prima squadra. Poi abbiamo dei giocatori del 2005 molto promettenti in una formazione under 17 parecchio competitiva. Bisognerà vedere se avranno continuità e se anche fisicamente poi si riveleranno all’altezza della A. Trento dopo Giannelli ha regalato all’Italia un altro talento: Michieletto... Trento è dal 2000 che lavora bene e con qualità con i giovani. Quando ha i soldi spende e quando non li ha rivede le cose. Il presidente Diego Mosna è molto pragmatico: se ha il budeget spende, se non ce l’ha stringe. Non fa buchi. L’hanno scorso aveva una bella squadra, non ha vinto e quest’anno ha rivisto gli obiettivi. Si fa così per dare continuità a un progetto. Nella pallavolo italiana tanti giocatori sono venuti fuori dai vivai di Treviso, Cuneo, Trento e anche Modena, società che lavorano bene. Che si possono permettere allenatori professionisti, una foresteria, tecnici che girano per allargare la base e dare continuità al progetto. Ci vogliono anni di investimenti, serve solidità e una visione lunga. Mosna sotto questo punto di vista ha fatto scuola. Verona Volley quest’anno avrà un sestetto molto giovane. È una squadra che mi piace davvero molto e sono sicuro che potrà fare bene. Forse manca un po’ in ricezione, ma secondo me potrà giocarsela un po’ con tutti. Certo, non ci sono giocatori di primo livello, ma questi ragazzi sono promettenti. Il rischio con le squadre giovani è che possano alternare prestazioni incredibili a passaggi a vuoto. Però, ripeto, è una squadra che mi piace molto. Chiaro che se ci fosse un martello un po’ più solido in ricezione sarebbe un vantaggio. Ma questo è un team che vanta elementi interessanti e l’arrivo di Cortesia è stata una grande operazione. Ma anche Nikolic è un centrale davvero interessante, si mette la rete all’ombelico. Non ti manca allenare una squadra di serie A? Assolutamente no, questa è un’ottima dimensione. Spero solo di dare continuità a questa attività e di avere delle risorse sufficienti per dare qualità a questi ragazzi. •.

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