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La morte del campione di ciclismo

Rebellin, l'appello all'Europa: «La Germania collabori». Slittano ancora i tempi di autopsia e funerali

Proseguono intanto le verifiche sulla possibilità di riassegnare a Davide la medaglia olimpica sottrattagli per doping
Davide Rebellin dopo la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi
Davide Rebellin dopo la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi
Davide Rebellin dopo la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi
Davide Rebellin dopo la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi

«Il 30 novembre scorso l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin è morto investito da un camion durante un allenamento in bicicletta in provincia di Vicenza. Secondo le ricostruzioni della procura, l’investitore sarebbe Wolfgang Rieke, camionista tedesco, che si è allontanato senza prestare soccorso»: anche la politica scende in campo per chiedere giustizia sulla tragedia del corridore veronese appena scomparso

 

L'interrogazione

In particolare Stefania Zambelli, europarlamentare della Lega, si è fatta prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta anche dall’europarlamentare Gianantonio Da Re e indirizzata alla Commissione Europea sul caso della morte dell’ex campione di ciclismo. «Rieke», si legge nella nota della Zambelli, «è peraltro già noto alle autorità italiane, in quanto già nel 2001 venne condannato in un contesto simile dal Tribunale di Foggia, quando omise di prestare soccorso dopo aver causato un incidente. La procura di Vicenza sarebbe ora pronta a emettere un mandato di arresto europeo a carico di Rieke, dal momento che il camionista si trova ora in libertà in Germania», prosegue lo scritto. «Il sistema giudiziario tedesco, infatti, non prevede il reato di omicidio stradale con omissione di soccorso. Ho deciso per questo di interpellare la Commissione Europea sul caso: chiediamo giustizia per Davide, maggiore cooperazione giudiziaria tra paesi su casi come questo e un’armonizzazione dei reati stradali commessi in altri Paesi Ue», conclude l’eurodeputata. 

 

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L'argento olimpico

Un appello, il suo, che si aggiunge a quelli che si sono già levati nei giorni scorsi per restituire alla famiglia Rebellin l’argento olimpico vinto da Davide nel 2008 a Pechino. 
Argento poi sottratto dopo l’inchiesta per doping aperta contro il ciclista, che sarebbe peraltro poi uscito pulitissimo - anche se solo sette anni più tardi - dalla vicenda.
Un argento per il quale nei giorni scorsi lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò aveva garantito e ribadito il suo impegno. 
Si complicano invece i tempi relativi di autopsia e, successivamente, funerali. 
La prima, già fissata per il 13 dicembre, sarebbe infatti slittata al 19 per complicazioni burocratiche con la Germania. Il che provocherebbe lo spostamento delle esequie, già programmate per il 20 nel Duomo di Lonigo. 

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