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Campionati europei

A Verona è stato stabilito il record mondiale di corsa sulle 24 ore

Il lituano Aleksandr Sokorin, già primatista mondiale, ha percorso quasi 320 chilometri
Aleksandr Sokorin in gara a Verona
Aleksandr Sokorin in gara a Verona
Aleksandr Sokorin in gara a Verona
Aleksandr Sokorin in gara a Verona

Uomini e donne, giovani e anziani. Ciascuno in sfida con se stesso e con una propria personale causa da portare avanti tramite la corsa. Sabato e domenica oltre 240 corridori provenienti da 28 Paesi del mondo si sono cimentati nel campionato europeo di 24 ore.

 

Il primato mondiale di Aleksandr Sokorin

Il circuito di 1.524 metri del centro sportivo Consolini, in Basso Acquar, si è popolato a partire dalle 10 di sabato mattina. La pioggia incessante non ha dissuaso nessuno dal prendere parte all'evento. L'Italia ha schierato 12 atleti, sei in campo maschile e sei in quello femminile, ma per la quinta volta di fila ha vinto il lituano Aleksandr Sokorin, già primatista mondiale delle 24 ore con 309,399 chilometri.

L'atleta, nominato il re dell'ultramaratona, a Verona ha persino battuto il proprio stesso record portando a meta ben 319.614 chilometri.

 

Di corsa, sfidando anche il sonno

Argento invece per il polacco Andrzej Piotrowski, mentre al terzo posto si è qualificato l’azzurro Marco Visintini.

Gli atleti, durante la gara, hanno mangiato e bevuto sempre correndo, affrontando la stanchezza e il sonno. Si sono fermati solo pochi istanti per un rapido massaggio ai muscoli. Alle 10 di domenica si è udito lo sparo di fine gara. Circa la metà dei partecipanti ha mollato durante la notte, molti erano anziani in sfida con le loro capacità di resistenza.

Tra i vari corridori in pista c'erano anche 11 tra uomini e donne provenienti dall'Ucraina. La loro è stata l'unica tifoseria davvero presente e animata, anche perché gli atleti hanno chiesto appoggio all'associazione veronese Le Malve per trovare ospitalità e un luogo in cui soggiornare.

 

La solidarietà per l'Ucraina

“Sono state sventolate le bandiere ucraine, molti dei nostri connazionali hanno partecipato per dare visibilità allo strazio che sta vivendo il Paese”, dice Marina Sorina delle Malve. “Alcuni atleti finita la gara si sono avvicinati per un saluto di solidarietà sincera che abbiamo davvero apprezzato”.

Tra gli atleti ucraini era in pista anche Valeriy Shazhko, originario di Leopoli e arruolato nell'esercito. Al momento sta combattendo a Kharkiv e ha sfruttato la sua unica settimana di licenza, invece che per riposarsi, per salire su un autobus che lo portasse nella nostra città a correre per correre 24 ore di fila. Ora, instancabile, è già nuovamente sul fronte ma la tappa a Verona gli ha anche consentito di riabbracciare la figlia che non vedeva da prima della pandemia.

La giovane gestisce un ristorante italiano in Qatar, a Doha, e negli ultimi anni non è più riuscita a tornare a fare visita ai propri familiari a causa prima del Covid e poi dello scoppio della guerra. “Hanno corso anche alcune donne anziane”, dice Sorina. “È la quarta gara di resistenza a cui partecipano motivate più che mai a porre l'attenzione sul nostro Paese”. 

Chiara Bazzanella

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