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L'intervista

Andrea Mandorlini: «Emil e Juanito sono degli esempi. Nel derby tiferò solo per loro»

Gomez e Hallfredsson anime di Legnago e Virtus, che si affrontano domenica nel derby di C
Mandorlini con Gomez (a sinistra) e con Hallfredsson
Mandorlini con Gomez (a sinistra) e con Hallfredsson
Mandorlini con Gomez (a sinistra) e con Hallfredsson
Mandorlini con Gomez (a sinistra) e con Hallfredsson

Duecentoventuno partite con Hallfredsson, 158 con Gomez. Il primo e il terzo, numeri alla mano, fra i calciatori più impiegati da Andrea Mandorlini. «Due figli, due che porterò sempre nel cuore. Persone vere, ragazzi che vorresti avere a fianco ogni giorno», il ritratto di Mandorlini, il libro dei ricordi che si apre in un attimo e quei due sullo sfondo. Anime di Virtus e Legnago domenica di fronte nel derby, prima ancora leggendarie icone di un indimenticabile Hellas.

«Fortunato chi li ha», è il fermo immagine di Mandorlini, «per per quel che sanno darti dentro ma anche fuori dal campo. Grandi ancora oggi».

 

Il primo aggettivo che le viene in mente per sintetizzarli?

Serissimi, intanto, Col senso del sacrificio nel sangue. Esempi soprattutto per i giovani, anche se certi concetti sembrano essersi persi. Troppi ragazzi pensano ormai di essere chissà chi. Ai valori veri purtroppo non si dà più alcuna rilevanza.

 

Sapeva già che sarebbero stati ancora protagonisti?

Nessun dubbio. Gomez l’anno scorso ha fatto bene, Hallfredsson l’avevo a Padova e ai play off è stato il migliore. Mi spiace solo che qualcuno abbia dato invece un giudizio diverso. Ma è gente che non conosce davvero Emil, gente che uno come lui non è nemmeno in grado di giudicarlo. Troppo bistrattato, la verità invece è che Hallfredsson ancora oggi non c’entra nulla con la Serie C.

 

Saranno allenatori quando smetteranno?

Hanno tutto per poterlo diventare. E sappiano che appena decideranno di non giocare più un posto nel mio staff ci sarà sempre.

 

Con Hallfredsson ha vissuto anche nello stesso condominio...

Io sopra, lui sotto. Una volta sentii piangere suo figlio, scesi e lo vidi fuori dalla porta. Ce l’aveva messo il padre perché non s’era comportato bene. Senza compromessi Hallfredsson, è sempre stato così. Ragazzo d’oro, uomo autentico prima che giocatore di statura internazionale.

 

Come riusciva a leggere i suoi silenzi?

Ci voleva poco, non serve dirsi tanto per capirsi. A volte nulla proprio.

 

Come nacque Gomez esterno?

Aveva corsa e grande spirito. Ero sicuro che potesse ricoprire più campo e sempre con qualità rispetto all’annata di Gubbio dov’era stato fra l’altro capocannoniere del girone. Piano piano s’è adeguato, fondamentale per quel Verona. In B, ma pure in A. Tanto che l’avrei voluto anche a Padova.

 

Di testa Juanito le prende ancora tutte...

Gomez sulle palle alte è uno dei più forti che abbia mai visto. Perché ha il tempo giusto, il suo attacco alla palla è unico. Intuisce in anticipo le traiettorie. E stacca quando davvero serve.

 

Come fu con la Juve...

Emozioni infinite quelle, Gomez d’altronde era la nostra vera arma in area sui calci piazzati. Toni bloccava, lui s’infilava e rubava l’attimo.

 

Il suo più grande merito?

Tanti. Come l’essere riuscito a completarsi benissimo proprio con Toni, ad assecondarne i movimenti, a mettersi al suo servizio pur facendo tanto altro. Non era proprio così semplice convivere tecnicamente con uno come Toni.

 

S’è arrabbiato più con Gomez o con Hallfredsson?

Ho ripreso di sicuro di più Juanito, è anche vero però che l’ho fatto correre talmente tanto da avergli tolto almeno tre o quattro anni di carriera. Era uno spettacolo il modo in cui s’applicava. Io gli chiedevo di tutto, lui mi dava anche di più.

 

Il suo Legnago ora è in difficoltà...

Il campionato non è facile, ma i margini per risalire ci sono. Sarebbe importante per Verona avere attorno all’Hellas un terreno alimentato anche da due società di Serie C.

 

La Virtus invece sta andando forte...

Non mi sorprende. Ha una struttura consolidata, è ormai radicata nella categoria. Ha tutto per ambire ai playoff.

 

Da che parte starà domenica?

Di punti avrebbe maggior bisogno il Legnago, ma la mia partita sarà confinata ad Emil e Juanito. Non andrò troppo oltre. Troppi ricordi, troppo tempo vissuto fianco a fianco per voltare le spalle a uno dei due. Anche solo per novanta minuti.

Alessandro De Pietro

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