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L’AVVENTURA

«Ho attraversato il Sahara in moto. Poi l’ho regalata in beneficenza»

Massimo Turrata ha portato a termine il «Rust2Dakar» il primo charity rally africano. Ora la sua Yamaha del '92 viene utilizzata per raggiungere i villaggi sperduti della savana «C'è un grande bisogno di mezzi di trasporto, le auto vengono usate come scuolabus»
Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta con la sua moto
Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta con la sua moto
Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta con la sua moto
Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta con la sua moto

Sì, viaggiare. Alla fine Massimo Turrata ce l'ha fatta: dopo due anni di attesa a causa della pandemia ha portato a termine il primo Charity Rally italiano, il «Rust2Dakar». Di Peschiera del Garda ma cadidavese d'adozione, fin da ragazzo Massimo è sempre stato un appassionato di moto. Nella sua collezione storica c'era anche una Yamaha Superténéré 750 del 1992.

L’avventura 

Fino al Natale del 2022, però, ci aveva intrapreso soltanto viaggi di mototurismo, mai a scopo benefico. Lo avevano convinto al Motor bike Expo del 2020: «Ma come, devo regalare la mia moto? Siamo pazzi? Invece pian piano è maturata in me la convinzione di partire per donarla». Per essere più precisi, il «Rust2Dakar» prevedeva un lungo percorso in auto o in motocicletta da Verona fino alla capitale del Senegal per poi donarla in beneficenza alle associazioni del luogo. «Eravamo in ventisei persone tra auto, moto e un camion dell'Anas. Siamo partiti la mattina del 25 dicembre, il pranzo natalizio l'ho fatto a Genova. Poi tre giorni di traghetto fino a Tangeri, in Marocco».

Il viaggio 

Su Google Maps la distanza segnata è di quasi seimila chilometri: Massimo li ha percorsi attraversando il Marocco, la Mauritiana e il Senegal fino ad arrivare al Dakar tra deserto, paludi, facoceri e coccodrilli. «Siamo passati anche su una pista in fuori strada che faceva parte dalla storica Parigi-Dakar - racconta . Momenti di difficoltà? È capitato di perdere la strada, me ne sono accorto per fortuna con la bussola... Sono caduto anche tre volte dalla moto, sulla sabbia e a bassa velocità ma ne è valsa la pena».


Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta
Sempre con il sorriso Massimo Turrata durante una sosta

La solidarietà 

Sì, perché oltre a lasciare la moto ai sanitari dell'ospedale di Cap Skirring al confine con la Guinea Bissau, ha fatto da testimonial per il Centro ABA di Lonato del Garda. «Si tratta di un'associazione di genitori che ha unito le forze per sostenere i bambini autistici - spiega il pilota -. Sono particolarmente legato a questo progetto perché anche mio nipote è affetto da questo disturbo». Dopo giornate in cui dalle otto di mattina fino alle otto di sera si percorrevano tratte anche di quasi mille chilometri, Massimo è arrivato al Lago Rosa l'11 gennaio 2023.

 

Nella savana 

La sua moto - iscritta al registro storico - viene ormai utilizzata da mesi per raggiungere i villaggi più sperduti nella savana: «C'è un gran bisogno di mezzi di trasporto - racconta -, le macchine vengono usate anche come scuola bus». Ma non è finita qui. L'esperienza gli è rimasti così tanto addosso che in estate ha in programma un'altro viaggio, stavolta in solitaria. «Voglio raggiungere Capo Nord in Norvegia, il punto più settentrionale in Europa, per dare sempre più visibilità all'ABA». Insomma, come cantava Lucio Battisti, Massimo conosce «chiaramente la strada per saper dove andare». E per tutti quelli che vogliono rivivere con Massimo Turrata la grande avventura nel deserto appuntamento questa sera, mercoledì 17 maggio, alle 21, in Via Ghetto a Santa Lucia dove il pilota presenterò le foto più belle del suo raid benefico.  

Gli incontri nel deserto Massimo Turrata con un abitante del luogo
Gli incontri nel deserto Massimo Turrata con un abitante del luogo

Andrea Molinari

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