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Al Platys Center

Padel, in sedici a sfidare le campionesse Triay e Orsi

Da sin. Niccolò Ceolini, Max Amorth, Damiano Tommasi, Gemma Triay e Carolina Orsi (foto Castagna)
Da sin. Niccolò Ceolini, Max Amorth, Damiano Tommasi, Gemma Triay e Carolina Orsi (foto Castagna)
Padel al Platys center (Castagna)

Una giornata tutta dedicata al padel, con il Platys Center diventato, per alcune ore, un centro di gravità per i sempre più numerosi appassionati della disciplina. Sabato scorso, le due campionesse Gemma Triay e Carolina Orsi sono state ospiti d’eccezione del centro di via Prima Traversa Spianà. Un’occasione irripetibile per vedere in azione Triay, fuoriclasse spagnola numero uno nel ranking femminile mondiale. Un vero tour de force per le due atlete, che sono entrate in campo verso le due di pomeriggio e non si sono mai fermate, instancabili e sorridenti con tutti, pronte a dare consigli tecnici agli appassionati che hanno riservato uno slot di gioco con loro.

Solo sedici i posti disponibili, che sono andati bruciati in un attimo, per poter affiancare una delle due campionesse in partita. L’evento dedicato al padel ha raggiunto il momento più atteso, e più divertente, con la sfida Orsi-Triay contro Max Amorth e Niccolò Ceolini, maestri di padel del Platys Center, a cui ha assistito anche il sindaco di Verona Damiano Tommasi. Il confronto non ha lasciato scampo ai due “campioni di casa”, ma l’esperienza è di quelle da segnare sul Curriculum.

«Sempre bellissimo per me essere in Italia, e a Verona nello specifico, per conoscere gente nuova che ama il padel come me, e far crescere questo movimento» commenta Triay. Con lei Carolina Orsi, romana con sangue sportivo, figlia dell’ex portiere Nando Orsi, seconda italiana nel ranking. Orsi pone l’accento sulle strutture: «Un centro come il Platys Center è un esempio magnifico di uno sport in via di sviluppo. Ci hanno spiegato la storia e i progetti di crescita dell’area, che è ancora in svolgimento, quindi siamo contente di portare qui la nostra esperienza col padel per spingere questo sviluppo. E speriamo di ritornare».

Francesca Castagna

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