<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Netrebko, la guerra e il dibattito a Verona

di Alessandra Galetto
In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore
In Arena Netrebko nel Trovatore

Il caso Anna Netrebko suscita reazioni anche a Verona. Nonostante il suo schierarsi contro la guerra («Voglio che questa guerra finisca e che la gente possa vivere in pace», ha scritto sui social), dopo la rinuncia alla Scala e la decisione di annullare gli eventi nei teatri europei, per il soprano, schierata al fianco di Valery Gergiev che è stato allontanato oltre che dal teatro milanese, anche dalla Filarmonica di Monaco in quanto considerato vicino a Putin, arrivano le prime reazioni in merito alla sua presenza prevista in Arena per la stagione lirica 2022.

Traguardi e Sinistra in Comune sollecitano una riflessione. «Condannare con fermezza e senza esitazioni l'autocrate Putin e la sua folle aggressione a un paese libero è dovere di tutti coloro che pretendono di chiamarsi democratici. Ma è importante che lo sdegno verso il governo di Mosca non si trasformi in un'ondata di discriminazione russofoba», afferma Tommaso Ferrari.

«La rinuncia di Anna Netrebko ad esibirsi alla Scala e altrove è senza dubbio una sconfitta, perché l'arte e la cultura dovrebbero essere strumenti di pace. Se non è giusto chiedere ai cittadini russi di rinnegare il proprio paese o marginalizzarli per il loro passaporto, è però legittimo chiedere a tutti i personaggi che godono di visibilità, artisti in primis, di prendere le distanza da un governo autoritario e guerrafondaio. Doppiamente se, come nel caso del direttore Valery Gerviev, le simpatie per Putin sono note e mai negate. In piena Seconda Guerra mondiale, Arturo Toscanini, esule per le sue posizioni antifasciste, dimostrò come si potesse essere fieri nemici di Mussolini e orgogliosi difensori della cultura e del popolo italiano». «In altre città italiane sono state prese posizioni chiare», dice Bertucco. «Al di là dell’appartenenza al popolo russo o ucraino, serve rispetto per la vita e chi ha posizioni di rilievo, chi ha voce per parlare, deve farlo dichiarandosi contro la guerra». 

 

Leggi anche
Anna Netrebko, la star della lirica, cancella gli impegni: «Vorrei che la guerra finisse presto, ma è sbagliato forzare gli artisti a prendere posizioni»

Suggerimenti