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La fiction sul basket

«Scugnizzi per sempre» debutta su Rai2 e Marcelletti torna allenatore

La serie sull'epopea della Juve Caserta che vinse lo scudetto nel 1991
Franco Marcelletti (fotoExpress)
Franco Marcelletti (fotoExpress)
Franco Marcelletti (fotoExpress)
Franco Marcelletti (fotoExpress)

Franco Marcelletti, uno dei più amati allenatori dal basket scaligero, sarà fra i protagonisti questa sera su Rai 2 di «Scugnizzi per sempre», prima di sei puntate (le prossime giovedì 24 e venerdì 25 sempre alle 22), dedicate all’epopea della Juve Caserta che nel ’91 vinse la finale scudetto battendo l’Olimpia Milano.

Franco Marcelletti, dove guarderà la serie?
Da casa. Sto lasciando in queste ore Caserta dove sono stato ospite di mia sorella, a Verona e con mia moglie ci piazzeremo davanti alla tivù per la prima puntata.

Ci può dare qualche anticipazione in più rispetto al trailer?
Ho visto solo quello anch’io. Per girare le scene con Enzino (lo chiama ancora con il vezzeggiativo) Esposito, Nando Gentile e Sandro Dell’Agnello siamo tornati al palaMaggiò, ospiti della produzione per le interviste, con i ricordi da spulciare e gli aneddoti da rispolverare. Per le scene di allora siamo stati interpretati da attori campani.

E Caserta dove ha passato alcuni giorni di vacanza, come vive l’attesa?
Camminando per le vie della città venivo fermato in ogni angolo, entrando in un negozio incontravo gente che raccontava di esser stato un tifoso, di esser cresciuto con il mito di quella stagione. Mi ha telefonato anche Roberto Saviano raccontandomi di aver vissuto quell’epoca mentre giocava per un’altra società che si chiamava (ironia della sorte) Clan. Nella finale scudetto eravamo Davide-Caserta contro Golia-Milano, ma i miei ragazzi avevano un talento enorme, zero paura e tanta coesione. A parte Dell’Agnello che comunque viveva a Caserta da sei anni, il resto della squadra era tutta composta da giocatori della città o comunque campani: Gentile, Donadoni, Tufano, Longobardi, Fazzi, Vitiello, Acunzo, Esposito. Lo stesso produttore Attilio De Razza  ci ha raccontato che veniva da Nardò per vederci giocare. Abbiamo scritto un’epoca e a Caserta c’è molta attesa.

Com’è stato rivivere quei momenti?
Abbiamo iniziato le riprese a gennaio al palaMaggiò, irriconoscibile rispetto agli splendori degli anni ’90 quando venne costruito in 100 giorni dal presidente Giovanni Maggiò. C’era un freddo infernale ed Enzino che allena in una Academy a Gran Canaria, continua a correre per scaldarsi.

Sono eventi che restano nella storia.
Una realtà medio-piccola che batte la Juventus del basket che ora ha raggiunto le tre stelle. Ma per i ragazzi del Sud quello scudetto ebbe una grande valenza morale, significava che con impegno e lavoro si può ottenere tutto. Gentile ad esempio voleva fare il calciatore, il portiere era il suo sogno: lo vidi un giorno in cui venne in palestra dove si allenava il fratello Guido a cui dissi che avrebbe giovato solo se Nando prendeva in mano la palla a spicchi.

Qual è stato il vostro segreto?
Il coraggio. Quando Caserta salì in A non aveva il palazzetto e dovette giocare i primi tre mesi a Rieti: il presidente Maggiò titolare di un’impresa edile decise in quel 1982 di destinare un’area alla costruzione del nuovo palasport invece che remunerative villette. Le società erano disposte a sborsare cifre enormi per i cartellini di Esposito, Dell’Agnello e Gentile, ma Gianfranco Maggiò figlio del presidente non cedette costruendo con i ragazzi le basi per quello scudetto, e  decidendo di affidare la squadra ad un ragazzo casertano di 31 anni che era stato il vice di Tanjevic.

Anche lei ne ebbe di coraggio: lasciare il posto fisso per il basket.
Già, lavoravo per l’amministrazione comunale di Caserta e avevo una moglie e due figlie, ma mollai la sedia per il basket.

Due anni dopo arrivò nella Scaligera.
La società era retrocessa, e io fui l’ultimo allenatore ad esser scelto in quel ’92 dopo che si era chiuso il ciclo Caserta, con Gentile ed Esposito che avevano seguito le fasi finali della stagione a bordo campo, infortunati. Verona aveva ceduto Moretti e Minto, e Giuseppe Vicenzi e Andrea Fadini rifondarono la squadra: io allenatore e i giovanissimi Bonora, Laezza, Frosini e Nobile esordienti, insieme agli esperti Roberto Dalla Vecchia, Sylvester Gray e Henry Williamns. Vincemmo il campionato battendo le favorite Arese, Siena di Bianchini, Desio di Scariolo, poi Sassari. 

“Scugnizzi per sempre” andrà in onda in tre serate su Rai2, lunedì 21, giovedì 24 e venerdì 25 sempre alle 22. Composta da 6 puntate, due per ogni sera, il prodotto del regista Gianni Costantino e Vincenzo Cascone e Sante Roperto sarà visibile anche per episodio singolo su RaiPlay.

 

Anna Perlini

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