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Thomas e Roglic, a voi due Almeida vicino alla resa

Un Giro per due La maglia rosa Geraint Thomas e Primoz Roglic nel finale della tappa di ieri
Un Giro per due La maglia rosa Geraint Thomas e Primoz Roglic nel finale della tappa di ieri
Un Giro per due La maglia rosa Geraint Thomas e Primoz Roglic nel finale della tappa di ieri
Un Giro per due La maglia rosa Geraint Thomas e Primoz Roglic nel finale della tappa di ieri

I 2304 metri delle Tre Cime di Lavaredo (Cima Coppi) scioglie solo in parte l’enigma: ora la sfida è a due con Roglic che guadagna 3” su Thomas, riducendo lo svantaggio a 26”. Tutto capita negli ultimi 400 metri della tappa che esalta il colombiano Santiago Buitrago, primo per distacco, bravo a entrare nella fuga di giornata e mettere a frutto le sue qualità di scalatore puro, già ammirate l’anno scorso al Giro sul traguardo di Lavarone. Lo sconfitto di giornata è ancora Almeida, che si trova ora a 59” dalla maglia rosa e sulle rampe più dure appare quello di sempre (sul Bondone l’eccezione): perde terreno e rientra per poi perdere ancora sull’ultimo scatto dei due avversari. L’Ineos detta il passo sulle salite. E’ un ritmo regolare, ma Kamna e Dunbar pagano. Almeida, rimasto senza compagni di squadra, si porta davanti, guarda Thomas in faccia, accentua qualcosa il ritmo. Roglic sale agile, il signor G con un rapporto più duro. I due ribaltano Almeida indietro, ma Joao rientra. Quando mancano 400 metri al traguardo, Thomas parte alle spalle di Roglic, guadagna qualche metro, sembra che lo sloveno accusi mentre Almeida si stacca più nettamente. Succede quello che non ti aspetti: Thomas, che sinora non aveva mai sbagliato una mossa, è partito evidentemente troppo presto e Roglic, agilissimo, si alza sui pedali, lo salta e guadagna 3”, mancando di un niente il quarto posto di giornata che gli avrebbe dato altri prezioso secondi di abbuono. Il Giro numero 106 sembra proprio una questione a due. Nell’atipica cronometro di 18,6 km da Tarvisio a Monte Lussari, con i primi 11 km pianeggianti o in leggera salita e i 7,5 km finali in ripidissima ascesa, su strada stretta, probabilmente anche per un tratto senza collegamento audio con l’ammiraglia, dipenderà da energie residue, esperienza, capacità di gestirsi. Prima della salita i corridori cambieranno bici e nei giorni scorsi si è visto Thomas, a conclusione delle tappe, fare defatigamento sulla bici da crono. Thomas e Roglic sono due ottimi cronometristi, lo è anche Almeida, ma 59” da limare appaiono troppi. Thomas appare sereno alla fine: «Ho provato ad attaccare negli ultimi 400 metri», ammette, «ma ho scoperto che in altitudine e con queste pendenze, i 400 metri sono molto... lunghi per cui dopo ho dovuto dare tutto per arrivare». Alla vigilia, aveva detto che «sarebbe stato bello guadagnare qualche secondo in più prima della crono su Primoz e Joao». All’arrivo osserva: «La crono di Monte Lussari è la resa dei conti con gli altri big. Il mio vantaggio non è male ma bisognerà, assolutamente, dare tutto per conservare la maglia rosa». E’ d’accordo Roglic: «La tappa è andata come pensavo e sono contento dell’esito». Il tappone dolomitico (Gpm a Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci, Tre Cime di Lavaredo e maglia azzurra definitivamente sulle spalle di Thibaud Pinot) ha visto la fuga di 15 corridori che hanno raggiunto un vantaggio massimo di 8’20”. Che qualcuno di loro ce l’avrebbe fatta a lottare per la vittoria lo si è capito presto e visto il percorso il pronostico era tutto con Buitrago. Sull’ultima salita un bravissimo Gee ha allungato. Buitrago, staccati gli altri, se lo è tenuto davanti sino a poco di un chilometro e mezzo dall’arrivo: lì è scattato e tra due ali di folla è andato a vincere. A 24 anni, alla quarta vittoria in carriera, vive la sua giornata più bella: «Giornata perfetta. Ho fatto di tutto per entrare nella fuga ed essere qui, sul palco, davanti alla tre Cime, con così tanta gente, che ho sentita vicina lungo la strada, è qualcosa di incredibile. Sapevo del vantaggio sul gruppo, ho sempre avuto i punti di riferimento e, allora, mi sono gestito bene per poi andare a blocco negli ultimi 1500 metri». •.

Renzo Puliero

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