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Il ricordo

«Vivere per fare teatro e non fare teatro per vivere». Anche Verona dice addio a Bob Marchese

Il racconto del direttore artistico del Teatro Stabile di Verona, Piermario Vescovo, che lo volle come narratore nel Titus dell'ultima Estate Teatrale Veronese
Bob Marchese in scena
Bob Marchese in scena
Ricordo di Bob Marchese

 «Vivere per fare teatro e non fare teatro per vivere» era la sua massima, il motto ispiratore di tutta la sua carriera artistica. Bob Marchese, tra i fondatori del Gruppo della Rocca, nell’estate del 2021 era stato il narratore nel Titus andato in scena nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese, è morto due giorni fa a Taranto, all'età di 85 anni, ma il suo ricordo e la sua passioni sono vive in riva all'Adige.

A ricordarlo è il direttore artistico del Teatro Stabile di Verona, Piermario Vescovo, che lo ha coinvolto in un progetto che aveva nel cuore da tempo, ovvero quello realizzato nel 2021, di Titus Andronicus ovvero uno dei titoli più rilevanti dello Shakespeare romano, presso i marmi antichi del Lapidario Maffeiano di Verona.

«Incarnava la figura di un uomo dai lineamenti classici, vecchio e bellissimo» 

«Lo ricordo con grande affetto. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di avere la sua disponibilità per un progetto a cui pensavo da molto tempo quello di Titus Andronicus» racconta Vescovo. «Ricordavo Bob in sue interpretazioni teatrali e cinematografiche, ma è stato un breve video in cui parlava del “Socrate” di Platone a farmi pensare a lui come alla persona ideale, non un interprete ma qualcuno che potesse incarnare la figura di un uomo dai lineamenti classici, vecchio e bellissimo con la sua barba e i capelli bianchi».

Fu per questo motivo che Vescovo gli chiese di fare il narratore di una versione per teatro di figura, realizzata con Antonella Zaggia per il Teatro Stabile di Verona e l’Estate Teatrale Veronese, «una specie di kolossal in dimensioni cameristiche, e Bob ha aderito al progetto con passione e amorevole confidenza, con una generosità assoluta», precisa.

«Abbiamo continuato a vederci e a parlare di teatro e progetti con lui e Fiorenza Brogi ma soprattutto a condividere un’idea di teatro molto differente da quello che capita di vedere, fatto di passione e di idee e senza traccia di routine. Come amava ripetere, bisogna vivere per fare teatro e non fare teatro per vivere, cosa che ha continuato a fare fino alla fine», continua. «L’anno scorso, mentre si stava trasferendo a Taranto, gli ho chiesto di registrare la voce del Tempo per una versione cameristica del Racconto d’inverno di Shakespeare: il Tempo che tutto dà e tutto toglie, che capovolge la sua clessidra, che sottolinea la forza delle azioni e delle parole pronunciate sulla scena, tanto più perenni e durevoli della vita comune proprio perché destinate a sparire in un istante».

Chi era Bob Marchese

Marchese, tra i fondatori del Gruppo della Rocca, compagnia teatrale d’avanguardia nata a Firenze nel 1969 dalle istanze innovative del 68 portate a teatro, Marchese ha operato per oltre mezzo secolo nel teatro italiano e, parallelamente, nel cinema. Tra i film interpretati, “Il divo” (2008) di Paolo Sorrentino e “Romanzo di una strage” (2012) di Marco Tullio Giordana. 

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