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Giocò a Verona nel 1986-87

Addio a Paolo Rossi, bomber del Mondiale 1982. Gli ultimi gol con l'Hellas

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Paolo Rossi, morto stanotte a 64 anni
Paolo Rossi, morto stanotte a 64 anni
L'ULTIMO GUIZZO DI PABLITO

Addio ad un altro pezzo della storia del calcio. A pochi giorni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, arriva nella notte la notizia della morte di Paolo Rossi, «Pablito», il bomber per antonomasia, l’eroe gentile e timido dell’Italia che, nel 1982, fece esplodere le piazze vincendo in Spagna il suo terzo Mondiale.

 

L'ultima annata da professionista la giocò nel Verona di Osvaldo Bagnoli, nell'86-87. In gialloblù giocò 20 partite realizzando 4 gol e contribuendo alla qualificazione in Coppa Uefa dell’Hellas, che si piazzò quarta a fine campionato. Al termine della stagione, a causa di problemi alle ginocchia che lo tormentavano sin dagli inizi della carriera, diede l’addio definitivo all’attività agonistica all’età di trentuno anni.

 

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Nato a Prato il 23 settembre 1956, Rossi, stroncato a 64 anni da un male incurabile, si fece conoscere al grande pubblico con il Vicenza di Fabbri, si consacrò nel Perugia del primo sponsor sulle maglie e divenne Pablito nell’estate del 1982, due anni dopo il suo passaggio alla Juventus. Non fu facile per la punta toscana tornare a calcare i campi, dopo aver perso l’Europeo casalingo del 1980 per una squalifica di due anni a causa di una presunta combine di Avellino-Perugia, match in cui peraltro segnò una doppietta. Rossi tornò giusto in tempo per togliere il posto al romanista Roberto Pruzzo, che finì la stagione da capocannoniere, e per prendere per mano la Nazionale di Enzo Bearzot ai Mondiali di ’Spagna 1982’.

 

Addio a Paolo Rossi

 

Dopo una prima fase non certo esaltante, Rossi si trasformò come per magia in Pablito, realizzando tre reti al Brasile dei fenomeni Zico e Falcao, due in semifinale alla Polonia di Boniek e uno, il primo, nel match per il titolo al ’Santiago Bernabeù di Madrid con la Germania Ovest di Rummenigge, vinto dagli azzurri per 3-1 sotto gli occhi felici del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Una cavalcata incredibile per un attaccante definito "di rapina" per un fiuto del gol che nel tempo ha avuto pochissimi rivali. Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri, Rossi detiene ancora il record italiano di marcature in una rassegna iridata a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo, quello verdeoro) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, assieme al titolo di capocannoniere, e il Pallone d’oro. Rossi fa incetta di trofei anche in maglia bianconera, mettendo in bacheca due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e, dulcis in fundo, la Coppa dei Campioni 1984-1985.

 

Successivamente passò al Milan e al Verona, dove a 31 anni, e dopo una lunga serie di infortuni e problemi alle ginocchia, diede addio alla carriera agonistica.

Rossi occupa la 42esima posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del ventesimo secolo pubblicata dalla rivista World Soccer e nel 2004 è stato inserito nel Fifa 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelè e dalla Fifa in occasione del centenario della federazione. Pablito però non è stato solo un grande campione.

Come cantante, ha realizzato nel 1980 un 45 giri dal titolo «Domenica, alle tre» il cui testo tratta il tema del rapporto tra i calciatori e le proprie compagne. Nel 1999 è stato candidato alle elezioni europee per Alleanza Nazionale, nella circoscrizione Nord-Est e nel 2000 alla presidenza della Lega Pallavolo Serie A femminile, senza tuttavia essere eletto. In televisione è stato opinionista sempre misurato e competente per varie emittenti quali Sky Sport, Premium Sport e Rai. Nel 2011 ha partecipato a «Ballando con le stelle» come concorrente.

A Vicenza gestiva un’agenzia immobiliare insieme all’ex compagno di squadra Giancarlo Salvi e possedeva inoltre un complesso agrituristico a Bucine. Lascia la moglie Federica Cappelletti, sposata in seconde nozze nel 2010, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro. E un vuoto incolmabile in chi l’ha conosciuto o solo visto in tv andare all’assalto del mondo.

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