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A Cesenatico vince Narvaez Almeida rimane maglia rosa

L’arrivo di Jhonatan Manuel Narvaez sotto la pioggia
L’arrivo di Jhonatan Manuel Narvaez sotto la pioggia
L’arrivo di Jhonatan Manuel Narvaez sotto la pioggia
L’arrivo di Jhonatan Manuel Narvaez sotto la pioggia

CESENATICO Quattromila metri di dislivello non sono sufficienti per creare battaglia e selezione tra i big della classifica nella temuta tappa sul tracciato della Nove Colli: a Cesenatico - termine della dodicesima tappa del Giro 2020 - vince l’ecuadoriano Jhonatan Manuel Narvaez, 23 anni, recente primattore alla Coppi&Bartali con un successo di tappa in volata e nella classifica generale. Alle spalle dei fuggitivi, gli uomini di classifica non si danno battaglia. Nessuno attacca. Il solo Pozzovivo sembra averne l’intenzione, anima l’inseguimento alla fuga di giornata, felicemente in porto, mettendo i suoi uomini davanti, ma non fa scatti e il risultato può essere solo quello di aver fatto accumulare tossine agli avversari (le salite, in effetti, non sono vicine al traguardo). Insomma, sulle strade di Marco Pantani, mentre sul video scorrono le immagini delle più grandi gesta atletiche del Pirata, nessuno dei big trova ispirazione per offrire un minimo di spettacolo (al “Processo alla tappa”, mamma Tonina, ricorda una frase di Marco prima di Madonna di Campiglio: «Io vado a correre con la paura di vincere», che da quindici anni lotta «per la verità» e che «immagino di sapere chi ha fatto del male a Marco, ma mancano le prove e chiedo che qualcuno mi aiuti a trovarle»). ACQUA E FREDDO. La tappa, durissima, non risponde alle attese. Riempie di acqua e freddo i corridori ed il clima è elemento deterrente per chi ha intenzione di attaccare. Il contrasto tra le immagini di Pantani e il ciclismo di oggi è evidente, almeno in questa giornata. Almeida può vivere un’altra giornata in rosa e tentare di ampliare il proprio vantaggio sfruttando, domani, le sue caratteristiche di buon cronometrista. Bisognerà attendere il responso della crono e dell’arrivo in salita a Piancavallo di domenica per avere una classifica ben delineata e capire chi potrà vincere il Giro. La tappa premia i fuggitivi: 14 all’inizio, 7 dai -70 km all’arrivo (Pellaud, Rosskopf, Padun, Hansen, Narvaez, Bidard, Boaro), poi in 8 con l’arrivo di Clarke, sino a quando Padun e Narvaez se ne vanno ai -60 km, sotto un nubifragio, vanamente inseguiti da Clarke. Alle spalle, il gruppo maglia rosa rinuncia a tentare il ricongiungimento e i battistrada possono gestire agevolmente un vantaggio tra i 5 e 7 minuti negli ultimi 30 km. Ai -24 km, Padun fora e Narvaez se ne va, guadagna 30” mostrando ottime doti di discesista. Padun riduce il divario quando torna la pianura, arriva a 9”, ma poi paga, negli ultimi 8 km, il duro rapporto nei confronti della pedalata più agile di Narvaez. DEDICATO A PORTAL. «È dal primo giorno», dice il vincitore, «che cerco di essere protagonista, ma in Sicilia ho sofferto il caldo. Io mi trovo bene con la pioggia. Il ritiro di Thomas è stato un duro colpo per noi e il successo è anche per Geraint. Lo dedico a Nico Portal: tutto quello che so l’ho imparato da lui». Oggi, da Cervia a Monselice, penultima occasione di brillare per i velocisti. L’insidia, per loro, è rappresentata dalle salite di Roccolo a -30 chilometri dall’arrivo (4150 metri all’8,3 per cento medio, massima 20, e Calaone a -16 chilometri (2150 metri al 9,8 per cento medio), che potrebbero ispirare gli attaccanti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Renzo Puliero

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