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sport e inclusione

Caterina e Francesca «portabandiera» veronesi agli Internazionali di Tennis: «Assieme si vince»

Domani, lunedì 6 maggio, inizieranno a Roma gli Internazionali Bnl d'Italia. Le due gemelle disabili di Salizzole protagoniste al Foro Italico, a Roma, all'«anteprima» dedicata a minitennis e inclusione
Sergio Santin con le figlie Caterina e Francesca al Foro Italico a Roma per l'evento sul minitennis, «anteprima» degli Internazionali di tennis al via dal 6 maggio
Sergio Santin con le figlie Caterina e Francesca al Foro Italico a Roma per l'evento sul minitennis, «anteprima» degli Internazionali di tennis al via dal 6 maggio
Caterina e Francesca Santin ospiti agli Internazionali di tennis

Domani, lunedì 6 maggio inizieranno a Roma gli Internazionali Bnl d'Italia. Ma sono giorni, in realtà, che al Foro Italico è protagonista il tennis: da venerdì 3 maggio fino a oggi, 5 maggio, lo Young Village ha ospitato infatti "l'anteprima" con il minitennis: tre giorni di festa di sport per tutti, con un campionato a squadre per le scuole tennis. Protagonisti i giovanissimi e una parola d'ordine: inclusione.

«Portabandiera» veronesi

Portabandiera di Verona nella capitale, sono per l'occasione state le gemelle di Salizzole Caterina e Francesca Santin: con una grave disabilità sin dalla nascita, non si sono arrese e dopo il diploma come operatore sociosanitario, insieme alla famiglia (che ha creato l'associazione La Bottega dei Talenti) girano le scuole (e l'Italia) con una missione precisa: insegnare ai giovani e giovanissimi - gli adulti di domani - il valore (aggiunto) della diversità. 

«Loro sono le nostre campionesse, due ragazze speciali», ha spiegato papà Sergio Santin (presidente dell'associazione) davanti ai mini-campioni schierati in campo prima che risuonasse l'inno di Mameli, «perché nonostante le difficotà hanno saputo prendere in mano la loro vita, metterci il cuore e farne un capolavoro. Incontrano i piccoli e spiegano loro che ognuno di noi ha dei talenti, indipendentemente dal colore della pelle, dal ceto sociale e dalle proprie condizioni psicofisiche. "Sarai felice se renderai felice qualcuno" è il loro motto: applichiamolo e potremo cambiare il mondo».

Caterina e Francesca Santin ospiti asgli Internazionali di Tennis

«Assieme si vince», ripetono le ragazze (che si esprimono solo attraverso il movimento degli occhi, «parole» tradotte quotidianamente con amore da papà Sergio e mamma Stefania, che sono diventati la loro voce): uno slogan che era risuonato già lo scorso autunno anche al Tennis Club di Nogara, da cui è decollato il progetto in collaborazione con la Federazione italiana Tennis Padel (Fitp). «Ora questo progetto diventerà un nazionale e potrà essere recepito da tutti i circoli tennis d'Italia, in modo che ciò che hanno fatto le mie figlie possa essere svolto anche altrove, da tante altre Caterina e Francesca».

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Talenti e diverse abilità

Di cosa si tratta? Di un progetto, aderente al Progetto Turismo Sociale Inclusivo voluto dal Ministero delle Politiche Sociali, che mira non solo solo ad avvicinare agli sport di racchetta i bimbi diversamente abili, ma anche a metterli nelle condizioni di giocare con i loro coetanei: i bimbi possono così giocare insieme, a prescindere dalle loro abilità. «Attraverso il tennis, tanti ragazzi come Caterina e Francesca potranno riacquisire una certa autonomia, in quanto il gioco comprende una forte componente rieducativa e sociale», ha confermato Isidoro Alvisi, vicepresidente della Federazione tennis e Padel. «Sono felice che queste giornate abbiano un risvolto inclusivo non dimentichiamo che più siamo e meglio stiamo in questa comunità». 

Della delegazione veronese ha fatto parte anche Maurizio Facincani, direttore dei servizi SocioSanitari dell'Ulss 9 Scaligera: «Caterina e Francesca hanno dimostrato quotidianamente cosa vuol dire inclusione: i bimbi, attraverso lo sport, imparano a stare insieme, ad accettarsi. Una grande scuola, lo sport, per capire che si può anche cadere, ma che poi ci si rialza. Se si impara da piccoli a vivere con gli altri, poi si continuerà tutta la vita».

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