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Zanettin, un’eroina romantica
tra il dovere e le ragioni del cuore

Ambrogio Maestri con Monica Zanettin, Amonasro e Aida F. BRENZONI
Ambrogio Maestri con Monica Zanettin, Amonasro e Aida F. BRENZONI
Ambrogio Maestri con Monica Zanettin, Amonasro e Aida F. BRENZONI
Ambrogio Maestri con Monica Zanettin, Amonasro e Aida F. BRENZONI

Dopo il successo della prima del 28 luglio scorso, il soprano Monica Zanettin torna stasera alle ore 20.45 nei panni di Aida, ruolo che l’ha vista debuttare prima al Teatro Filarmonico nel 2012, poi in Arena nel 2014 e che da allora la accompagna ogni estate nel nostro anfiteatro.

Aida ha segnato entrambi i suoi esordi veronesi. Come li ha vissuti?

«Con entusiasmo e con grande senso di responsabilità, specialmente in Arena: debuttare sul suo palco è la grande aspirazione di ogni giovane cantante lirico. Non credo che le due emozioni si possano scindere perché va bene la gioia di cantare in un luogo così importante, ma è necessario anche esserne all’altezza».

Nel suo attuale repertorio predilige le eroine romantiche: una scelta personale o vocale?

«Di sicuro mi intriga la loro duplicità, che emerge sia nella lotta fra il senso del dovere e le ragioni del cuore (in questo Aida, la principessa etiope divenuta schiava e divisa fra lo slancio verso la patria e l’amore per Radamès, il condottiero egiziano che combatte contro lo stesso popolo a cui lei appartiene, è un personaggio modernissimo), sia nel conflitto fra l’entusiasmo giovanile e la crescita drammatica imposta dal sacrificio. Però al momento non saprei dire se quest’inclinazione è legata più alla mia indole personale o alla mia vocalità: lo scoprirò man mano».

Nella sua carriera c’è stato un momento in cui, come loro, ha rischiato ogni cosa?

«In realtà rischi e ostacoli fanno parte di questo lavoro, quindi vanno messi in conto fin dall’inizio. Al di là della presenza dello strumento (nel caso dei cantanti lirici, la vocalità adatta ad intraprendere una simile professione), secondo me si tratta di una scelta interiore: chiunque voglia salire su un palco deve essere disposto a giocarsi il tutto per tutto ogni volta».

Guardando al futuro, quali altri ruoli le piacerebbe cantare in Arena?

«Desdemona in «Otello»: sarebbe veramente un sogno! E non posso fare a meno di citare anche due grandi eroine pucciniane: Tosca e Manon Lescaut».

Angela Bosetto

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