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La morte di Rebellin

Ciclismo italiano sotto choc. Cipollini: «Pedaleremo insieme sulle strade dell'infinito»

Nibali: «Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia». Cappellotto: «Sembra impossibile, domenica abbiamo pedalato a Montecarlo»

Choc, cordoglio, tristezza, sorpresa, sconcerto nel mondo del ciclismo per la tragedia di Montebello che ha messo la fine alla vita di Davide Rebellin. Toccante l'intervento di Alessandra Cappellotto sui social: «Sembra impossibile. Domenica abbiamo pedalato a Montecarlo e festeggiato la sera al Gala di beneficenza. Oggi te ne sei andato. Ucciso da un uomo distratto».

 

Il video di Mario Cipollini

«Che la terra ti sia lieve. Ci ritroveremo tutti, e continueremo a pedalare sulle strade dell’infinito...Chissà quanti pseudo km faremo ancora tutti insieme... Rispetto all’eternità ci divide un battito di ciglia, è questo pensiero che ci dà la forza per superare questi momenti. A presto Davide». Così, sulla sua pagina Facebook, Mario Cipollini esprime il suo cordoglio per la morte di Davide Rebellin, ucciso da un camion mente si allenava in bici.

 

Il dolore di Cassani

In un commosso ricordo l'ex ct della nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani ricorda Rebellin: «Era il ciclismo in persona, mai visto un professionista come lui. È l'ennesima tragedia che colpisce uno di noi».

 

Lo choc di Vincenzo Nibali

«Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia. Che la terra ti sia lieve, R.I.P. Davide». Così Vincenzo Nibali, sul suo account Twitter, ricorda Rebellin, rimasto ucciso oggi mentre si allenava, investito da un camion. «Non ci volevo credere quando l’ho saputo, ed è stato un vero choc - ha commentato al telefono con l’ANSA l’ex compagno di nazionale di Rebellin, Vincenzo Nibali -. Era una persona vera, molto tranquillo e un grande professionista e sapere che è morto così mi colpisce davvero, ma conferma che chi va in bici rischia ogni giorno. La sicurezza sulle strade è un obiettivo da perseguire a tutti i costi».

«Anche a me anni fa è capitato di essere "stretto" dal rimorchio di un camion in una curva, durante un allenamento. Mi è andata bene, perché sono stato solo sfiorato ma la sensazione di terrore l’ho ancora ben presente», prosegue Nibali, che avrebbe dovuto partecipare nel pomeriggio alla presentazione a Milano della Maglia Rosa del Giro d’Italia 2023, evento annullato dopo la notizia della morte di Rebellin. Nibali è a favore della proposta di inserire nel codice della strada una norma che obblighi a rispettare la distanza minima di un metro e mezzo in fase di sorpasso di un ciclista.

«È un passo avanti, anche se poi nella pratica e su certe strade non è facile - afferma -. Un metodo più sicuro per andare su strade aperte in allenamento è state affiancati a due a due, perchè si è più visibili per chi è al volante». La sicurezza per i corridori è spesso messa a rischio anche in gara, dove purtroppo non si contano le cadute fatali ma anche gli incidenti dovuti a comportamenti irresponsabili di persone alla guida di auto o altri veicoli piombati nel bel mezzo di una corsa. Nel 1971, morì travolto da un’auto prima di una gara il campione del mondo Jean Pierre Monserè, campione del mondo in carica.

Nel 2010, l’azzurro Thomas Casarotto si scontrò con un’auto finita nel percorso di gara durante il giro del Friuli e morì qualche giorno dopo in ospedale. Sorte simile, nel 2016, per il belga Antoine Demoitiè alla Gand-Wevelgem, travolto da una moto e morto in ospedale. Un paio di mesi prima, il 23enne francese Romain Guyot finì sotto un camion a un incrocio. Nomi e volti noti, triste copertina di una strage che riguarda professionisti ed amatori. 

Le condoglianze del premier Giorgia Meloni

«Sono turbata e rattristata dalla notizia della tragica scomparsa di Davide Rebellin, ciclista italiano che tante emozioni ha regalato agli amanti dello sport nella sua lunga carriera da professionista, conclusasi lo scorso 16 ottobre a 51 anni. Condoglianze alla famiglia». Lo scrive su Twitter la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

 

 

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